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Giustizia per tutti: Raoul Bova è il protagonista in cerca di riscatto della nuova serie tv di Canale 5

Raoul Bova e Rocìo Munoz Morales danno vita alla serie tv Giustizia per tutti, dal 18 maggio su Canale 5. Le tre puntate raccontano la storia di un uomo alla ricerca di riscatto dopo aver trascorso anni in carcere con l’accusa di aver ucciso la moglie.
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Da mercoledì 18 maggio parte su Canale 5 la serie tv Giustizia per tutti con Raoul Bova (fresco dal 31% di share del suo Don Matteo) e Rocìo Munoz Morales. I tre episodi diretti da Maurizio Zaccaro raccontano la storia dell’ex fotoreporter Roberto Beltrami, con il volto di Bova. Roberto torna in libertà dopo aver scontato dieci anni di carcere con l’accusa di aver ucciso la moglie.

I tre episodi della serie tv Giustizia per tutti, prodotta da RB Produzioni e ShowLab, si basano su un soggetto di Valerio D’Annunzio, Eleonora Fiorini, Marcello Olivieri, Sandro Dazieri e Walter Lupo, con la collaborazione di Nicholas Valerio.

Nel nutrito cast spiccano, oltre alla coppia (anche nella vita reale) protagonista, i nomi di Anna Favella (in un doppio ruolo), Francesca Vetere, Elia Moutamid. Ma anche la partecipazione di Rossella Brescia, Anna Ferruzzo, Giuseppe Loconsole, Valeria Cavalli e Rodolfo Corsato.

Raoul Bova in Giustizia per tutti.
Raoul Bova in Giustizia per tutti.

Cosa racconta la serie tv

Le tre puntate di Giustizia per tutti, la serie tv di Canale 5, cominciano a Torino e prendono spunto da un assioma insindacabile: “La verità non è sempre quella che vedono tutti”. Roberto Beltrami (Raoul Bova), ex fotoreporter, riconquista la libertà dopo aver passato dieci anni in prigione perché ingiustamente accusato di aver ucciso sua moglie Beatrice. 

Roberto, però, in quei dieci lunghi anni di carcere, si è laureato in Giurisprudenza. Fatto riesaminare il suo caso, con un certo scalpore mediatico ha provato la sua innocenza.  Per questo, appena scarcerato, Roberto viene assunto dallo studio legale in cui lavorava sua moglie. Qui si dedicherà alla difesa di altre vittime di errori giudiziari. E ha il supporto lavorativo di Victoria Bonetto (Rocìo Munoz Morales), giovane avvocatessa e figlia del titolare dello studio. Con Victoria non sarà facile capirsi ed interagire.

Ma i veri obiettivi di Roberto, una volta libero, saranno scoprire l'assassino di sua moglie Beatrice. L'obiettivo è quello di riconquistare la fiducia di sua figlia Giulia (Francesca Vetere), oramai ventenne. Giulia è stata cresciuta per oltre dieci anni da sua zia Daniela (Anna Favella), solida poliziotta e sorella gemella di Beatrice. 

“Ho promesso a un mio amico, prima di uscire, che una volta fuori di lì avrei dimostrato la sua innocenza. E ho promesso a me stesso che sarei riuscito a farmi perdonare da mia figlia. Per non essere stato il padre che potevo essere, prima di finire in carcere. Per non esserle stato accanto mentre lei cresceva e, da bambina, diventava donna. Non sarà facile, lo so ma è ciò che devo fare e lo farò”, si ripromette Roberto.

Si snoda così la trama del racconto. L'indagine su chi ha ucciso davvero la moglie di Roberto si intreccia con i casi di puntata. Le brillanti intuizioni del protagonista, la sua capacità di leggere nell'animo delle persone e di fotografare luoghi e situazioni, lo farà avvicinare a quelle verità che, spesso, delle indagini frettolose non hanno saputo cogliere. 

Raoul Bova in Giustizia per tutti.
Raoul Bova in Giustizia per tutti.

La parola al regista

A spiegare meglio le intenzioni della serie tv di Canale 5, Giustizia per tutti, sono le parole del regista Maurizio Zaccaro. “Nel mettere in scena un personaggio come Roberto Beltrami, splendidamente interpretato da Raoul Bova, è stato come immergermi nelle contraddizioni della giustizia e vivere in prima persona, vuoi per le straordinarie locations torinesi, fra tutte il carcere delle Vallette, l'angoscia di chi finisce nella spirale di una giustizia che a volte può sbagliare e così distruggere la vita di persone ingiustamente arrestate.

Girando Giustizia per tutti, la nuova serie tv di Canale 5, mi è venuto più volte in mente il bellissimo film Detenuto in attesa di giudizio (1971) dove la celebre battuta: “Signor Di Noi vuole accomodarsi un momento in ufficio? È una semplice formalità…” diventa l'inizio di un incubo senza fine per Alberto Sordi, il protagonista. Non cito questo film a caso. Era il lontano 1991 quando Nanni Loy, in occasione della consegna del premio Solinas, mi prese sottobraccio dicendomi: “Adesso che hai vinto sappi che avrai sempre a che fare con la severità del pubblico, e magari anche con la sua grossolanità ma non dimenticare mai che per il nostro mestiere sono entrambe cose indispensabili, esami da superare insomma, soprattutto se nei tuoi film parlerai di giustizia e di diritti civili”.

Ebbene, sono passati tanti anni, eppure queste parole non me le sono mai dimenticate, né girando film civili come Un perbene sul Tortora, tantomeno ora, con Giustizia per tutti dove, in scena i vari episodi che compongono che uomo la miniserie, ho sempre tenuto d'occhio il rapporto fra le vicende che stavamo raccontando e la realtà a cui le stesse si ispiravano, nonché il rapporto con il pubblico, mi auguro numeroso, che le guarderà quando andranno in onda. Ne è scaturita così una proposta televisiva della quale il network, i produttori, gli attori, e chiunque abbia collaborato alla sua non facile realizzazione possono in qualche modo dire “un lavoro che meritava d'essere”.

Non dimentichiamoci infine che solo nel 2020 i casi di malagiustizia sono stati ben 101, il che vuol dire 101 innocenti ingiustamente finiti in cella. Non dimentichiamoci che molti studi legali lavorano a favore di questi innocenti “Pro bono”. Un termine derivato dal latino che significa "per il bene di tutti". 

Esattamente come fa Roberto Beltrami una volta scarcerato, facendosi carico volontariamente e senza retribuzione, di rivedere i casi per i quali, esattamente come lui anni prima, qualcuno è finito in carcere senza motivo, triturato dalla furia cieca della ricerca di un colpevole a tutti i costi.

“È meglio correre il rischio di salvare un colpevole piuttosto che condannare un innocente”. Diceva Voltaire. In Giustizia per tutti, Raoul Bova, alias Roberto Beltrami, applica questo concetto alla lettera”.

Giustizia per tutti: Le foto della serie tv

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Le musiche di Paolo Vivaldi

Giustizia per tutti, la serie tv in partenza su Canale 5 dal 16 maggio, può contare sulle musiche del maestro Paolo Vivaldi, compositore di molte colonne sonore per il cinema e per la televisione. Su YouTube possiamo sentire alcuni assaggi del lavoro fatto.

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