I Gemelli di Guidonia, chiamati così da Rosario Fiorello nel maggio del 2013 quando sono approdati a Edicola Fiore, sono arrivati con il loro tour nazionale Tre per 2 – Tra radio e tv in Lombardia. Cinque sono le tappe che li aspettano in questa prima settimana di dicembre: hanno aperto ieri a Saronno, al Teatro Giuditta Pasta, e proseguiranno il 2 al Teatro Cristallo di Cesano Boscone, il 3 e il 4 al teatro Crystal di Lovere e il 5 al Cinema Teatro Nuovo di Arcore.
Il successo dei Gemelli di Guidonia è dovuto principalmente al loro modo di fare comicità e ironia. Sempre attenti a non cedere alla battuta più becera o scorretta, i Gemelli di Guidonia hanno saputo conquistare il pubblico con un mix di naturalezza e bravura. Non è un caso ad esempio che Happy Family, il programma di Rai Radio 2 di cui sono conduttori con Ema Stokholma sia un successo: basti vedere i dati di ascolto non solo televisivi ma anche televisivi (va in onda su Rai 2) per averne prova concreta.
I Gemelli di Guidonia, il trio formato dai fratelli Pacifico, Gino ed Eduardo Acciarino, sono uno dei prodotti più genuini che la comicità nostrana ha saputo regalarci. E il loro talento è alla base di Tre per 2, uno spettacolo pensato appositamente per intrecciare tanta musica e comicità coinvolgenti. Ma a raccontarci com’è strutturato sono direttamente loro, in un’inedita intervista che li vede tentare di rimanere seri mentre scappa l’irrefrenabile battuta.
Li raggiungo telefonicamente mentre sono in auto. Stanno per arrivare a Saronno. Gli chiedo se sono agitati. E Gino non ha dubbi: “Ogni sera è come se fosse una prima, anche se sei nella stessa città o nello stesso teatro. Il pubblico è sempre diverso e non sai mai quale possa essere la sua reazione. L’unica cosa che cambia è la sicurezza che hai sui meccanismi dello spettacolo, dalla scaletta in poi. Anche se, non si tratta di una certezza matematica: l’imprevisto è sempre dietro l’angolo e serve avere sempre anche una certa capacità di improvvisazione”.
Intervista esclusiva ai Gemelli di Guidonia
Com’è organizzato Tre per 2, il vostro spettacolo?
(Gino passa la palla a Edoardo: è lui che risponde alle domande difficili!, ndr).
È uno spettacolo in cui la musica la farà da padrona. Racconteremo anche un po’ della nostra storia, dagli anni in cui eravamo bambini fino ai giorni nostri e all’esperienza di Tale e Quale Show, a cui sarà dedicato un capitolo a parte. Ci saranno anche dei riferimenti all’attualità e ai personaggi del momento, compresi alcuni artisti di cui si capisce molto poco quando cantano. Sul palco avremo anche una finta radio in cui noi ogni tanto andremo e succederanno delle cose divertenti. Alla radio, ad esempio, arriveranno delle richieste telefoniche particolari da cui nasceranno altre gag. Ecco, ci susseguiranno così tante cose che è persino difficile elencarle: per sapere cosa, basta venire allo spettacolo!
Non ho capito perché è proprio Edoardo che deve rispondere alle domande “difficili”: è una vostra regola condivisa?
Non l’ho capito nemmeno io! (Edoardo, ndr).
Siete tre fratelli originari di Roma che, per motivi di lavoro, arrivano in Lombardia. Seppur con le dovute distanze, mi avete fatto pensare a Totò, Peppino e la sorella che arrivano a Milano!
Ma in effetti è un po’ così! Il periodo si presta molto a ricordare quella scena. Siamo a inizio dicembre e, quindi, a livello climatico ci siamo anche. I colbacchi e le pellicce potrebbero aiutarci a ripararci dal freddo ma siamo sicuri che a scaldarci ci sarà il pubblico. Sembra una banalità ma non è.
Beh, anche perché il pubblico settentrionale, se vogliamo rifarci ai luoghi comuni, è diverso da quello romano.
Abbiamo avuto in passato altre esperienze al nord e ci siamo trovati benissimo, segno che sanno anche come divertirsi e ridere!
Ovviamente Tre per 2 si fermerà per Natale, per poi riprendere a gennaio (tra l’altro con diverse tappe che vi vedranno tornare in Lombardia). Cosa rappresenta per voi il Natale?
Il Natale è quel periodo dell’anno che abbiamo sempre dedicato alla famiglia. abbiamo avuto la fortuna negli anni di poterlo trascorrere con tutti i nostri cari. E, poi, diciamolo: per quanto riguarda tutto ciò che simboleggia il Natale abbiamo in casa una persona, nostro padre, che è particolarmente appassionata di presepi. Quindi, già solo la parola Natale ci riporta alla famiglia ma anche a tutti i presepi di nostro padre. Si, tutti: non ne fa soltanto uno! Non si limita a quello tradizionale in casa ma ne realizza di vari tipi, da quelli dentro le lampadine a quelli dentro il guscio delle uova. È proprio un artigiano del presepe! Noi non ne abbiamo seguito le orme…
Altrimenti, vi avrei chiesto chi fosse di voi Gesù, chi Maria e chi Giuseppe!
Saremmo stati i Tre Magi!
E come i Tre Magi nel vostro spettacolo portate dei doni particolari, come gli aneddoti di quando eravate bambini. A proposito di Natale, ce n’è qualcuno di quando eravate piccoli che vi è rimasto impresso e il cui ricordo vi accompagna tuttora?
Non c’è un Natale specifico ma c’è qualcosa che era tipico del Natale, ovvero il momento in cui si cantavano le canzoni di Natale. Per noi, da bambini, erano le prime esibizioni in “pubblico”. Le nostre prime canzoni e recite sono anch’esse legate alla famiglia. Chiaramente, parliamo di giorni di Natale di un po’ di anni fa. Ritorna ancora una volta l’attaccamento alle tradizioni e al significato del Natale: siamo sempre stati una famiglia molto legata a tutto ciò.
Avete cominciato da bambini a esibirvi. Ma ricordate chi di voi tre ha avuto una spinta maggiore rispetto agli altri? E, soprattutto, perché gli altri due lo hanno seguito?
Il perché ce lo chiediamo ancora anche noi! Il primo è stato Pacifico. Ha sempre avuto la passione per la musica: c’era una tastierina a casa e ha avuto una sorta di attrazione naturale nei suoi confronti. Subito dopo abbiamo cominciato quasi in automatico a cantare: forse è stato Edoardo che ha iniziato a farlo per primo perché ci eravamo accorti che ero intonato. Ma è passato davvero poco tempo prima che realizzassimo di avere tutti e tre un certo orecchio musicale. Siamo stati anche un po’ fortunati ad avere tutti e tre la stessa predisposizione!
Ma siete sempre andati così d’accordo? Non discutete mai per uno spettacolo?
È normale che ci siano dei momenti di confronto, abbiamo tre personalità e identità differenti, ma alla fine troviamo sempre una soluzione. È una domanda che ci fanno spesso ma ricordiamo a tutti che, nonostante sembri un aspetto raro, siamo tre fratelli che condividono lo stesso obiettivo. Remiamo tutti dalla stessa parte, quello che conta è il risultato. Questo ci aiuta molto nel non mettere grandi distanze tra noi. Si trova sempre un punto di incontro.
Siete in tre come i fantasmi di Canto di Natale di Dickens. Avete mai incontrato sulla vostra strada uno Scrooge che non era in grado di sorridere? Quanto può esser stato difficile fargli capire invece qual era il valore di un sorriso?
Non ci ricordiamo, anche in questo caso, di una persona in particolare. Ma possiamo far riferimento a un’ipotetica donna o a un ipotetico uomo che, seduto in teatro a seguire i nostri spettacoli, non fa un sorriso neanche se lo paghi. Da artista, devi cercare di non guardarlo perché altrimenti hai la percezione che non stia funzionando niente. Però, a fine spettacolo, capita anche che chi non sorrida si avvicini per dirti che ha apprezzato tantissimo ciò che ha visto.
È strano entrare nella testa delle persone: torniamo al discorso sul pubblico che si faceva all’inizio e alle differenze tra le città. Ogni pubblico ha un modo diverso di manifestare il proprio apprezzamento.
Avete notato una percezione diversa del pubblico dopo che avete riscosso più successo grazie alla televisione?
Sì, c’è un’accoglienza diverse. Ma anche il fatto che abbiamo uno spettacolo con tante date in giro e numerose richieste da parte dei teatri, da nord a sud, è conseguente, grazie a Dio, al successo televisivo. Prima della televisione, eravamo conosciuti in un ambito un po’ più ristretto. La partecipazione a Tale e Quale Show e le altre esperienze che sono venute dopo hanno fatto sì che addetti ai lavori e pubblico ci accogliessero in maniera diversa.
Se da un punto di vista artistico sentito l’obbligo di dire grazie alla televisione, da un punto di vista privato chi dovete ringraziare per essere lì dove siete oggi?
I nostri genitori, in primis. Hanno avuto la giusta distanza per approcciarsi al nostro desiderio di fare un mestiere che ancora oggi viene visto come qualcosa di nebuloso. Hanno sempre avuto misura nello starci vicino: quando abbiamo avuto dei successi, non ci hanno mai troppo esaltato e, viceversa, quando le cose sono andate male, non ci hanno mai troppo abbattuto. In qualche modo, hanno mantenuto un certo distacco pur standoci sempre vicini.
Quanto peso ha avuto in voi l’autodeterminazione?
Ci ha aiutati il fatto di essere in tre. Siamo stati fortunati, lavoriamo in gruppo: se fossimo stati dei singoli, avremmo dovuto avere una determinazione ancora maggiore.
Vi esponete molto sui social. Come forma di comunicazione, hanno i loro pro e i loro contro. Ricordate il complimento o l’offesa più brutta ricevuta?
Per fortuna, i complimenti sono in numero maggiore rispetto alle offese. Non ricordiamo un complimento specifico ma il leit motiv della maggior parte è sempre lo stesso: si complimentano perché riusciamo a essere ironici o comici senza scadere mai nel volgare. Del resto, cerchiamo sempre di essere il più corretti possibile, per quanto si può, e di non ricorrere alla parolaccia facile. Le offese che invece possono arrivare sono di vario tipo e spesso non hanno a che fare nemmeno con la nostra arte. Purtroppo, c’è di tutto sui social.
Siete in tre. Mi viene in mente il buono, il brutto e il cattivo. Chi di voi è chi?
Il buono è sicuramente Pacifico: ha un nome che lo aiuta!
P: Si, il buono sono io. Ma non mi assumo la responsabilità di indicare gli altri due. Che si facessero avanti da soli!
E se avessi detto chi è l’intelligente, il bravo o il bello del gruppo?
G: Il bravo sono io. Il bello non lo sappiamo: per fortuna siamo brutti tutti e tre!
Vivete su Radio 2 un’esperienza bellissima grazie a Happy Family con Ema Stokholma. Seguireste mai il suo esempio partecipando a Ballando con le stelle come concorrenti?
Intanto, dovrebbero creare per noi una categoria a parte. Dovrebbero variare il regolamento e inserire i balli di gruppo! Dovrebbero prenderci come un solo concorrente oppure tutti e tre singolarmente ma questa ipotesi snaturerebbe il progetto del gruppo, apportandovi dei cambiamenti. Ballerini per una notte potremmo anche pensarci… Ovviamente, noi facciamo il tifo per Ema. La sua partecipazione al programma è spesso argomento di conversazione in radio: è anche un modo per prenderla amorevolmente in giro.
Ed io che penso che non avreste partecipato per paura di innamorarvi delle ballerine…
No no, siamo tutti e tre saldamente fidanzati. Però, in effetti, gli amori tra concorrenti e ballerini sono un classicone. Sembra che ci sia qualcosa anche tra Ema e il suo ballerino… se fosse così, saremmo contenti per lei: la vediamo felice!
Siete impegnati sentimentalmente. Ma come si fa a conciliare un tour con tante date come il vostro con la vita privata?
Insomma, stamattina (01 dicembre, ndr) i saluti sono stati lunghi… sicuramente sta anche alle fidanzate capire e cercare di accettare le nostre esigenze lavorative. Le nostre sono comunque molto contente del percorso che abbiamo fatto e sanno che il lavoro ogni tanto ci porta fuori per un po’ di giorni…
3x2?
Eh, lo sveleremo in teatro quanto fa. In matematica, il risultato è sei. Per noi, invece, è intrattenimento leggero, due ore di distrazione in cui il pubblico non deve veramente pensare a nulla ma solo a divertirsi.
Quindi, Tre per 2 sta per “tre fratelli in scena per due ore”?
Può avere interpretazioni diverse. Ma era anche il titolo della trasmissione che facevamo prima su Radio 2, tanto che Radio 2 è la radio partner dello spettacolo. Nasceva infatti per ricordare Tre per Radio 2. Diciamo però pure che tre e due sono numeri che tornano spesso nella nostra vita e che possono essere interpretati in diversi modi.