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Gran Jeté: Su Cielo, un film sconvolgente sfida i limiti della morale familiare

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Una ballerina spezzata, un figlio perduto e una relazione proibita: Gran Jeté – Sensuale danza dei corpi è un dramma controverso che sfida ogni tabù sociale e familiare, esplorando il confine tra desiderio, potere e autodistruzione.

Cielo propone la sera del 18 ottobre in prima visione tv il film Gran Jeté - Sensuale danza dei corpi, diretto da Isabelle Stever, presentato in anteprima mondiale nella sezione Panorama della Berlinale del 2022. Basato sul romanzo Fürsorge di Anke Stelling, il film Cielo Gran Jeté - Sensuale danza dei corpi esplora temi complessi e disturbanti, ponendo l'accento sulla fisicità e sui limiti dell'intimità familiare, affrontando una delle tematiche più controverse e difficili da trattare, ovvero l'incesto.

La storia segue Nadja (Sarah Nevada Grether), un'ex ballerina la cui carriera l'ha segnata sia fisicamente che emotivamente. Dopo aver lasciato suo figlio Mario (Emil von Schönfels) alle cure della nonna, Nadja decide di incontrarlo anni dopo, ora che lui è adolescente. Tuttavia, invece di ricostruire un rapporto materno, tra i due nasce un'inquietante attrazione sessuale, in una relazione che sfida i limiti dell'accettabilità sociale e morale.

Mario, come Nadja, è ossessionato dal proprio corpo e dalla sua perfezione fisica, dedicando gran parte del suo tempo ad allenarsi. La madre e il figlio cominciano a esplorare una dinamica che si allontana dal concetto di famiglia tradizionale, sfociando in una reciproca dipendenza fisica.

Il titolo del film, Gran Jeté, si riferisce a un termine della danza che simboleggia un salto in sospensione, evocativo dello stato emotivo in cui si trovano i protagonisti: sospesi tra desiderio e autodistruzione, senza un atterraggio sicuro.

I protagonisti

Nadja, la protagonista del film Cielo Gran Jeté - Sensuale danza dei corpi, è una ballerina logorata sia fisicamente che psicologicamente dai sacrifici imposti dalla sua carriera. Il suo corpo è segnato da anni di abusi, con eczemi e lividi visibili che riflettono la sua condizione emotiva e il suo senso di fallimento. Nadja, fredda e distaccata verso il mondo che la circonda, mantiene un atteggiamento rigoroso e severo, simboleggiato dalla sua acconciatura sempre perfetta. Quando si riavvicina a Mario, la sua natura materna è completamente assente, sostituita da un'attrazione fisica disturbante.

Cresciuto dalla nonna, Mario ha sviluppato un'ossessione per la costruzione e il mantenimento del suo corpo. Partecipando a gare fisiche, percepisce il suo corpo come il mezzo per definire la sua identità. L'incontro con Nadja diventa un modo per entrambi di esplorare i propri confini fisici e psicologici. Mario non cerca l'amore materno, ma una forma di connessione che sfida le convenzioni sociali.

Il poster originale del film film Cielo Gran Jeté - Sensuale danza dei corpi.
Il poster originale del film film Cielo Gran Jeté - Sensuale danza dei corpi.

Corpo, potere e fragilità

Nel film Cielo Gran Jeté - Sensuale danza dei corpi, il corpo gioca un ruolo centrale come espressione di potere e fragilità. Sia Nadja che Mario sono ossessionati dal controllo fisico, ma lo vivono in modo diverso. Nadja, come ex ballerina, ha sacrificato il suo corpo e la sua vita per raggiungere la perfezione artistica, pagando un prezzo emotivo e fisico altissimo. Mario, invece, investe il suo tempo e le sue energie per costruire una fisicità mascolina, vedendo il corpo come il mezzo attraverso cui definire la propria identità. Il loro incontro non rappresenta una semplice trasgressione, ma piuttosto un'esplorazione dei limiti fisici e mentali, dove i corpi diventano strumenti di esercizio reciproco, spinti verso un'auto-distruzione consapevole.

Un altro tema che emerge è l'incesto, trattato non solo come trasgressione morale, ma come una metafora della disperazione e dell'alienazione. La relazione tra Nadja e Mario non si sviluppa come una storia d'amore tradizionale né come un legame familiare convenzionale. Al contrario, il loro rapporto si basa su una reciproca dipendenza fisica, riflettendo una ricerca di appartenenza e senso che va oltre le norme sociali accettate. Il film evita di giudicare moralmente questa relazione, mostrando invece come l'incesto diventi un veicolo per esplorare il vuoto emotivo dei protagonisti.

Il film affronta anche il tema del fallimento e del rimpianto. Nadja è una donna segnata dal fallimento personale, sia come madre sia come artista. Il suo rifiuto di accettare la propria debolezza fisica, come nel caso del bastone che si rifiuta di usare nonostante le sue lesioni, simboleggia una lotta interiore contro la vulnerabilità. Allo stesso modo, il suo tentativo di riconnettersi con Mario rappresenta una ricerca di riscatto, ma finisce per rivelare il profondo vuoto affettivo che segna la sua esistenza.

Infine, il film utilizza uno stile visivo fortemente incentrato sulla fisicità, che amplifica il senso di claustrofobia e disagio. La regista Isabelle Stever, insieme al direttore della fotografia Constantin Campean, crea un'atmosfera opprimente, con primi piani ossessivi che si concentrano sui corpi lividi e segnati dei protagonisti. L'uso del formato 3:2 e delle inquadrature volutamente limitate trasmette un senso di disorientamento, mantenendo lo spettatore ai margini della narrazione, quasi escluso dai dettagli più intimi della storia.

Gran Jeté - Sensuale danza dei corpi: Le foto del film

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