Il 29 giugno Rai 3 trasmette il film tv Fernanda, diretto da Maurizio Zaccaro e interpretato da interpretato da Matilde Gioli, Eduardo Valdarnini, Maurizio Marchetti, Valeria Cavalli, Francesca Beggio e Lavinia Guglielman. Coproduzione Rai Fiction-Red Film, è sceneggiato da Dario Carraturo e Guglielmo Finazzer, con la collaborazione del regista.
Fernanda racconta la storia di Fernanda Wittgens, la prima direttrice della Pinacoteca di Brera, tra affermazione femminile, Resistenza, impegno civile, sacrificio per l’arte e per le vite altrui.
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La trama del film
Girato tra Roma, Civitavecchia e Milano, il film di Rai 3 Fernanda ripercorre la vita di Fernanda Wittgens. Prima direttrice della Pinacoteca di Brera, Fernanda Wittgens è tra le prime donne in Italia a ricoprire un ruolo così prestigioso. Fin da bambina trascorreva le domeniche visitando i musei di una Milano di inizio Novecento in compagnia del padre Adolfo.
Il coronamento del suo sogno è reso possibile dall’incontro nel 1928 con Ettore Modigliani, storico direttore della Pinacoteca di Brera. Un incontro che le cambia la vita: l'assumono come “operaia avventizia”. Quando sollevano Ettore Modigliani da ogni incarico in quanto antifascista, Fernanda prende il suo posto. Diventa così la prima donna a ricoprire un ruolo così importante nella Pinacoteca e nella Storia.
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Pochi anni dopo, l’Italia entra in guerra e salvaguardare le opere della galleria dai bombardamenti diventa un imperativo. Nel giugno del 1940, Fernanda partecipa al primo trasloco di alcune delle opere ospitate in Pinacoteca. Quindi, si impegna in un qualcosa di ancora più rischioso. All’oscuro anche della sua famiglia, contribuisce a far espatriare in Svizzera centinaia di ebrei destinati al campo di concentramento.
Ma è proprio un giovane collaborazionista che la tradisce e fa arrestare insieme alle sue amiche e collaboratrici. La condanna è inclemente: quattro anni di carcere, poi ridotto a uno, ma la guerra è agli sgoccioli…
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Le foto del film
TheWom.it vi anticipa le immagini di scena del film di Rai 3, in cui Fernanda Wittgens è interpretata da Matilde Gioli.
Fernanda: Le foto del film di Rai 1
1 / 19Chi era Fernanda Wittgens
La storia di Fernanda Wittgens, raccontata dal film di Rai 3 Fernanda, è particolarmente interessante da riscoprire. Storica dell’arte e prima direttrice della Pinacoteca di Brera, si deve a Fernanda Wittgens il salvataggio della maggior parte dei dipinti custoditi dai musei milanesi durante la Seconda guerra mondiale.
Nata a Milano il 3 aprile 1903, sin da bambina Fernanda Wittgens cominciò a mostrare interesse per l’arte. Il padre, professore al liceo Parini, era infatti solito portare i figli la domenica in visita ai musei, trasmettendo loro amore per l’arte. Con una laurea magistrale in Storia dell’Arte, Fernanda Wittgens per un periodo di tempo lavorò come insegnante nello stesso liceo del genitore (nel frattempo morto) e al Liceo Manzoni prima dell'assunzione, grazie all’amico Mario Salmi, come “operaia avventizia” alla Pinacoteca nel 1928.
La sua grande cultura e la sensibilità artistica le permisero in breve tempo di un impressionante avanzamento di carriera. Tre anni la sua prima assunzione, nel 1931, Fernanda divenne l’assistente del direttore della pinacoteca, Ettore Modigliani. I due lavorarono fianco a fianco fino al 1935, anno in cui Modigliani venne licenziato perché antifascista (e in seguito alle leggi razziali, in quanto ebreo, mandato al confino nelle Marche).
Il 1940 segnò una tappa fondamentale per Fernanda Wittgens. Divenne la prima donna in Italia a dirigere un museo, la Pinacoteca appunto, precedendo Palma Bucarelli (nominata direttrice della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma nel 1941). Quando poi la Seconda guerra mondiale minacciò anche Milano, il primo pensiero di Fernanda Wittgens fu quello di mettere in salvo i capolavori della Pinacoteca e degli altri musei milanesi, trasportandoli in luoghi sicuri e rifugi antiaerei.
Il trasferimento andò avanti fino al giugno del 1943, con una tempistica incredibile. Il 7 e l’8 agosto 1943 gli Alleati bombardarono la Pinacoteca distruggendo 24 sale su 36. Sale che, grazie a Fernanda Wittgens, erano miracolosamente vuote.
Durante gli anni della guerra, Fernanda Wittgens lavorò instancabilmente per aiutare amici, familiari e persone di origine ebrea ad attraversare il confine per sfuggire alle persecuzioni razziali. Nel 1944, però, un giovane ebre tedesco, di cui Fernanda stava curando l’espatrio, la denunciò ai nazisti. E fu così che la storica dell’arte e direttrice venne incarcerata prima a Como e poi a Milano, a San Vittore. Insieme ad Adele Cappelli, Zina e Mariarosa Tresoldi, accusate anche loro di essere antifasciste, fu processata e condannata a quattro anni di reclusione da quello che i giornali dell’epoca definirono “il processo delle signore”.
Nonostante le dure e drammatiche condizioni carcerarie, Fernanda Wittgens non rinnegò i suoi ideali e le sue gesta, mostrando fermezza, orgoglio e coraggio. Uscì dal carcere il 24 aprile del 1945, per la Liberazione. Tornando a dedicare la sua vita all’arte, morì prematuramente nel 1957, a soli 54 anni e nominata Giusta tra le Nazioni nel 2014. La sua storia viene ripercorsa anche nel romanzo L'allodola di Giovanna Ginex e Rosangela Percoco.