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Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente – Le videointerviste in esclusiva italiana al cast

Hunger Games: La ballata dell'usignolo e del serpente
Il film Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente, dall’amato romanzo di Suzanne Collins, arriva finalmente al cinema. TheWom.it ha avuto la straordinaria possibilità di videointervistare il cast in esclusiva per l’Italia. Parlano con noi del film i co-protagonisti Hunther Schafer e Josh Andrés Rivera e i protagonisti Tom Blyth e Rachel Zegler.

Arriva in sala, distribuito da Notorious Pictures in collaborazione con Medusa, Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente, il film che il regista Francis Lawrence ha tratto dall’omonimo libro di Suzanne Collins, edito in Italia da Mondadori. Quinto film dedicato a uno dei franchise young adult più amati di sempre, Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente funge da prequel alla saga con protagonista Jennifer Lawrence andando indietro nel tempo di ben 64 anni per raccontare come Coriolanus Snow è diventato quel tirannico presidente di Panem, reso leggendario da Donald Sutherland.

Andando indietro nel tempo, troviamo Coriolanus Snow appena diciottenne e con il volto dell’attore britannico Tom Blyth. Discendente di una casata in declino che ha visto il proprio orgoglio messo a dura prova dal dopoguerra di Capitol City, Coriolanus vive con la cugina Tigris, con il volto di Hunter Schafer, e la nonna, e frequenta l’accademia di Panem, quella che punta a formare la futura élite. Ambizioso e desideroso di salvare il buon nome della sua famiglia, Coriolanus pregusta un importante premio che, con suo disappunto, non arriva e rimette in discussione la sua possibilità di tirare la cugina e la nonna fuori dai guai finanziari in cui si ritrovano.

Tuttavia, la decina edizione degli Hunger Games, nati per punire i ribelli, si avvicina e Coriolanus si ritrova a dover fare da mentore al tributo proveniente dal Distretto 12, lo stesso in cui ha trovato ma morte suo padre ma anche quello considerato più miserabile, povero e senza speranza alcuna di vittoria. Il tributo scelto durante la Mietitura è Lucy Gray Baird, una ragazza impersonata nel film Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente dall’attrice Rachel Zegler (futura Biancaneve nel film live action della Disney).

Rimasta sola al mondo, Lucy Gray fa parte di un gruppo di cantanti, i Covey, la sua unica famiglia. Ragione per cui, proprio durante la Mietitura, si esibisce in una potente canzone che tocca le corde di Coriolanus. Da quel momento, Snow punta tutto sulla vittoria della ragazza, rivoluzionando pian piano il concetto degli stessi Hunger Games e mettendo in azione una serie di comportamenti che, una volta scoperti, genereranno una punizione che lo porterà sulla via del Male assoluto.

Perché, smentendo anche Hannah Arendt, il Male non è sempre così banale come ci appare a prima vista. La strada che vi conduce passa per molti incroci, ostacoli, tappe, buche e buchi, come quelli che possono rimanere nel cuore quando un mentore come Coriolanus si innamora di un tributo come Lucy Gray, una giovane donna che pian piano realizzerà come la sua vera vittoria consista nel mettere se stessa al primo posto e non gli altri.

Tra coloro che pagano le conseguenze della trasformazione di Coriolanus da ragazzo in cerca di riscatto a diabolico leader c’è senza ombra di dubbio Segianus. Portato in scena dall’attore Josh Andrés Rivera, Segianus è colui che possiamo definire come il suo migliore amico, simbolo di un eroismo moderno che paga con la sua stessa vita l’aver creduto nell’uguaglianza dei diritti e nella libertà.

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Le videointerviste al cast

TheWom.it ha avuto la straordinaria possibilità di parlare del film e dei suoi personaggi con i protagonisti di Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente in esclusiva per l’Italia.

Hunther Schafer

Tigris è la cugina di Coriolanus. Vive con lui e con la nonna, provvedendo all’economia della famiglia con il suo lavoro. Che esperienza è stata per te entrare nel mondo degli Hunger Games?

«È stato incredibile essere coinvolta come attrice in questo progetto: avevamo un libro intero da poter usare come risorsa e il che è fantastico. Ma avevamo anche una sceneggiatura ben articolata e un regista incredibile che ci hanno praticamente dato tutto il necessario per interpretare i nostri personaggi nel modo in cui la storia e il film richiedevano. Francis Lawrence, il regista, mi ha incoraggiata nel portare parti di me stessa in Tigris: potevamo concederci un po’ di libertà creativa per tratteggiare un nuovo ritratto di lei, diverso da quello che si è visto sessant’anni dopo».

JOSH ANDRéS RIVERA

Sejanus è il miglior amico di Coriolanus. È originario del Distretto 2, vive a Capitol City con la sua potente famiglia adottiva ma in fondo rimane un ribelle. Quali sono i valori in cui crede? Cosa rappresenta per lui Marcus, il tributo a cui è chiamato a far da mentore?

«Proprio perché è originario del Distretto 2, Sejanus ha una prospettiva molto più umana su tutte le persone che vengono scelte contro la loro volontà come tributi. Ha di conseguenza un rapporto diverso con lo spettacolo che ruota intorno agli Hunger Games: i tributi hanno tutti famiglie e comunità di cui si preoccupano o da cui vengono strappati per prender parte a una competizione mostruosa».

«Tutto ciò influenza molto le convinzioni di Sejanus, l’unico che a Capitol City ha tale visione d’insieme. Una visione che viene accolta con molta opposizione e avversità: per tutti quanti, gli Hunger Games sono solo uno spettacolo che non ha alcun impatto sulle loro vite. Penso sia anche questo che lo lega a Marcus, il suo tributo. Ricordiamoci anche che Marcus era un suo compagno di classe ai tempi della scuola elementare (non so come la chiamino a Panem!), un compagno con cui ha interagito e che in qualche modo rappresenta un pezzo di casa che gli è stato tolto».

Diritti e libertà: possiamo considerare Sejanus come il più contemporaneo dei personaggi del film?

«Oh, sì. È bello che tu me lo abbia chiesto perché penso che sia esattamente la sua funzione nella storia: è quel personaggio in cui la gente può identificarsi mentre guarda il film. Chiunque di noi, se fosse catapultato a Capitol City durante gli Hunger Games, reagirebbe chiedendosi cosa stia succedendo e pensando che quello a cui assiste non sia giusto. Nessuno degli altri nella storia la pensa così, a parte Segianus, il più contemporaneo dei personaggi e il più consapevole di cosa non sia giusto fare».

TOM BLYTH

Orgoglio, rivalsa sociale e autodeterminazione spingono il giovane Coriolanus Snow verso il male più assoluto. A quali lati oscuri del tuo carattere hai guardato per interpretare Coriolanus?

«Ci sono tanti motivi per cui non potrei identificarmi con Coriolanus, soprattutto alla fine del film, quando si ritrova in una posizione che per me è più difficile da capire rispetto a quella che ha all’inizio del film. Mi viene più facile identificarmi con lui all’inizio della storia, nel modo in cui si relaziona con la cugina Tigris e la nonna, le uniche due persone al mondo che gli sono rimaste».

«Se proprio dovessi identificarmi con qualcosa di più oscuro che lo riguarda, sarebbe l’ambizione che lo muove. In qualche modo, recitare e realizzare film comportano un’ambizione che porta a deviare meno rispetto alla sua di governare il mondo. Non necessariamente, la parola ambizione ha una valenza negativa. Può certo assumerla, come nel suo caso».

RACHEL ZAGLER

Rachel, la tua Lucy Gray nel film Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente è fantastica. La definiresti una “bad girl”, nell’accezione contemporanea che diamo all’espressione?

«No. Penso che Lucy Gray sia, in maniera esilarante, un personaggio un po’ più grey” grigio moralmente. Credo che il suo discorso alla fine del film sulla fiducia nella bontà intrinseca dell’umanità sia vero: non penso che stia qualche doppio fine mentre lo dice. La sua prima preoccupazione rimanere l’autopreservazione ed è l’unica cosa su cui, alla fine dei conti, può fare affidamento: intorno a lei tutto sta cadendo a pezzi, le persone che conosce stanno morendo e chi reputa suo amico alla fine non lo è più. Tutto ciò che deve fare è pensare a se stessa e andare avanti».

«Non penso, quindi, che sia necessariamente “cattiva”, anche se la messa in discussione del suo personaggio è uno dei fulcri del film. In definitiva, direi di no ma lascerei un bel punto interrogativo, non ne sarei così certa».

Durante la Mietitura, Lucy Gray canta una canzone molto emozionante (e anche divertente sul finale). A cosa hai fatto appello per trovare in te tutta la carica emotiva che richiedeva?

«In quel momento, mi sono immersa totalmente nei personaggi. Mi sono chiesta cosa avrei fatto io se avessero estratto realmente il mio nome per gli Hunger Games: ho pensato a me e a mia sorella, che quel giorno era sul set. Se fosse stata mia sorella a essere scelta come tributo, avrei tirato fuori la mia Katniss e mi sarei offerta io come volontaria».

«In più, una volta sul palco, Lucy Gray viene schiaffeggiata e cade per terra, vivendo un attimo di vergogna. Nella mia testa, sentivo voce di Tom Blyth che mi diceva di non piangere… è stato un momento incredibile, che sono stata felice di condividere con tutti i miei compagni di avventura, compresi le comparse e Nick Benson (l’attore che interpreta il tributo Jessup, ndt), che era lì con me. Quando ti passa tutto ciò per la testa, non hai bisogno di fare grandi sforzi per accedere alle tue emozioni: tutto sembra molto reale. E in questo di grande aiuto è stato tutto il set».

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