Il dottor Alì è il titolo della serie tv turca che Real Time propone dal 2 settembre in prima serata. Per la prima volta, Real Time si apre alle dizi, fino a oggi appannaggio di Canale 5, proponendo una storia che al pubblico italiano risulterà familiare: Il dottor Alì altro non è che la trasposizione turca di The Good Doctor, la serie tv che ha lanciato il talento di Freddie Highmore.
La trama della serie tv
Composta da due stagioni realizzate dagli stessi produttori di Love is in the Air, la serie tv turca di Real Time Il dottor Alì ha per protagonista l’attore Taner Ölmez nei panni di Alì Vefa. Alì è un giovane autistico laureato in medicina che ha avuto una crescita alquanto difficile. Sebbene sia un vero e proprio genio, ha molte difficoltà a comunicare con le persone a causa del suo disturbo. Tuttavia, il suo sogno più grande rimane quello di diventare un giorno un chirurgo.
Adil (Reha Özcan), il padrino di Alì, è il primario della clinica privata Anka ed è lui che decide di assumerlo presso l’unità chirurgica di cui è responsabile. Ma va incontro a un’enorme resistenza in tutto l’ospedale: gli altri medici non credono che una persona autistica possa svolgere al meglio il lavoro di dottore e sono prevenuti nei confronti di Alì ancora prima di conoscerlo. La loro paura è che possa commettere molti errori e mettere a repentaglio la reputazione della grande clinica. “Prendiamolo per un periodo di prova di sei mesi: al suo primo errore, sarò io a dimettermi” sono le parole che Adil pronuncia davanti al consiglio di amministrazione facendo in modo che Alì venga assunto.
Una volta assunto, Alì affronta molte sfide per lui inedite: guarisce molte persone e supera difficoltà di ogni tipo, ricorrendo al suo ingegno. Commette, però, anche diversi errori a causa del suo autismo, facendo sì che cada nel complotto ordito dal chirurgo Ferman (Onur Tuna), che spera di prendere il posto del primario.
Tutto ciò non frena Alì. Con caparbietà, il giovane medico prova a combattere la sua ostilità nei confronti degli altri cominciando ad aprirsi con le persone. Impara anche a cavarsela da solo e a capire che non tutti sono suoi nemici, sperimentando per la prima volta l’amicizia, la solidarietà e l’amore (con Nazli, supportata da Sinem Ünsal), sentimenti che non aveva mai provato prima in vita sua a causa del rifiuto subito da piccolo dal padre e il bullismo di cui era stato vittima.
Pian piano, Alì conquista anche il personale dell’ospedale con le sua purezza e la sua genuinità. Tutti sembrano guarire da qualcosa grazie alla sua presenza, tanto che gli altri medici, i pazienti, il consiglio di amministrazione e persino i suoi nemici cominciano a vedere il mondo da una prospettiva diversa. L’ospedale si trasforma così nella famiglia di Alì e, come promesso al fratello minore che gli era morto tra le braccia, Alì si avvia a diventare un buon chirurgo.
Ingenuità e sensibilità
Il dottor Alì, la serie proposta da Real Time, ha conquistato gli spettatori della tv turca puntata dopo puntata, procurando a Fox Tv che la trasmetteva alti indici di ascolto e garantendo popolarità al suo protagonista. “Nella storia non ci sono ragazzi ricchi e nemmeno ragazze povere, come in altri prodotti simili”, ha spiegato il protagonista Taner Ölmez. “Non racconta di criminalità e nemmeno di questioni mafiose. Non è ambientata in una grande villa, non mostra violenza contro le donne e non prevede l’uso di pistole o altre armi. Forse il pubblico aveva bisogno di non vedere sempre le stesse cose e necessitava di godersi una storia insolitamente ingenua”.
“L’obiettivo di una serie tv come Il dottor Alì è mostrare come nella vita non esistono solo crudeltà ma anche cose belle”, ha proseguito l’attore. Nonostante abbia alle spalle diversi ruoli, Taner Ölmez ha raggiunto la notorietà proprio grazie al personaggio di Alì. “Mi considero come un maratoneta. Ciò mi ha permesso di rimanere sano sia fisicamente sia mentalmente, scegliendo con cognizione quali progetti sposare. Non ho mai avuto timore di interpretare una persona con autismo: per farlo, ho voluto conoscere chi ne è realmente affetto. Ho incontrato quindi diverse persone autistiche, sono entrato nelle loro case o stanze e ho visto da vicino cosa significava per loro la malattia. Ho osservato come si comportavano senza interferire con la loro normalità”.
“Non tutte le situazioni erano uguali. L’autismo non si può generalizzare. Tuttavia, qualcosa mi ha colpito: tutti coloro che ho incontrato mostravano una certa ingenuità e sensibilità, aspetti che ho riportato nel mio personaggio. Per molti versi, li ho imitati ma sempre con la consapevolezza di non voler offendere o ferire nessuno. Alì ha la sindrome di Savant che, molto rara, fa sì che chi ne soffre non possa usare un lato del cervello ma possa fare affidamento solamente sull’altro”, ha concluso l’interprete del dottor Alì.