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Holly: Il “dono” speciale di una quindicenne nel film in concorso a Venezia

holly film venezia
La regista belga Fien Troch porta in concorso al Festival di Venezia il suo quinto film, Holly. Tornando là dove aveva vinto un importante premio, propone la storia di una quindicenne su cui aleggia un velo di misticismo.
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Holly, il quinto lungometraggio diretto dalla regista belga Fien Troch, viene presentato in concorso al Festival di Venezia 2023. “È straordinario poter portare un film come Holly in anteprima mondiale a Venezia”, ha commentato la cineasta. “Ho un legame speciale con questo festival, che secondo il mio punto di vista è il trampolino di lancio perfetto per permettere ai film di far carriera nel circuito dei festival internazionali”.

“Per me, ad esempio, è stato molto importante ricevere nel 2016 il Premio Orizzonti per la Miglior Regia per il mio film Home. Tornare a Venezia dopo sette anni ma nel concorso ufficiale è semplicemente un sogno che si realizza: mi conferma che c’è ancora posto per film come Holly”.

Il poster del film Holly.
Il poster del film Holly.

Caos, misticismo e dono speciale

Holly, il film in anteprima mondiale a Venezia 80 e prossimamente nelle sale italiane grazie a Minerva Pictures, ha per protagonista la quindicenne Holly (Cathalina Geeraerts). Un giorno, Holly chiama la scuola dicendo che resterà a casa. Poco dopo nell’istituto scoppia un incendio in cui muoiono diversi studenti. L’intera comunità, colpita dalla tragedia, si riunisce per cercare consolazione.

Anna (Greet Verstraete), una delle docenti, è affascinata dalla strana premonizione di Holly e la invita a far parte del suo gruppo di volontari. La sola presenza di Holly trasmette tranquillità calore e speranza. Presto, però, tutti vogliono incontrarla e sentire l’energia catartica che emana da lei, chiedendo alla ragazza sempre di più.

Holly è ambientato in una comunità che ha appena subito un forte trauma”, ha spiegato la regista. “In questo contesto la comunità proietta inconsciamente sul personaggio di Holly i propri bisogni e le proprie convinzioni. Credo che la dinamica di gruppo sia fondamentale in questo processo. Volevo dare vita a un’esperienza filmica schizofrenica combinando il dolore con la pazzia dei personaggi e delle situazioni, che si manifesta attraverso il ritmo della narrazione. Il film inizia lento per svilupparsi in un crescendo che culmina nel caos assoluto. Da una parte, il film è molto concreto, ma ci sono momenti in cui emergono degli elementi mistici e si comincia a mettere in dubbio il dono speciale di Holly”.

Diplomata alla scuola di cinema LUCA di Bruxelles, Fien Troch ha diretto il suo primo lungometraggio, Someone Else’s Happiness, nel 2005: in anteprima mondiale al Festival di Toronto, ha poi vinto premi in tutto il mondo. Nel 2008, il suo secondo film, Unspoken, ha avuto la sua première sia a Toronto sia a San Sebastian.

Kid, il terzo film del 2012, ha invece partecipato al Festival di Rotterdam mentre, coadiuvata dal Torino Film Lab per il suo quarto lungometraggio, la regista ha portato a Venezia Home nel 2016, dove ha vinto il premio per la miglior regia nella sezione Orizzonti, come la stessa ha ricordato.

La regista Fien Troch.
La regista Fien Troch.
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