Rete 4 trasmette sabato 13 gennaio in prima visione tv il film I bambini della speranza. Diretto da Michael Samuels e interpretato tra gli altri da Thomas Kretschmann, Romola Garai e Iain Glein, il film di Rete 4 I bambini della speranza ci avvicina alla Giornata della Memoria proponendo la storia di un gruppo di bambini che, dopo l'orrore della Shoah, arrivano a Windermere per cercare di vincere i loro traumi con l’aiuto di alcuni terapisti volontari. Senza le loro famiglie, dovranno trovare un legame reciproco che li tenga uniti e permetta loro di andare avanti.
I bambini della speranza è una storia toccante, commovente e a tratti cruda che mostra come le amicizie che si sono formate in un contesto di morte e privazione diventino un’ancora di salvezza per un futuro roseo e prospero.
La trama del film
Agosto, 1945. Un pullman pieno di bambini arriva alla tenuta Calgarth sul lago di Windermere. Sono tutti sopravvissuti all’Olocausto nazista che ha devastato la popolazione ebraica europea. Portano con loro solo gli abiti che indossano e pochi miseri averi, oltre le cicatrici emotive e fisiche di ciò che hanno vissuto sulla loro pelle. Comincia così il film di Rete 4 I bambini della speranza.
A prendersi cura di loro c’è Oscar Friedmann, uno psicologo infantile di origine tedesca. Lui e il suo team di consulenti hanno solo quattro mesi per aiutare i bambini a riprendere in mano le loro vite. Sul lago, al sole e sotto la pioggia, i bambini mangiano, imparano l'inglese, giocano a calcio e vanno in bicicletta. Ogni giorno bramano notizie dei loro cari e, nel frattempo, provano a a esprimere il loro trauma attraverso la pittura. Alcuni locali li provocano, mentre altri li accolgono. Alcuni dei bambini più grandi rubano e sono tormentati da incubi. Tuttavia, è in questo ambiente che iniziano a guarire.
Alla fine, arrivano lettere dalla Croce Rossa con la terribile conferma i fratelli e genitori di quasi tutti i bambini sono stati uccisi. Un bambino, però, è convinto che suo fratello sia sopravvissuto.
Una storia poco conosciuta
"Quando racconteremo agli altri quello che è successo, non ci crederanno. Ma noi diremo sempre la verità", si sente dire ai protagonisti del film di Rete 4 I bambini della speranza, che racconta la storia di 305 giovani sopravvissuti all'Olocausto nazista portati in Inghilterra nel 1945 per iniziare la loro riabilitazione nei pressi del lago di Windermere.
Ciò che hanno vissuto viene raccontato all’inizio da una voce fuori campo: sono stati deportati, strappati dai loro genitori, rinchiusi nei campi di concentramento, lasciati senza cibo e circondati dalla morte. Scampati al peggio, i ragazzi – molti dei quali adolescenti – arrivano in pullman a Calgart. Invitati a separarsi in file di ragazzi e ragazze, a spogliarsi e consegnare ogni bene, temono un’altra reclusione ma al primo pasto rimangono sorpresi da ciò che invece li attende: gentilezza. Ma cos’era il progetto Windermere?
Ad avviarlo fu Leonard Montefiore, un filantropo ebreo che chiese che gli aerei della RAF che tornavano nel Regno Unito con stive vuote fossero utilizzati per portare i sopravvissuti bambini. Si lanciò un appello per raccogliere 1 milione di sterline per il progetto, con annunci sui giornali che esortavano le persone a contribuire a "restituire felicità e salute ai bambini".
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Sarebbe stato facile per il film di Rete 4 I bambini della speranza cedere al sentimentalismo ma il rischio viene evitato soffermandosi sul percorso dei ragazzi. Lo sceneggiatore Simon Block e il regista Michael Samuels regalano un film triste e bello, in cui il peggio è già avvenuto. Traumatizzati ma pur sempre adolescenti, i ragazzi scherzano e litigano. I nazisti non li hanno privati della loro umanità: ciò che conta è il presente e il futuro. L'unico adulto che ha spazio nel dramma è l’attore Thomas Kretschmann nel ruolo dello psicologo tedesco Oscar Friedmann, invitato da Montefiore a guidare il progetto. La sua pazienza e compassione guidano il tono del racconto.
I bambini della speranza: Le foto del film
1 / 12La vera storia
Il film di Rete 4 I bambini della speranza è datato 2020, anno del 75° anniversario della fine della Seconda guerra mondiale, e racconta la vicenda poco nota dei 300 giovani ebrei orfani che hanno ricominciato le loro vite in Inghilterra nell’estate del 1945.
Quell'estate l'Europa provava a risorgere dalle proprie rovine. I nazisti avevano assassinato sei milioni di ebrei ma nei campi di concentramento liberati c'erano dei sopravvissuti. Tra di loro c'erano molti bambini ebrei, da tempo separati dalle loro famiglie, che in qualche modo erano sopravvissuti ai campi, alle fabbriche di lavoro forzato e alle marce della morte. Senza case o famiglie a cui tornare, erano soli al mondo.
Il 14 agosto 1945, solo pochi mesi dopo la liberazione dei campi, 10 aerei da bombardamento RAF Stirling dismessi partirono dall'aeroporto di Praga diretti a Crosby-on-Eden, vicino a Carlisle. A bordo c'erano 300 giovani provenienti da varie provenienze: dalla Polonia rurale, dall’area metropolitana di Varsavia e dalla Cecoslovacchia - alcuni erano cresciuti nella povertà, altri nel comfort della classe media. C'erano oltre 40 ragazze, ma la maggior parte del gruppo era composto da ragazzi.
A organizzare ciò c'era il Central British Fund (CBF). Leonard Montefiore, un eminente filantropo ebreo, aveva utilizzato la sua esperienza prebellica con il Kindertransport e aveva fatto pressioni con successo sul governo britannico per consentire l'ingresso nel Regno Unito fino a 1.000 giovani sopravvissuti ai campi di concentramento ebrei. Si decise che avrebbero portato i primi 300 bambini dal campo liberato di Theresienstadt in Gran Bretagna.
E, per una coincidenza fortunata, furono trovate sistemazioni vuote sulle rive del Lago Windermere in una fabbrica dismessa. Durante la guerra, aveva costruito idrovolanti, ma dopo lo sbarco in Normandia la fabbrica fu chiusa e gli alloggi per i lavoratori rimasero vuoti. Con spazio per ospitarli e in un ambiente veramente bellissimo, si rivelò essere la location perfetta per questi bambini traumatizzati.
Nonostante il governo del Regno Unito inizialmente offrisse solo visti temporanei di due anni, con politiche di immigrazione rigide applicate in altri paesi e senza famiglie a cui tornare, presto divenne chiaro che non c'era altro posto dove andare per la maggior parte dei bambini. E così, alla fine, molti dei 300 rimasero nel Regno Unito per tutta la loro vita, diventando cittadini britannici e crescendo figli britannici. Oggi, a distanza di 75 anni, le strette amicizie che sono nate a Windermere rimangono e molti si considerano reciprocamente come famiglia.