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Frieden – Il prezzo della pace, su Rai 3 una serie tv racconta il dopoguerra e le sue conseguenze

03-02-2022

La Svizzera viene spesso indicata come il Paese più neutrale d’Europa ma la serie tv Frieden – Il prezzo della pace, in partenza su Rai 3 l’11 febbraio, mostra come in realtà abbia vissuto profonde conseguenze dopo la Seconda guerra mondiale, accogliendo nazisti e sopravvissuti alla Shoah.

Dramma storico in sei puntate da 50 minuti, Frieden – Il prezzo della pace, la serie tv di Rai 3 suddivisa in due serata, comincia nel 1945, quando la fine del conflitto annuncia un futuro luminoso per i giovani con progetti audaci da portare avanti. Ha come personaggi principali tre giovani, Klara, Johann ed Egon.

Cosa racconta Frieden – Il prezzo della pace?

Appartenenti alla nuova generazione che ha tirato un sospiro di sollievo dopo il cessate il fuoco, Klara, Johann ed Egon, i protagonisti di Frieden – Il prezzo della pace, guardano al domani con speranza. Klara (Annina Walt) e Johann (Max Hubacher) sono fidanzati e vogliono sposarsi. Lui ha grandi progetti per la fabbrica tessile del suocero, che necessita dii modernizzazione. Lei, invece, si prende cura dei giovani ebrei che, sopravvissuti all’Olocausto, sono ospitati in un campo profughi della Croce Rossa, aiutandoli a rintracciare i familiari in vita.

Nel frattempo, Egon (Dimitri Stapfer), il fratello di Johann, sta cercando di ambientarsi alla nuova normalità dopo aver vissuto gli orrori della guerra da vicino. La pace, sebbene attesa e promettente, presenta però nuove incertezze e sfide impreviste. Sulle sue spalle, ricade il compito di mettersi sulle tracce dei nazisti che si nascondono tra la gente comune quando muove i primi passi nell’ufficio del procuratore generale.

Annina Walt in Frieden - Il prezzo della pace. — Annina Walt in **Frieden - Il prezzo della pace**.

Un’amara realta

Tutti e tre i protagonisti di Frieden – Il prezzo della pace, la serie tv di Rai 3, devono affrontare l’amara realtà del persistente antisemitismo, dei crimini di guerra rimasti impunito e della supremazia del profitto sulla vita umana. Impareranno a loro spese che la guerra non ha lasciato nessuno indenne e che la pace ha sempre un prezzo alto da pagare.

La loro sarà una storia sulla buona volontà e sulla perdita dell’innocenza. Le ambizioni professionali di Johann lo avvicineranno a coloro che hanno commesso crimini di guerra indicibili. Klara rischierà il matrimonio per stare più vicino a Herschel, uno dei sopravvissuti accolti con sfiducia dalla gente. Ed Egon si ritroverà intrappolato in un sistema che protegge volontariamente i criminali nazisti per profitto.

Max Hubacher in Frieden - Il prezzo della pace. — Max Hubacher in **Frieden - Il prezzo della pace**.

La genesi della serie

La serie tv Frieden – Il prezzo della pace, che Rai 3 trasmette dall’11 febbraio, è stata scritta dalla regista e sceneggiatrice Petra Volpe. Ma come ha avuto origine? “Come spesso accade, è stata la storia a trovare me e non io a cercarla”, ha commentato. “Tempo fa mi sono imbattuta nel termine ratline e ho voluto saperne di più. Si tratta dell’espressione usata dai servizi segreti americani per indicare le vie di fuga dei massimi esponenti del regime nazista e dei membri delle SS”.

“Molti dei criminali di guerra arrivarono in Svizzera, la stessa terra che accolse i reduci dai campi di concentramento. Come fu possibile che vittime e carnefici fossero nello stesso posto? E il trattamento, ho scoperto, fu molto differente e non come si potrebbe immaginare”, ha aggiunto.

Petra Volpe ha tratto inoltre ispirazione per la sua storia da Se questo è un uomo e La tregua di Primo Levi, oltre che da La notte di Elie Wiesel.

Temi moderni

Uno degli aspetti più sorprendenti di Frieden – Il prezzo della pace, la serie tv di Rai 3, è il modo in cui affronta i temi trattati. Seppur ambientata nel 1945, la storia offre spunti di riflessione su questioni morali, economiche e politiche contemporanee. Nel modo in cui la Svizzera accoglie i sopravvissuti alla Shoah, ad esempio, è possibile ravvisare parallelismi con quanto avviene oggi con gli immigrati. Ma anche come il Paese tratta i criminali nazisti lancia spunti per riflettere sul ruolo, tutt’altro minimo, che la nazione ha al centro dell’Europa.