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Gastone e Maria: Milano e l’arte del pregiudizio per quel manifesto che…

Gastone e Maria sono i nomi che velocemente stanno volando di bocca in bocca a Milano dopo un cartellone comparso oggi in Metro Duomo. Al di là delle intenzioni (nessun brand al momento ha rivendicato il messaggio), una spinosa questione torna alla carica: il pregiudizio sociale.

C’è una domanda che tutta Milano ha cominciato a porsi da oggi pomeriggio scendendo alla stazione della Metro Duomo: chi sono Gastone e Maria? Lo testimoniano i vari hashtag nati in poco tempo: #mariagastone, #tintestotutto e ##mmduomo.

Ce lo si chiede da quando un manifesto con una procace giovane donna, presumiamo Maria, ha fatto la sua comparsa accompagnata da un messaggio diretto a lei da un certo Gastone: più che a Milano, sembra quasi di ritrovarci in una città del sud in cui è più usuale imbattersi in manifesti, messaggi e comunicazioni, che esprimono platealmente sentimenti, rimorsi, rimpianti, pentimenti o desideri.

Ma cosa sorprende del messaggio di Gastone a Maria nel piano centro di Milano è il suo contenuto stesso: “Maria, non importa cosa dicono i miei figli. Ho trent’anni più di te, ma sono trent’anni di saggezza che posso offrirti”. Nulla di anomalo: sembra il messaggio di un uomo innamorato che, nonostante la differenza di età e le eventuali rimostranze dei figli, ha perso la testa per una donna più giovane di lui di trent’anni. Chi, del resto, non ha mai vissuto un amore osteggiato per via della differenza di età?

E i Gastone e Maria di Milano sembrano rientrare in questa sfera. Spinosa, certo, ma pur sempre sentimentale. Questo ovviamente per sottolineare con bontà il messaggio che accompagna il cartellone e la sua scritta quasi amatoriale, che non cerca di vendere nulla se non una dichiarazione d’amore o di intenti.

Quello che semmai potrebbe sorprenderci è la foto scelta dallo stesso Gastone per far sapere a tutta Milano di amare Maria. Fermo restando che non si tratta di rampolli della famiglia toscana dei Medici (guardando l’albo, sono esistiti realmente un Gastone che amava una Maria), Maria appare in uno scatto che ricorda fin troppo le mitiche copertine di una rivista di cronache vere.

Abbiamo sondato il terreno e no, non è la pubblicità di un sexy shop e nemmeno della rivista in questione. Possiamo aggiungere anche un altro dettaglio: le maggiori agenzie pubblicitarie di Milano non hanno idea di chi o cosa ci siano dietro Gastone e Maria. Di una cosa, però, sono certi: Gastone ha veramente tanti soldi per potersi permettere quel cartellone di quelle dimensioni in quel determinato punto della città. Ma non ha letto le nostre frasi d'amore...

Il manifesto rivolto a Maria da Gastone alla stazione della Metro Duomo di Milano.
Il manifesto rivolto a Maria da Gastone alla stazione della Metro Duomo di Milano.

E, dunque, la risposta rimane inevasa: chi sono Gastone e Maria? E, soprattutto, perché i figli di lui ostacolano la relazione? Pensano forse che Maria sia un’arrampicatrice sociale che, in nome del do ut des, tratta l’amore come un contratto economico dei cui vantaggi può solo lei godere? Qual è l’esperienza in più che Gastone può offrirle?

Se torni da me, ti intesto tutto”, è la chiosa finale. Non si sa se per disperazione propria o se per causa d’amore, Gastone promette a Maria di renderla signora dei suoi beni: ma è un desiderio di lei o è la diretta conseguenza di un atteggiamento filiale e, in questo caso anche sessista, sempre pronto a giudicare chi, molto probabilmente, arriva da un’altra classe sociale?

Ci sembra di capire che, al cospetto di Maria, Gastone possa sembrare suo nonno e che, di conseguenza, la gente sparlerà della loro relazione, del fatto che lei sia la sua stellina, un’arrampicatrice sociale alla ricerca del suo sugar daddy. Ed è questa la questione: ma viviamo ancora nella società del pregiudizio, della calunnia e dei buoni consigli dati come Gesù nel tempio? Siamo pronti a rompere cuori solo perché il pensiero non è in grado di vedere oltre?

Auguriamoci di no. Smettiamola allora di chiederci chi siano i Gastone e i Maria di Milano e auguriamo loro di brindare al loro sentimento. Magari in un attico a Dubai, senza che Maria sia additata peggio della Maddalena.

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