Il regista giapponese Ryusuke Hamaguchi porta in concorso al Festival di Venezia il film Evil Does Not Exist, una riflessione su come la vita di un bucolico posto sia minacciata da cinici promotori urbani innescando da entrambi i fronti drammatiche dinamiche di potere.
Nato in Giappone il 6 dicembre 1978, Hamaguchi si è fatto notare già nel 2008 quando Passion, suo film di laurea presso la Tokyo University of Arts, è stato selezionato dal Festival di San Sebastian, in Spagna. Happy Hour, suo film del 2015, è stato presentato in anteprima al Festival di Locarno e ha racimolato diversi premi in giro per il mondo. Dopo l’ambizioso progetto Asako, ha guadagnato l’attenzione internazionale di pubblica e critica con due film tra loro molto diversi, Il gioco del destino e della fantasia (Orso d’Argento al Festival di Berlino), e Drive My Car (Premio per la Sceneggiatura al Festival di Cannes). Quest’ultimo titolo è stato anche candidato a quattro differenti premi Oscar, vincendo “solo” quello per il miglior lungometraggio internazionale.
Evil Does Not Exist, presentato in anteprima mondiale a Venezia e dopo al Festival di Toronto, verrà distribuito nelle sale italiane da Teodora Film.
La trama del film
Evil Does Not Exist, il film in concorso a Venezia, inizia con Takumi e sua figlia Hana che vivono nel villaggio di Mizubiki, vicino a Tokyo. Come molte altre generazioni prima della loro, conducono un’esistenza modesta secondo i cicli e l’ordine della natura. Tuttavia, un giorno, tutti gli abitanti del villaggio vengono a conoscenza di un piano per costruire un glamping vicino alla casa di Takumi per offrire a chi vive in città una comoda fuga nella natura.
Quando due rappresentanti dell’azienda di Tokyo arrivano nel villaggio per un incontro, diventa chiaro che il progetto avrà un impatto negativo sull’approvvigionamento idrico locale, provocando disordini. Le intenzioni dell’azienda mettono infatti in pericolo sia l’equilibrio ecologico dell’altopiano sia il modus vivendi dei suoi abitanti, con conseguenze che influenzano profondamente la vita di Takumi.
Evil Does Not Exist: Le foto del film
1 / 3Due mondi opposti
Un piccolo paradiso terrestre è messo in pericolo dal cinismo di chi pensa solo agli affari e al loro ritorno economico nel nuovo film di Ryusuke Hamaguchi, Evil Does Not Exist, lo squisito dramma che, in concorso a Venezia 80, si sposta tra ambienti e punti di vista opposti.
Takumi e la figlia Hana, una bambina di otto anni, risiedono in una regione boscosa del Giappone, rimasta in gran parte incontaminata dallo sviluppo edilizio in larga scala. Almeno fino al giorno in cui una coppia di agenti arriva nel villaggio per proporre un progetto di glamping, un resort per vacanzieri che vogliono sentirsi come se fossero in campeggio ma senza sporcarsi le mani.
Durante il briefing, la gente del posto critica i numerosi punti deboli del progetto, dai rischi di incendio alle fosse settiche inadeguate, ma le risposte non risposte degli agenti chiariscono che l’incontro è puramente simbolico: la loro società è intenzionata ad andare avanti indipendentemente dal fatto che i locali approvino.
Anziché concentrarsi solo sulla resistenza della gente del posto, il regista Hamaguchi propone qualcosa di molto più interessante: a metà del film decide infatti di portare lo spettatore dal villaggio alla città per entrare nel mondo privato degli agenti, generando un’intima connessione con i personaggi principali sebbene vivano in maniera molto differente.
E i colpi di scena non finiscono qui. Il tutto prende una svolta drammatica nell’ultima parte della storia, che parla del potere di eseguire compiti semplici e senza tempo, del primato degli istinti genitoriali e della crescente difficoltà di vivere in armonia con la natura stessa.