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Federica Accio: “La Ginnastichina per stare bene con se stessi” – Intervista esclusiva

ginnastichina in forma con fede
La Ginnastichina e la sua voglia di combattere gli stereotipi sono al centro dell’Anti-fitness nato dalla mente di Federica Accio, meglio nota sui social come In forma con Fede. Indolore, invita ad ascoltare il proprio corpo con intelligenza e rispetto.
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Federica Accio, meglio nota come @informaconfede, è l’ideatrice della “Ginnastichina”, un nuovo modo per sentirsi in forma senza stress. Ciò che muove il suo impegno è il desiderio di andare contro la filosofia condivida del “no pain no gain”: chi l’ha detto che per essere in forma si debba necessariamente faticare fino allo sfinimento? Sentirsi in forma senza stress è quello che promette non attraverso diete miracolose o sforzi disumani: il suo approccio, indolore, si basa sull’ascolto del corpo, sull’allenarsi con intelligenza e rispetto, senza sacrificare il benessere. L’obiettivo è la crescita sana, sostenibile e senza compromessi, per il corpo e per la mente.

Con oltre 116 mila follower su Instagram, Federica Accio non è solo la Ginnastichina o il volto di Informaconfede, la piattaforma che ha creato. Torinese, è chinesiologa e personal trainer con oltre 20 anni di esperienza, che sa quali sono le linee guida dell’OMS da seguire e, soprattutto, come attuarli e farli propri, anche a rischio di inimicarsi chi pensa che non sia possibile non soffrire. Ma su una cosa non transige: solo pura allegria, la stessa che mette nel raccontarci chi è, qual è stato il suo percorso e quali le sfide, anche legate al suo essere donna, ha dovuto affrontare, come ci racconta in quest'intervista esclusiva.

Nel suo linguaggio, sincero come lo è lei e senza filtri, tutto è “ino” ma non per semplice vezzo linguistico. Lo è per non renderlo nemico, un termine che mai Federica Accio vorrebbe vedere associato alla sua Ginnastichina, che di base punta sull’ascolto di sé e la consapevolezza del movimento. Senza eccessi, senza pretese, senza ossessione e, soprattutto, senza falsi modelli da raggiungere e miracoli da promettere. Per Federica Accio, la Ginnastichina deve essere facile, efficace ed inclusiva, non solo per costruire muscoli ma anche per abbracciare un viaggio verso il benessere completo, lontano dagli stereotipi estetici e dai pregiudizi imposti dalla società in cui viviamo.

Federica Accio.
Federica Accio.

Intervista esclusiva a Federica Accio

“La Ginnastichina è una nuova modalità di attività fisica amica del corpo umano”, mi risponde subito Federica Accio quando le chiedo di quello che è il suo marchio di fabbrica. “È molto funzionale al dimagrimento, al rinforzo muscolare e alla riattivazione del microcircolo ma è gentile con il corpo e con la mente: va a proteggere e limitare al massimo quello che può essere un infortunio da sovrallenamento o sovraccarico. Questo perché nella Ginnastichina c’è tutta una serie di esercizi e movimenti che possono essere modulati da chi li sta praticando”.

Falsi miti e moderazione sembrano essere le chiavi vincenti della Ginnastichina.

Nei miei video, spiego ed enuncio gli esercizi ma lascio un range di ripetizioni, “puoi fare dalle alle”. E consiglio anche di saltare determinati esercizi se non riescono, facendo tutto il resto: non è un esercizio che ti fa rimettere in forma ma è la modalità di un protocollo di allenamento. Non dovrebbe esserci nessun giudizio né da parte di chi propone l’esercizio né da parte di chi lo sta eseguendo, colpevolizzandosi per non esserci riuscito e temendo di non avere risultati. Con la Ginnastichina, ho cercato di sottolineare i falsi miti del fitness: è solo facendo con costanza una sequenza di esercizi che ti attivano a livello globale (metabolico, muscolare, fisico), con il proprio ritmo, che si va a lavorare sulla muscolatura a livello profondo.

Ecco perché con “In forma su Fede” su Instagram sostengo la tesi della moderazione già dal 2017, ben prima della pandemia, aprendo una strada che ha poi generato tanti emuli. Cerco di far capire che non è necessario ammazzarsi di fatica, avere il fiatone o mettere sotto sforzo il cuore.

È stato facile far passare questo messaggio?

È stata dura. A parte la concorrenza, la pandemia e le scopiazzature, c’è sempre la tendenza radicata nel pensare che se non termini il tuo workout sentendoti sfinita non hai raggiunto il tuo scopo. Il “sono morta” che spesso sentiamo nei social non deve esserci: significa che hai esagerato. E l’esagerazione ti porta a un’infiammazione costante e sistemica dell’organismo: nei soggetti che hanno ad esempio una certa propensione alla ritenzione idrica, non fa altro che esasperare il problema e, molto banalmente, la cellulite peggiora.

Federica Accio.
Federica Accio.

Mi piace sottolineare come dietro la Ginnastichina ci sia una professionista come te con tanto di percorso accademico alle spalle. Quali sono state le prime reazioni di chi ti vedeva?

Sono sempre stata un po’ anticonformista. Ho cercato sempre nel mio percorso di collaborazione con le varie palestre di fare un pochino di testa mia: cambiavo ad esempio le modalità dei corsi, se prevedevano ad esempio un bilanciere finivo con il non farlo usare. Mi è risultato dunque molto semplice portare la mia filosofia di controtendenza anche sui social: di mio, sono sempre stata una persona molto libera a prescindere dal lavoro. Ho sempre detto quello che pensavo e ho avuto il coraggio, me lo dico da sola, di farlo: tuttavia, per me non era coraggio ma era semplice normalità esprimere il mio parere riguardo un certo tipo di fitness.

Certo è che all’inizio ho ricevuto molto messaggi in cui senza giri di parole mi davano della “truffaldina”: la reazione di fronte ai miei video molto “semplici” o totalmente differenti dall’idea di fitness che si aveva portava la gente ad attaccarmi ad attaccarmi anche in maniera pesante. Qualcuno meno strutturato di me avrebbe probabilmente gettato la spugna ma io ho continuato per la mia strada. E il farlo ha premiato la mia determinazione.

Mi sono anche accorta di essere nel giusto, raccoglievo attestati positivi da parte dell’area medico-scientifica, per esempio, tanto che il mio primo libro presenta interventi anche di professionisti di altri settori ad avallare la mia idea di esercizio fisico: ginecologhe, endocrinologhe, mediche di famiglia, farmaciste, fisioterapiste, psicologhe… tutte professioniste che concordano nel sostenere che una dose inferiore o esagerata di esercizio porta solo grandi svantaggi: occorre sempre trovare il giusto equilibrio tra la divanità acuta e il sovrallenamento.

L’idea di proporre un metodo funzionale pian piano ha poi portato risultati anche dal punto di vista delle reazioni della gente. Hanno cominciato a scrivermi le persone che scoprivano i vantaggi della moderazione e che in precedenza seguendo altri “modelli” non avevano avuto risultati: spesso sui social, chi propone esercizi che si basano sulla “moderazione” utilizzano il termine solo come specchietto senza sapere realmente cosa significhi o che effetto abbiano le loro proposte su chi magari ha una patologia particolare in corso come potrebbe essere un infortunio a un ginocchio.

https://www.instagram.com/p/C2ZmNeuK8ep/

La Ginnastichina si propone come forma di fitness altamente inclusiva e sociale.

Mi reputo un’attivista del movimento inclusivo. Con i miei “esercizietti” e la loro modalità di esecuzione (nessuna imposizione, affanno, dolore o fatica né durante né dopo i workout), ho seguito persone con disturbi alimentari che provenivano da percorsi fitness in cui contavano molto la performance e in cui si sottolineava l’importanza delle calorie, una modalità che va ad acuire le problematiche psicologiche che stanno alla base dei soggetti. Così come persone che soffrono di endometriosi, di fibromialgia o di altri disturbi.

Ma non solo: la Ginnastichina ha contribuito a una borsa di studio per l’AIRC, raccogliendo con le mie allieve una somma utile (25 mila euro, ndr) alla ricerca contro il cancro al rene, proprio perché la Ginnastichina può essere applicata anche ai malati oncologici, come dimostra anche il protocollo che ho realizzato per le pazienti oncologiche del Policlinico San Matteo di Pavia. E di ciò, sinceramente, vado fiera (si commuove, ndr).

Hai da poco pubblicato anche una “canzoncina”, come la definisci tu, su YouTube, Odio la palestra. Al di là dell’atmosfera spensierata del brano, il testo si apre con un “Non sono io quella sbagliata”.

Ed è il messaggio che vorrei che arrivasse a tutte coloro che rinunciano all’attività fisica per come nel tempo è stata proposta. La Ginnastichina propone una personalizzazione dell’esercizio che prevede una parte di riposo, senza vivere in uno stato ansiogeno che ti porta a sentirti sbagliata. Coinvolge mente e corpo per evitare di innescare quel processo di infiammazione sistemica globale a cui già accennavamo. Il riposo è fondamentale e spetta a noi capire per quanto tempo occorre. Solo così si può riprendere l’esercizio e prestarvi anche più attenzione e precisione.

Un’altra tua grande passione sono gli oroscopi…

Ma anche i tarocchi, solo che facendo parte della comunità scientifica non dovrei nemmeno dirlo! Mi piaceva l’idea di coniugare la mia passione per gli oroscopi con la Ginnastichina, proponendo esercizi per ogni segno zodiacale. In fin dei conti, è comunque un’idea carina per rendere più appetibile l’attività fisica anche a chi al movimento non si avvicinerebbe mai o lo detesta. Ovviamente, i consigli per un segno possono essere recepiti e messi in atto anche da chi appartiene a un segno diverso! (ride, ndr).

Portare avanti la propria attività sui social significa sottoporsi costantemente al giudizio altrui, agli haters di professione. Come reagisci oggi alle critiche?

Me ne sono state dette di tutti i colori basandosi spesso sul mio aspetto fisico. Fino allo scorso anno mi si diceva che, come personal trainer, ero troppo “grassa”: avevo qualche chilo in più dovuto anche a una serie di scompensi ormonali da menopausa, a problemi intestinali e a un lavoro che era prevalentemente d’ufficio. Mi davano senza troppi giri di parole della “cicciotella”, come se il mio stato fisico pregiudicasse le mie competenze o il mio lavoro.

Sono stata giudicata “falsa”: non era possibile, secondo loro, dimagrire senza soffrire o non utilizzare il bilanciere per ottenere determinati risultati… tutti commenti che andavano a colpire in egual misura il mio aspetto fisico e la mia onestà intellettuale.

Proponevo forse un profilo social complicato da capire: abituati a esercizi per la massa, non comprendevano come il mio protocollo di lavoro fosse, da professionista seria, strutturato e personalizzato: non tutto può essere adatto a tutti. Non propongo trucchetti che si rivelano cartine tornasole dall’effetto boomerang e non prometto di perdere cinque chilogrammi in una settimana con conseguenze deleterie in termini di benessere. Con l’attività fisica, i risultati arrivano nel lungo periodo: è la costanza la chiave di tutto.

In quanto donna, hai mai avuto problemi di gender gap in vent’anni di professione?

Quando lavoravo in palestra, non ho mai avuto difficoltà con i miei colleghi uomini. Venivo però pagata molto di meno rispetto a loro. Ho lavorato tantissimo in sala attrezzi aiutando gli utenti in termini di sicurezza ma venivo guardata malissimo: ero una ragazzina e non mi davano lo stesso credito riservato ai miei colleghi, tutti muscolosi, che venivano percepiti più adatti al ruolo. E sì, ci sono state circostanze in cui qualche mio datore di lavoro mi ha richiesto di indossare un abbigliamento più micro che mettesse in risalto le mie doti “estetiche”…

Andavo anche in quelle circostanze di matto, come se la mia competenza si misurasse in base al mio punto vita, alla tonicità dei miei muscoli o alle mie gambe in evidenza, e non in base alle mie conoscenze di un protocollo di lavoro che ho studiato, che so applicare e a cui so proporre anche una valida alternativa. Non ho bisogno di dimostrare il mio atletismo: chi se ne frega!

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