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Hit Man: Glen Powell e Adria Arjona ci raccontano in esclusiva il film

Dopo il successo al Festival di Venezia, esce nelle sale Hit Man, il nuovo film di Richard Linklater. In maniera inedita, parla di identità e di maschere che indossiamo, come ci raccontano in esclusiva i due protagonisti.
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Arriva al cinema dal 27 giugno, grazie a Bim Distribuzione, Hit Man, il nuovo film del regista Richard Linklater con protagonisti Glen Powell e Adria Arjona. Presentato con successo al Festival di Venezia 2023, il film Hit Man è scritto a quattro mani da Linklater e Powell ed è ispirato all’incredibile storia vera di Gary Johnson.

Gary Johnson (Glen Powell) è un professore di psicologia un po’ impacciato, che vive con i suoi gatti e collabora sotto copertura per il dipartimento di polizia di New Orleans. Quando gli viene chiesto di fingersi un killer per sventare possibili omicidi e incastrare i mandanti, si rivela incredibilmente abile, grazie anche ai camaleontici travestimenti di cui è capace. La sua doppia e solida identità viene messa in crisi dall’affascinante Madison (Adria Arjona), che gli commissiona l'uccisione del marito. Tra i due nasce una relazione che ribalterà ruoli e certezze in un travolgente e intenso mix di situazioni comiche, bollenti e pericolose…

Una storia semplice

La storia del film Hit Man è all’apparenza abbastanza semplice: un ragazzo conosce una ragazza e da lei viene coinvolto in una storia inaspettata. Tuttavia, nulla però è così scontato come sembra. Hit Man, il nuovo film di Richard Linklater, rinfresca infatti il canovaccio della storia classica grazie alla figura di Gary Johnson, un professore di psicologia universitaria solitario e mite che lavora come falso sicario in operazioni sotto copertura per il Dipartimento di Polizia di New Orleans. Ben presto, Gary accumula un numero impressionante di arresti, finché Madison (Adria Arjona) non entra nella sua vita, chiedendogli di uccidere suo marito e sconvolgendo il suo mondo.

In una conversazione cruciale poco prima che Gary incontri Madison, la sua ex moglie, Alicia (Molly Bernard), sottolinea come Gary non abbia mai vissuto con passione il matrimonio tanto da arrivare a uccidere qualcuno. "Lo stai dicendo come se fosse una cosa negativa", risponde lui. E forse lo è, anche se, come osserva Alicia, le persone possono cambiare personalità anche in età adulta. Il lavoro sotto copertura di Gary gli permette di soddisfare la fantasia sanguinaria del sicario, inizialmente da un'angolazione disinteressata, finché la sua stessa fantasia prende il sopravvento e lui riesce a evolversi nella persona che conquista la ragazza (e forse compie o favorisce qualche omicidio lungo la strada).

Il vero Gary Johnson (morto nel 2022) ha inizialmente catturato l'attenzione di Linklater e Powell quando un articolo del Texas Monthly scritto da Skip Hollandsworth ha svelato il suo lavoro con la polizia. Linklater, che in precedenza aveva adattato un altro pezzo di Hollandsworth per il suo film del 2011, Bernie, era intrigato dalla vicenda ma faticava a trovare un arco centrale che potesse sostenere la storia. "Era un po' sempre la stessa cosa, e non sapevo davvero come fare", ricorda Linklater. "Era sicuramente in un angolo della mia mente".

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Poi, quasi due decenni dopo, Powell arrivò però una telefonata di Powell, con cui Linklater aveva già scritto un paio di film. "Ricordo che Glen disse: 'E se non ci attenessimo ai fatti? E se ci lasciassimo andare per una volta?'". Lui e Powell si concentrarono su un breve aneddoto dell'articolo, in cui Johnson rifiutava di organizzare un'operazione sotto copertura per catturare una donna che aveva assoldato un sicario per uccidere il suo abusatore. Nel film, Gary inizia una relazione con questa cliente potenziale, ancora sotto le spoglie del sicario. Sfruttando la fantasia, Linklater e Powell riuscirono a cogliere il fascino centrale della storia di Gary.

Powell spinse per una delle parti più memorabili del film Hit Man: i travestimenti assurdi che Gary adotta nei suoi vari personaggi di sicario. "È stato Glen a spingere davvero su queste false identità che Gary crea per ciascuno dei suoi casi", ricorda Linklater. "Il vero Gary faceva dei leggeri travestimenti, ma non al livello che vediamo nel film. Ma Glen ha spinto tutto al massimo, e adoro come è venuto fuori". Tuttavia, il travestimento più prominente nel film non è così cartoonesco come il sicario americano in giacca e cravatta o il killer dai capelli rossi: è l'uomo che Gary desidera essere.

Il poster italiano del film Hit Man.
Il poster italiano del film Hit Man.

La vera identità

Hit Man è un film che riflette sul concetto di identità e sulle mille maschere che portiamo nella vita reale. E a confermarcelo è il racconto in esclusiva che ce ne fanno i due protagonisti, Glen Powell e Adria Arjona.

“È la forza trainante del film”, ci dice Glen Powell, che ha anche scritto la sceneggiatura. “Quando ho letto l’articolo che riguardava la storia di Gary Johnson e mi chiedevo che film ne sarebbe venuto fuori, c’era un aspetto che per me era molto interessante: era come se Gary, pur incarnando tante cose diverse (insegnante di psicologia, collaboratore del dipartimento di polizia, ornitologo, buddista, amico delle sue ex mogli), fosse sposato con un’idea di se stesso e di come funzionasse il mondo che non necessariamente corrispondeva alla realtà”.

Il film, cosa di non poco conto, è stato scritto durante la pandemia, “quando molte persone stavano lottando con la propria identità”, aggiunge Powell. “La musica si era improvvisamente fermata e le persone si erano ritrovate a cercare di capire chi fossero, con chi fossero e cosa significasse tutto ciò che stava accadendo”.

“È stato una sorta di fermo immagine delle nostre vite, qualcosa con cui raramente ci si può confrontare”, continua l’attore. “Ma è stato fondamentale perché ha permesso di capire se si fosse realmente felici con la maschera indossata e mostrata al mondo: è la più vera o è una delle tante? In pandemia, è stato potente vedere come la gente cambiasse il proprio comportamento per diventare una versione diversa di se stessa, qualcosa che la rappresentasse maggiormente”.

Hitman, da questo punto di vista, è un film che punta all’empowerment spingendo a capire quale identità vogliamo per noi stessi: abbiamo così poco tempo a disposizione su questa Terra che sarebbe il caso di essere ciò che ci fa sentire meglio”, chiosa Powell.

“Nella vita devi correre dei rischi e non devi avere paura: si impara solo dai fallimenti”, controbatte Adria Arjona, femme fatale della storia. “Non c’è altro modo. O, almeno, così è come la penso io che ho ricevuto le mie più importanti lezioni tutte le volte che ho fallito. A volte, prendersi dei rischi e vivere al limite è molto divertente ma, finché hai le tue priorità e le tue persone su cui fare affidamento, non devi preoccuparti di quanto lontano tu vada o da quale altezza caschi: c’è sempre qualcuno pronto a recuperarti. Nella vita, ho un mio personalissimo motto: “Non temere, fallisci meglio”… è un po’ il mio mantra”.

Hit Man: Le foto del film

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