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Eo: Il mondo visto con gli occhi di un asino in un film a Cannes 2022

Il regista Jerzy Skolimowski presenta a Cannes il suo nuovo film, Eo. Protagonista assoluto è un asino sardo che guarda al mondo con innocenza. Con il nostro Lorenzo Zurzolo nel cast.

Eo, il nuovo film del maestro polacco Jerzy Skolimowski, è in concorso al Festival di Cannes 2022. Girato in gran parte in Italia, Eo ha per protagonista un asino sardo che incontra lungo il suo cammino diversi individui e sperimenta ogni emozione della vita.

Scritto dallo stesso Skolimowski con Ewa Piaskowska, Eo vede ben sei esemplari di asino sardo interpretare il protagonista: Hola, Tako, Marietta, Ettore, Rocco e Mela. Attorno all’animale gravitano poi i personaggi umani interpretati da Sandra Drzymalska, Lorenzo Zurzolo, Tomasz Organek, Mateusz Kosciukiewicz e Isabelle Huppert, attrice simbolo del cinema francese.

La produzione del film Eo è opera della polacca Skopia Film e dell’italiana Alien Films, ragione per cui si spera che possa arrivare anche nelle nostre sale cinematografiche.

Il poster di Eo.
Il poster di Eo.

Cosa racconta il film

Eo, il nuovo film di Jerzy Skolimowski, parte da un presupposto alquanto originale: il mondo è un luogo misterioso se visto attraverso gli occhi di un animale. Eo, un asino grigio dagli occhi malinconici, incontra persone buone e cattive lungo il percorso della sua vita. Prova gioia e dolore e sopporta gli scherzi della ruota della fortuna, quella in grado di trasformare in maniera casuale la fortuna in disgrazia e la disperazione in beatitudine inaspettata. Tuttavia, nonostante le sue mille esperienze, Eo non perderà mai ciò che ha di più prezioso: la sua innocenza.

Dopo anni di assenza dalla regia, Jerzy Skolimowski torna in grande forma con Eo, un film che si presenta come una favola contemporanea. Il protagonista è Eo, un asino costretto ad abbandonare il circo in cui viveva felicemente insieme alla dolce e giovane Cassandra.

Ispirandosi al cinema di Robert Bresson, Skolimowsky gli rende omaggio con un racconto moderno e contemporaneo. “Diversi anni in un’intervista – ha dichiarato il regista – dissi che l’unico film che mi ha commosso fino alle lacrime è stato Au Hasard Balthazar di Bresson. Lo vidi poco dopo la sua uscita. Da allora, non ho più pianto guardando un film al cinema. Quindi, devo a Bresson il fatto che un animale non solo possa essere protagonista di un film ma che possa essere anche fonte di emozione”.

Una scena di Eo.
Una scena di Eo.

Una visione poetica del mondo

Eo, il nuovo film di Skolimowki, è un’opera poetica che restituisce una visione metaforica del mondo. “Volevo prima di ogni cosa realizzare un film emozionale ovvero basare la narrazione sulle emozioni, molto più che nei miei film precedenti”, ha evidenziato il regista.

Abituato a lavorare con grandi attori, tra cui Robert Duvall e Jeremy Irons, Skolimowski ha scelto come suo protagonista un asino ma lavorare con un animale su un set non è mai passeggiata. “I registi usano argomentazioni intellettuali e un linguaggio emotivo per indurre gli attori a produrre l’effetto desiderato. Con un asino, è diverso. L’unico modo per convincerlo a far qualcosa è la tenerezza: occorre sussurrargli parole all’orecchio e dargli qualche carezza. Alzare la voce, mostrare impazienza o nervosismo condurrebbe verso il disastro più totale”, ha chiosato.

Ma, secondo Skolimowski, c’è anche qualcosa di ancora più grande in gioco. “Gli asini, a differenza degli attori, non sanno cosa sia la recitazione. Non possono fingere nulla, sono semplicemente quello che sono. Gentili, premurosi, rispettosi, educati e leali. Vivono al meglio il presente. Non sono affetti da narcisismo. Non lesinano sulle intenzioni dei loro personaggi e non discutono mai la visione del loro regista. Sono attori eccellenti!”

Una scena di Eo.
Una scena di Eo.

Trovare Eo

Per trovare Eo, il protagonista del suo nuovo film, Skolimowski ha fatto un regolare casting. “Quando l’allevatore mi ha mostrato le foto degli asini disponibili, mi sono piaciute subito quelli degli esemplari sardi. Sapevo che Eo doveva essere grigio con macchie bianche intorno agli occhi. Sono andato in una stalla vicino Varsavia per vedere da vicino l’esemplare che più mi aveva sedotto: il suo nome era Tako. Non appena l’ho visto, ho capito che sarebbe stato il mio Eo. Gli ho poi trovato ben cinque controfigure: Hola, Marietta, Ettore, Rocco e Mela”.

Skolimowski ha anche candidamente affermato di aver imparato molto girando il suo nuovo film, Eo. “Gli asini hanno una natura sorprendentemente idiosincratica. Ognuno di loro aveva un carattere molto diverso, il che rendeva imprevedibile girare ogni sequenza. Tutti i giorni era come cercare di risolvere un puzzle: occorreva capire cosa piacesse a ogni asino, cosa odiasse, temesse o adorasse. A volte, anche qualcosa di abbastanza innocuo poteva per gli animali diventare un ostacolo insormontabile! Così come qualcosa che pensavamo li potesse spaventare per loro non si rivelava un problema”.

Alla fine, è stato Skolinowski a doversi dunque adattare agli asini e non viceversa. “Il preconcetto secondo cui gli asini siano animali testardi è vero. Spesso è stato più facile per tutti noi rivedere o riprogrammare le scene piuttosto che cercare di convincere l’asino a far qualcosa che non voleva fare!”.

Isabelle Huppert in Eo.
Isabelle Huppert in Eo.

Un mondo ostile

Eo, il protagonista del film di Skolimowski, cerca di fuggire da un mondo ostile. “Non credo che la parola fuggire sia quella giusta. Direi evitare”, ha precisato il regista. “Cerca di evitare di prender parte alle banalità dell’ambiente che lo circonda, all’ingiustizia, alla violenza. Ho fatto questo film proprio per staccarmi dai drammi umani e guardare il mondo da una prospettiva più ampia e con un punto di vista diverso”.

Nonostante la sua natura drammatica, Eo è pieno di momenti divertenti. Ma cosa fa ridere il regista? “Non rido di cuore da molto tempo. Però, a volte, sorrido guardano Bufon, il mio cane. Rido per la sua giocosità o per il modo in cui inclina la testa quando ascolta le conversazioni degli uomini, come se non volesse perdersi una parola”.

Ma Eo è anche un film sull’innocenza, aspetto che porta a chiedersi se Skolimowski abbia preservato la sua. “Nel mondo cinico e spietato in cui viviamo, l’innocenza può passare per ingenuità o può essere considerata un segno di debolezza. Mi sforzo, però, di preservare ciò che resta della mia innocenza”.

Una scena di Eo.
Una scena di Eo.

L’esperienza di Lorenzo Zurzolo

In Eo, il nuovo film di Skolimowski, recita nei panni di Vito recita anche il nostro Lorenzo Zurzolo. Lo abbiamo visto su Netflix nella serie Baby e nel film Sotto il sole di Riccione, di cui presto arriverà anche lo spin-off Sotto il sole di Amalfi (sarà il protagonista di una nuova storia sui problemi connessi alla cecità). Ma lo vedremo anche in Prisma, nuova serie Prime Video sul tema della diversità, e in Diabolik 3, in cui sarà Diabolik da giovane.

“Prima del provino per Eo, conoscevo Jerzy Skolimowski per nome o quasi. Avevo visto il suo film Essential Killing e mi era particolarmente piaciuto, e ricordavo il Leone d’Oro ricevuto a Venezia nel 2016 per la carriera”, ha dichiarato Zurzolo.

“Dopo, ho scoperto due dei suoi capolavori, La ragazza del bagno pubblico e L’australiano. Amo il modo in cui racconta le storie e amo la verità che si respira in tutti i suoi personaggi e i segreti che custodiscono! Quando ho letto la sceneggiatura di Eo, ho subito capito che il personaggio di Vita nascondeva una certa serietà a causa del suo passato familiare. Un passato a cui aveva cercato di sfuggire prima di decidere di affrontarlo”, ha continuato.

Ha poi concluso Zurzolo: “Per facilitare il mio processo di incarnazione, Skolimowski mi ha raccontato tutto sulla vita di Vito, Dalla sua nascita fino al periodo mostrato nel film: il suo passato e le motivazioni psicologiche più profonde che hanno motivato le sue scelte. La descrizione me lo ha reso talmente reale da darmi l’impressione di conoscerlo e capirlo intimamente”.

Lorenzo Zurzolo in Eo.
Lorenzo Zurzolo in Eo.
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