Il Torino Film Festival 2024, al primo anno di direzione di Giulio Base, sceglie di inserire nel suo cartellone uno dei film che più è destinato a spaccare il pubblico: Here (nei cinema italiani dal 9 gennaio grazie a Eagle Pictures). Diretto da Robert Zemeckis, il film Here rappresenta un esperimento cinematografico ambizioso che esplora la storia di un singolo luogo e delle vite che vi si intrecciano nel corso di migliaia di anni. Il film riunisce Tom Hanks e Robin Wright, già protagonisti del classico Forrest Gump, e si basa sull'omonima graphic novel di Richard McGuire.
Utilizzando tecnologie avanzate di ringiovanimento digitale, Here ci conduce attraverso il tempo mantenendo una prospettiva fissa su una stanza, rivelando la ricchezza delle esperienze umane che si svolgono in uno spazio apparentemente ordinario. La storia di Here, infatti, si sviluppa interamente all'interno di una stanza di una casa situata negli Stati Uniti. In questo piccolo angolo di mondo, il film ci mostra scene di vite diverse attraverso i secoli, da epoche antiche, in cui il luogo era un ambiente naturale, fino ai tempi moderni. La casa diventa così testimone silenziosa di amori, perdite e cambiamenti epocali.
La vicenda principale segue i personaggi di Richard (interpretato da Tom Hanks) e Margaret (Robin Wright), che incontriamo per la prima volta da adolescenti negli anni '50 e poi attraverso le decadi della loro vita. A questa storia centrale si affiancano episodi di altre vite vissute nella stessa casa: dai coloni e dagli indigeni americani alle famiglie del ventesimo secolo, fino a una famiglia afroamericana ai giorni nostri, durante la pandemia e il movimento Black Lives Matter. Ogni frammento di vita è brevemente raccontato attraverso una narrazione che alterna momenti drammatici e comici, riflettendo sulla continuità e sull'effimera natura della vita.
Robert Zemeckis, noto per l’uso innovativo della tecnologia, ha introdotto in Here una delle sperimentazioni più ambiziose nel cinema recente: il ringiovanimento digitale dei protagonisti. L’effetto consente agli attori di apparire in diverse fasi della loro vita, mantenendo al contempo una continuità visiva. Anche se l'effetto ha suscitato alcune critiche, esso offre al pubblico l’opportunità di seguire i personaggi in modo realistico attraverso le decadi.
La scelta, poi, di mantenere una prospettiva fissa sullo spazio rende Here un’esperienza quasi teatrale, conferendo una dimensione intima che amplifica il legame con i protagonisti. Le transizioni tra epoche storiche, realizzate tramite finestre all'interno dell'inquadratura, sono un omaggio diretto al fumetto originale, e aggiungono un tocco artistico unico al film.
L’ambizione di Here è evidente in ogni scelta stilistica e tecnica, e anche se potrebbe non essere un film adatto a tutti, rappresenta un coraggioso tentativo di raccontare una storia che trascende la linearità del tempo e della memoria umana.
I personaggi principali
Nel cuore della storia del film Here troviamo i personaggi di Richard e Margaret, interpretati rispettivamente da Tom Hanks e Robin Wright. Richard è un uomo che cresce e invecchia sotto gli occhi del pubblico, attraversando le varie fasi della sua vita, dai sogni giovanili alle responsabilità adulte, fino ai momenti di riflessione della vecchiaia.
Grazie alla tecnologia di ringiovanimento digitale, lo vediamo in ogni momento di questo percorso, dove Hanks riesce a trasmettere con delicatezza la maturazione di un uomo comune alle prese con le vicende universali dell’esistenza. Margaret, la compagna di vita di Richard, porta una dimensione affettuosa e complessa alla narrazione. Nel loro rapporto emergono temi di amore, di sfide e di compromessi, elementi che rendono la loro storia accessibile e universale. Robin Wright offre una performance intensa e ricca di sfumature, donando a Margaret una profondità e una vitalità che fanno sentire ogni passaggio della loro relazione come qualcosa di vissuto e autentico.
Accanto a Richard e Margaret si muove una serie di personaggi secondari, ciascuno rappresentativo di un’epoca e di un modo di vivere che si intreccia con il contesto storico di riferimento. Dai coloni e dagli indigeni americani alle famiglie del ventesimo secolo, ogni personaggio porta la propria prospettiva e il proprio stile di vita, aggiungendo ulteriori livelli alla narrazione principale. I personaggi minori non sono mai mere figure di sfondo, ma veri e propri testimoni delle epoche che attraversano. L’accostamento di vite diverse nello stesso spazio crea un racconto stratificato che parla della natura ciclica e resiliente della vita umana.
Tempo e memoria
Il film Here esplora temi profondi e universali con una sensibilità che si riflette nella sua struttura narrativa. Al centro di tutto c’è il rapporto tra l’uomo e il tempo. La scelta di ambientare l’intera storia in una singola stanza permette al film di raccontare il passare degli anni in modo intimo, quasi osservando la memoria sedimentarsi in quello spazio. Il tempo qui diventa un personaggio invisibile, un testimone impassibile che vede svolgersi davanti a sé momenti di vita e di morte, di gioia e di dolore, di amore e di perdita. È un tema che trova una dimensione visiva potente nella scelta di una camera fissa, che lascia scorrere il tempo come un flusso ininterrotto, mantenendo un punto di vista che ci fa sentire la continuità di ogni generazione.
Accanto alla riflessione sul tempo, Here esplora il concetto di eredità e continuità. La casa diventa simbolo dell’impronta che ogni generazione lascia dietro di sé e del modo in cui i luoghi stessi trattengono il ricordo di chi li ha abitati. In ogni epoca, questo spazio è vissuto e modificato dai diversi abitanti, con arredamenti che cambiano e trasformazioni architettoniche che raccontano l’evoluzione dei tempi. Ma al di là delle apparenze, resta un filo comune, una connessione invisibile che lega le vite che si sono susseguite e che rende ogni generazione parte di un disegno più grande.
Infine, Here celebra la bellezza e la fragilità della vita quotidiana, mostrandoci che anche i momenti più semplici possono avere una profondità emotiva straordinaria. Il film ci ricorda che la vera essenza della vita si trova nei dettagli, nei gesti quotidiani che spesso passano inosservati ma che, alla fine, costituiscono la vera trama dell’esistenza. Il racconto di Zemeckis invita a fermarsi e riflettere su questi momenti fugaci, che, sebbene possano sembrare banali, sono quelli che definiscono realmente chi siamo. La gioia e il dolore, la speranza e la delusione convivono in Here, rendendo la storia una toccante rappresentazione della condizione umana, dove ogni emozione ha il suo spazio e ogni ricordo lascia un segno.