Chiara e Mattia Fabiano, i Mc Brothers, sono due delle voci del film Argonuts – Missione Olimpo in uscita il 9 febbraio con la distribuzione di Notorious Pictures. Diretto da David Alaux, Argonuts – Missione Olimpo è un invito a salpare alla volta dell’antica Grecia con l’avventurosa e super smart topolina Pixi e con il suo compagno, il gatto Sam. Durante il viaggio i due amici affronteranno le creature più stravaganti e pericolose della mitologia greca per aiutare il valoroso eroe Giasone e i suoi argonauti a salvare la città dal dio Poseidone.
A dare le voci agli esilaranti personaggi di questo viaggio mitico sono due celebri coppie. La prima, la Space Family, è composta dai due giovani genitori Valentino Bisegna (popolare creator del duo Matt&Bise) e Sara Di Sturco (creator e TikToker), che all’inizio del 2021 si sono uniti in questo duo di successo sia nella vita che nel lavoro e che oggi, dopo la nascita del loro primo figlio, sono diventati un punto di riferimento sul web per i giovani genitori con cui condividono quotidianamente emozioni e paure legate alla genitorialità.
La seconda coppia, invece, è composta appunto dai fratelli Chiara e Mattia Fabiano – i Mc Brothers – doppiatori professionisti che, nonostante la giovanissima età, sono tra le voci più riconosciute nel panorama del doppiaggio italiano per aver prestato la voce alla serie Netflix Stranger Things, divenuta un vero e proprio fenomeno. Chiara, infatti, è la doppiatrice di Undici mentre Mattia è la voce di Dustin Henderson Ma non solo: Chiara e Mattia Fabiano, i Mc Brothers, sono anche le voci di Mercoledì e Xavier nella serie tv di culto Mercoledì.
Ed è dal doppiaggio che siamo partiti per conoscere meglio il mondo dei Mc Brothers in quest’intervista in esclusiva in cui Chiara e Mattia Fabiano raccontano cosa significhi per loro prestare la voce a personaggi entrati nell’immaginario collettivo e perché anche come un film come Argonuts – Missione Olimpo può parlare non solo ai bambini ma anche agli adulti.
Intervista esclusiva a Chiara e Mattia Fabiano, i Mc Brothers
In Italia il doppiaggio è fondamentale. Incontrarvi è un modo anche per mostrare anche i vostri volti.
Mt: Spesso la maggior parte delle persone tende a sottovalutare il lavoro che facciamo. Pensano che siamo degli imitatori in grado di replicare qualsiasi voce, senza sapere che dietro c’è tutto un lavoro di adattamento e di studio.
Siete oggi tra i doppiatori del film Argonuts – Missione Olimpo, in uscita il 9 febbraio. Chiara, chi è Pixi?
Ch: Argonuts – Missione Olimpo è stato un film in generale molto divertente da doppiare. E lo è stato ancora di più perché prestavamo voce a due personaggi insoliti: non capita tutti i giorni di doppiare due topolino che partono per un’avventura e hanno a che fare con tutta la storia dei miti greci. È stato divertente ma anche molto istruttivo. Di Pixi ho amato il coraggio, l’intraprendenza e i valori a cui è attaccata: la famiglia, l’amicizia e il sogno in cui crede, navigare come il suo mito Giasone.
I personaggi del film sono antropomorfizzati…
Ch: Pixi potrebbe essere una ragazza dei nostri giorni per lo spirito di indipendenza, per l’intraprendenza e il desiderio di affermazione di sé, nonostante i piccoli atti di “bullismo” a cui è soggetta. Ha tutte caratteristiche in cui si possono riconoscere le ragazze della mia età e le adolescenti. Vive una fase della sua vita che tutte noi passiamo.
Mattia, chi è invece Luigi?
Mt: Luigi è il miglior amico di Pixi. Mi è piaciuto doppiarlo perché, oltre a lavorare in coppia con mia sorella, per il messaggio che lancia: Luigi prova costantemente a diventare un ninja. Fa tanti di quei tentativi finché non ci riesce. Lancia così un bel messaggio: non mollare mai per raggiungere il proprio scopo, l’obiettivo che ci si è posti.
Conoscevate bene i miti greci?
Ch: Prima di doppiare Argonuts – Missione Olimpo non conoscevamo la storia di Giasone. A scuola, come tutti, abbiamo studiato i grandi classici, come l’Iliade o l’Odissea, ma non ci siamo mai soffermati tanto sugli altri miti. Doppiare Argonuts – Missione Olimpo è stato per ni anche istruttivo: ci siamo relazionati con una storia che non conoscevamo.
E vi siete confrontati tramite Pixi e Luigi con la natura dispettosa delle divinità greche…
Ch: I dei greci dispettosi sono una caratteristica che ritorna in tutte le storie ambientate nell’Antica Grecia, così come in esse sono sempre presenti creature fantastiche. Basti pensare ai Ciclopi, presenti anche nell’Odissea.
In Argonuts – Missione Olimpo, è presente anche una problematica sempre attuale: lo scontro generazionale. C’è l’equipaggio centenario di Giasone da un lato e Pixi e i suoi aiutanti dall’altro. I boomer la Generazione Z, verrebbe da dire. Quali valori trasmessi dal film si avvicinano più ai vostri?
Ch: Una delle cose che mi piace tanto di Pixie è il suo attaccamento alla famiglia, disfunzionale o meno che sia. La famiglia è il primo nucleo con cui ti relazioni e a cui ti leghi per tutta la vita. È sicuramente il valore che più rispecchia anche i nostri. Poi, ovviamente l’amicizia…
Mt: Ma anche il non mollare mai, come dicevo prima. Il porsi degli obiettivi e raggiungerli. E per farlo occorre saper affrontare gli imprevisti e gli ostacoli, contando anche sul supporto degli altri. L’unione fa sempre la forza. Argonuts – Missione Olimpo è un film d’animazione: si pensa che sia destinato solo ai bambini ma ricordiamo che l’animazione è anche pensata per lanciare dei messaggi molto forti agli adulti che accompagnano i bambini.
Da quanto lavorate nel settore del doppiaggio?
Ch: Sono 14 anni che lavoriamo nel mondo del doppiaggio. Avevamo io 4 anni e mio fratello sei. È iniziato tutto come un gioco, anche perché non sapevo ancora neanche leggere. A quattro anni dovevano ripetermi le battute affinché io le imparassi a memoria. Il gioco si è trasformato in passione quando abbiamo capito cosa fosse il doppiaggio. E, crescendo in quell’ambiente, è diventato un lavoro. Siamo cresciuti ovviamente e oggi siamo fieri e orgogliosi di aver trovato la nostra strada.
È facile lavorare insieme da fratello e sorella?
Ch: Noi abbiamo iniziato insieme a condividere la stessa passione. E ci siamo aiutati a vicenda. Tra noi ci sono solo due anni di differenza e sono state tante le cose che siamo ritrovati a vivere insieme. Vivendo nella stessa casa, ci vediamo tutti i giorni e condividere gli stessi interessi è ancora più bello. E poi ci divertiamo tantissimo a doppiare. Uno dei vantaggi dell’essere fratelli lo abbiamo vissuto durante il CoVid: si doppiava uno per volta ma noi, vivendo appunto nella stessa casa, potevamo farlo insieme. Vuoi o non vuoi, ci saremmo incontrati.
Studiate insieme i personaggi?
Ch: Il mondo del doppiaggio moderno non ti dà la possibilità di studiare molto prima di entrare in sala. I tempi sono sempre stati veloci ma oggi ancor di più. Approntiamo tutto sul momento, anche perché per questioni di riservatezza noi non conosciamo nemmeno la trama dei film o delle serie tv su cui lavoriamo. Vediamo solo le parti che doppiamo doppiare e non sappiamo nemmeno qual è in contesto in cui saranno inserite: è un modo per tutelare i prodotti ed evitare che si spoileri troppo.
Chiara, tu in particolar modo sei stata travolta di recente da uno dei personaggi che hai doppiato: Mercoledì Addams. Che effetto ti fa sentire la tua voce abbinata a un personaggio diventato così iconico?
Ch.: A Mercoledì Addams ho lasciato una parte del mio cuore. È stato molto impegnativo darle voce, non nego che ho faticato per doppiarla. In un primo momento, avevo sottovalutato l’impegno: pensavo fosse semplicissimo doppiare un personaggio senza emozione. Ma mi son resa conto che sbagliavo: in ogni singola frase che pronunciamo lasciamo trasparire una minima emozione e, di conseguenza, è stato arduo far sì che dalla sua voce non trapelasse nulla. Sono però fiera del lavoro fatto e sono contentissima del successo riscontrato: la serie è pazzesca sia per quanto riguarda la trama sia per quanto riguarda gli attori, la regia, le riprese, i costumi.
Mt: Jenny Ortega è stata veramente brava: Mercoledì Addams non poteva essere interpretata meglio.
Quanto è difficile per voi coniugare scuola e lavoro?
Ch: Impegnativo lo è ma è qualcosa che faccio con grande piacere. Per me, la scuola è una priorità e non è un peso, così come non lo è il doppiaggio. Sono abituata a entrambe le cose, sono cresciuta con le giornate piene: al mattino a scuola, il pomeriggio in sala di doppiaggio e la sera a studiare. Io frequento il quinto anno di liceo scientifico e quest’anno ho la maturità da sostenere.
Fb: Io invece sono iscritto a Scienze della Comunicazione. Vorrei fare anche il telecronista: sono da sempre appassionato di calcio.
Ch: Dopo mi piacerebbe iscrivermi a Giurisprudenza. Rispetto ad altri nostri coetanei, ci riteniamo molto fortunati: abbiamo le idee chiare e sappiamo cosa fare.
E le giornate così piene non vi creano problemi dal punto di vista delle relazioni con gli altri?
Mt: No. I nostri amici sono entusiasti del fatto che doppiamo personaggi così famosi. Fa piacere che si interessino ai nostri personaggi o al nostro lavoro. Ci chiedono spesso di quello che facciamo e a noi piace condividere con loro le nostre passioni, raccontar loro il nostro mondo, quello che facciamo e quello che siamo. Quando ho doppiato Dustin in Stranger Things, i miei amici mi chiedevano spesso di parlare con la “s” moscia!
Avete mai avuto la tentazione di dedicarvi anche alla recitazione?
Mt: Ci piacerebbe farlo e sicuramente ci proveremo. Di base, il doppiatore è un attore: se non sai recitare con la voce, non potrai mai recitare con il corpo. Da tre anni studiamo teatro in un’associazione e il teatro ci aiuta a migliorarci anche con il doppiaggio.
E i vostri genitori come hanno preso il fatto di avere due figli che fanno un lavoro così “anomalo”?
Fb.: Sono molto orgogliosi e ci supportano tanto: è grazie a loro che ci hanno portato sempre a fare doppiaggio, a spronarci a impegnarci e a sorreggerci che siamo qui, sin da quando abbiamo doppiato da piccolini i PJ Mask. Siamo stati la prima voce dei PJ Masks ma poi cresciuti e per forza di cose abbiamo dovuto lasciare la serie. Mi ricordo che la mia voce è cambiata nel giro di un’estate. Il mio personaggio era rimasto piccolo ma io no.
È anche il bello dell’animazione: i personaggi non crescono mai, a differenza di quelli delle serie tv. Voi siete ad esempio cresciuti insieme agli adolescenti di Stranger Things…
Ch.: Doppiamo Undici e Dustin da più di sette anni. Quando abbiamo cominciato, io avevo undici anni e Mattia tredici. Loro sono cresciuti con noi e noi con loro.
Avete mai incontrato qualcuno degli attori che avete doppiato?
Ch: Purtroppo, ancora no. Mi farebbe piacere presentarmi a loro e dire “ciao, sono la tua voce italiana” ma sono sicura che resterei senza parole. Ma non perché sto vedendo l’attore: sentirei la sua voce e io sono abituata a immaginarmelo con la mia di voce! Sarebbe una strana sensazione.
Immaginate di continuare a doppiare per il resto della vita o avere altri sogni che come Pixi e Luigi volete agguantare per affermarvi?
Ch: Sinceramente, vorrei continuare con questo lavoro per tutta la vita. Reputo il doppiaggio una magia e ne sono completamente innamorata. Non penso mi stuferò mai: quando vai al lavoro e ti diverti, hai trovato la tua strada. Non vedo perché non dovrei continuare.
Mt: Vale lo stesso anche per me. Non vedo perché dovremmo smettere: abbiamo dedicato al doppiaggio la parte più importante della nostra vita e senza non riusciamo nemmeno a immaginarla. Per noi ormai è una bella abitudine, come svegliarsi al mattino.
Avete doppiato serie tv che affrontano anche temi molto complessi: il bullismo, la diversità, l’inclusività… Pensate che questi prodotti abbiano aiutato e favorito l’attenzione nei confronti degli argomenti legati ai disagi giovanili?
Ch: Molto. Le serie tv non sono solo una forma di intrattenimento ma lanciano messaggi bellissimi e importantissimi. Pensiamo a Mercoledì: la protagonista è una liceale e il target di riferimento sono i ragazzi più o meno della stessa età. A loro si insegna che sentirsi diversi non è una colpa ma un pregio, un punto di forza di cui essere fieri. Pensiamo anche a Stranger Things e al personaggio di Undici: non ha avuto una famiglia ma il dolore che si porta dietro è lenito dal valore dell’amicizia. Ha un gruppo di amici che la supportano e in loro trova una felicità.
Mi raccontate un episodio divertente che vi è accaduto in fase di doppiaggio?
Mt: Non riuscivo a trovare un modo per doppiare Dustin con la “s” moscia. Mi sono dovuto incaponire parecchio per riuscirci. Ma, doppiando insieme, io e Chiara viviamo diversi momenti divertenti e qualche volta è anche un problema.
Ch: Io mi diverto tanto a doppiare gli horror. Il mio primo film da voce protagonista è stato un horror. Ero piccolina e davo voce a una bambina posseduta, Paranormal Activity 3. Ma ho fatto tanti di quelli horror, da Ouija ad Annabelle, che ormai ci ho preso l’abitudine: sono diventati quasi una commedia! Ovviamente, quando eravamo piccoli, non ci facevano vedere le scene più spaventose, ci facevano girare o chiudere gli occhi di fronte a qualcosa di terribile o spaventoso. Di recente, però, mi sono spaventata mentre doppiavo Scream 5: nessuno mi aveva avvisato che da un momento all’altro sarebbe saltato fuori GhostFace!
Argonuts - Missione Olimpo: Le foto del film
1 / 20Tra i tanti temi affrontati da Argonuts – Missione Olimpo c’è anche il perdono. Cos’è per voi il perdono?
Ch.: Qualcosa di estremamente delicato e difficile per entrambe le parti in causa, chi deve essere perdonato e chi deve perdonare. Ma se si tiene all’altra persona, che ha capito realmente il suo sbaglio, occorre andare oltre. Se non è accaduto niente di irrecuperabile, si può sempre arrivare al perdono e alla concessione di una seconda possibilità: sono convinta che le persone possano cambiare.
Scegliete a scatola chiusa i titoli da doppiare, quando vi arrivano le proposte?
Mt: No, in quello ci aiuta mamma (Gabriella Paredi, ndr). Non è una doppiatrice ma lavora comunque nel mondo del doppiaggio, dietro le quinte, da trent’anni: capisce e fa molto più di noi. Non abbiamo voce in capitolo (ride, ndr).