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Il Corpo: Tra inganni e un cadavere scomparso, un film sorprendente – Le videointerviste al cast

il corpo film
Dopo il successo ai festival di Torino e Tallinn, il nuovo film di Vincenzo Alfieri arriva al cinema: un mix di suspense, colpi di scena e un cast stellare che tiene incollati fino all'ultimo respiro. Le nostre videointerviste.
Nell'articolo:

Arriva nelle sale dal 28 novembre Il Corpo, il film diretto da Vincenzo Alfieri presentato con successo fuori concorso al 42 Torino Film Festival e al POFF in Estonia. Prodotto da Sony Pictures International Productions e Eagle Pictures, Il Corpo giunge nei cinema mentre su Netflix sta spopolando uno dei precedenti film di Alfieri (Ai confini del male) e si avvale di una sceneggiatura sapientemente ridefinita dallo stesso regista con Giuseppe G. Stasi a partire da quella originale di Orion Paulo per il piccolo cult El cuerpo, datato 2012.

Interpretato da Giuseppe Battiston, Claudia Gerini, Andrea Di Luigi, Andrea Sartoretti, Amanda Campana e Rebecca Sisti, Il Corpo prende il via con la morte improvvisa di Rebecca Zuin (Claudia Gerini), un'affascinante e carismatica imprenditrice, che getta un'ombra su chiunque le fosse vicino.

Quando il suo corpo sparisce senza lasciare traccia dall'obitorio, l'ispettore Cosser (Giuseppe Battiston) viene incaricato di risolvere un caso che si fa subito intricato. Anche se i sospetti ricadono sul giovane marito, Bruno Forlan (Andrea Di Luigi), tutte le persone che le erano accanto sembrano avere un movente per volerla morta ma l’ispettore Cosser ha le idee molto chiare su come possono essere andati i fatti…

Il poster del film Il Corpo.
Il poster del film Il Corpo.

Un thriller hitchcockiano

Il Corpo, il nuovo film diretto da Vincenzo Alfieri, si distingue per essere un thriller psicologico, con tocchi di horror e grottesco, intenso e magistralmente orchestrato, capace di catturare lo spettatore dall’inizio alla fine. La trama ruota attorno alla misteriosa scomparsa del cadavere di Rebecca Zuin (Claudia Gerini) dalla camera mortuaria, un evento che dà il via a un’indagine guidata dall’ispettore Cosser (Giuseppe Battiston), incapace di gestire la sua rabbia perché nichilisticamente avvolto nel dolore per la perdita della moglie mai superata. Da quel momento in poi, attraverso un intreccio di colpi di scena e di flashback che mantengono alta la tensione, si svelano strati di segreti e inganni che coinvolgono il giovane vedovo della donna, Bruno Forlan (Andrea Di Luigi).

L’apparente semplicità del punto di partenza – un corpo che scompare in circostanze inspiegabili – si evolve in una narrazione complessa e coinvolgente. Rebecca, potente e manipolatrice donna d’affari, non è solo al centro di un mistero, ma anche un personaggio che, pur assente fisicamente, esercita una presenza opprimente e pervasiva su tutto e tutti. L’indagine, in una lunga notte di incessante pioggia, si trasforma rapidamente in un gioco del gatto e del topo, con Bruno che cerca disperatamente di difendersi dalle accuse sempre più pesanti e Cosser che, con l’aiuto del braccio destro ma anche grillo parlante Mancini (Andrea Sartoretti) stringe la sua rete con meticolosità implacabile.

Del resto, sono molti i motivi per cui Bruno avrebbe voluto vedere Rebecca morta e i segreti che nasconde, dalla relazione sentimentale con la giovane Diana Bettini (Amanda Campana) agli incontri di sesso nei bagni di casa con la cognata Gabriella (Rebecca Sisti). Ma non solo: nella sua psiche pesa sempre l’essere il marito giovane della vittima, quel professore precario costantemente manipolato e moralmente ricattato da chi sa di detenere il potere in mano. Strega cattiva ma anche piccola donna, Rebecca da femme fatale hitchcockiana sapeva come tessere la sua tela.

Il Corpo: Le foto del film

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Personaggi: interpretazioni memorabili

Il cast principale del film Il Corpo offre prove attoriali di grande intensità. Andrea Di Luigi, lanciato da Nuovo Olimpo, riesce a rendere Bruno un personaggio contraddittorio: pur implicato nel crimine, il suo percorso da cinico a vulnerabile lo rende sorprendentemente umano e, a tratti, persino comprensibile. Di Luigi trasmette con credibilità l’angoscia crescente di un uomo intrappolato in un incubo, ora vincente ora perdente.

Giuseppe Battiston, nel ruolo dell’ispettore Cosser, è il vero fulcro del film. La sua interpretazione, inedita, dura e lontana dallo Stucky televisivo, cattura perfettamente le sfumature di un uomo tormentato, che bilancia il bisogno di controllo con un’energia frenetica che non riesce a tenere a bada. La tensione tra i due genera momenti di puro brivido, culminando in scontri verbali e psicologici che, con una vena di tagliente ironia, sono tra i punti più alti del film. Così come una delle sue battute più intense (“Non voglio essere consolato, voglio stare male!”), che permette all’attore di lasciarsi andare a una riflessione sull’imperante “obbligo all’allegria”.

Claudia Gerini, anche se presente principalmente in flashback, incarna una figura femminile inquietante e manipolatrice, il boss di una multinazionale farmaceutica. Ma la sua Rebecca non è solo una vittima: il suo carisma glaciale e la sua capacità di dominare le vite altrui emergono certo chiaramente, rendendo la sua assenza fisica paradossalmente palpabile, ma svelano pian piano crepe e uno stato di profonda delusione, tradimento e solitudine che vive, bene evidenziate dal brano Piccolo uomo di Mia Martini che torna in loop nel corso della storia.

A loro vanno aggiunti la giovane Amanda Campana, perfetta nell’incarnare un personaggio femminile come Diana, che con la sua “doppia ombra” sembra uscire fuori da un thriller di De Palma (Alfieri dimostra di aver mangiato e metabolizzato tanti film di genere, a partire dai mitici gialli all’italiana che negli anni Settanta erano il fiore all’occhiello della nostra cinematografia), la sibillina Rebecca Sisti nei panni della sorellastra di Rebecca tanto insondabile quanto empaticamente comprensibile e il sempre all’altezza Andrea Sartoretti, capace di ritagliarsi un ruolo da voce della coscienza, quello dell’agente Mancini, che non è soltanto l’altra metà dell’ispettore Cosser.

La videointervista a Giuseppe Battiston, Amanda Campana e Andrea Sartoretti

Colpa, manipolazione e verità nascoste

Il Corpo è un film che esplora temi universali come la colpa, l’inganno e il desiderio di controllo. Vincenzo Alfieri riflette sull’ambiguità morale dei suoi protagonisti, mettendo in discussione le loro motivazioni e le loro azioni. Ogni personaggio è portatore di un segreto, e la narrazione invita lo spettatore a interrogarsi continuamente su chi sia realmente colpevole, mentre un’incessante pioggia copre lacrime e lava via colpe e sangue.

Alfieri costruisce un’atmosfera cupa e claustrofobica, con l’obitorio, luogo solitamente privo di vita, che diventa il salotto di una tensione quasi tangibile e costantemente in crescendo. Sebbene la regia si affidi a uno stile al contempo classico e iper contemporaneo, l’abilità di Alfieri sta nel mantenere il ritmo serrato attraverso una sceneggiatura ben strutturata e flashback che svelano gradualmente la complessità della vicenda. Il finale sorprendente – coerente e perfettamente orchestrato – rappresenta un esempio di scrittura di altissimo livello, capace di prendere un film originale (El cuerpo di Orion Paulo) e di trasformarlo in un’opera sui legami affettivi, come il matrimonio e le dinamiche familiari.

Il tutto invitando a riflettere sull’idea di giustizia e sulla sottile linea che separa vittime e carnefici, sui ruoli di genere (è interessante la riflessione di Claudia Gerini nella nostra videointervista in esclusiva) e su quanto siamo disposti a spingerci oltre i limiti per preservare ciò che amiamo, anche al cospetto di Dio (simbolicamente interessante è la sequenza della confessione sull’altare della cappella dell’obitorio). Nel bene e nel male.

La nostra videointervista a Vincenzo Alfieri, Claudia Gerini e Andrea Di Luigi

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