Netflix propone dall’11 aprile la docuserie Il giovane Berlusconi. Prodotto da B&B Film in collaborazione con Gebreuder Beetz Filmproduktion tedesca e la rete franco-tedesca ZDF Arte, e sostenuto finanziariamente dalla Regione Lazio e dal programma Media di Europa Creativa, la docuserie Netflix Il giovane Berlusconi esplora l'ascesa di Silvio Berlusconi da imprenditore a pioniere della tv commerciale, fino al suo ingresso nell'arena politica nel 1994.
I tre episodi da 50 minuti ciascuno costituiscono un viaggio autentico attraverso gli anni, tessuto con un filo di ironia e di critica, arricchito da materiali d'archivio inesplorati e narrazioni in prima persona inedite.
Un segno nella cultura popolare
Attraversando gli aneddoti di chi ha lavorato a stretto contatto con Silvio Berlusconi - dalle figure di spicco a quelle dietro le quinte, come tecnici, sceneggiatori, e pubblicitari, a chi ne ha seguito le orme o ne ha contestato il percorso - la docuserie Netflix Il giovane Berlusconi dipana il velo su una storia avvolgente che ha segnato un'era nella cultura popolare, non solo in Italia ma in tutta Europa, con l'avvento della televisione commerciale.
Figlio del boom economico dei primi anni ’60, Silvio Berlusconi si lancia, come molti in quegli anni, nel business dell’edilizia. Realizza Milano 2, una new town avveniristica immersa nel verde, dove per evitare la selva delle antenne sui tetti, si progetta, per la prima volta in Italia, la cablatura di tutta la cittadina con il cavo coassiale. Ed è così che, nel 1974, in un sottoscala nasce una televisione al servizio dei residenti che possono seguire la messa, le riunioni di condominio, le attività sportive dei propri figli e la pubblicità del negoziante sotto casa. Nessuno avrebbe immaginato che da lì a poco la televisione condominiale di TeleMilanoCavo si sarebbe trasformata in uno dei più grandi gruppi televisivi privati europei.
La situazione delle emittenti private a metà degli anni ’70 è paragonabile a un “mucchio selvaggio” e Berlusconi fiuta l’affare: la televisione privata è il business del futuro.Vuole dei programmi vivaci, colorati, ma al tempo stesso rassicuranti, e la pubblicità deve esserne l’anima. Il monopolio della Rai viene aggirato dal cosiddetto “pizzone” di Berlusconi, un nastro registrato con programmi e pubblicità che viene consegnato a tutte le emittenti, sparse lungo il territorio nazionale, affiliate con Canale5, che ha ormai sostituito TeleMilano. Con questo escamotage rudimentale quanto geniale, una piccola televisione locale di Milano riesce a far sentire la sua voce in tutta Italia e a vendere tanta, tantissima, pubblicità.
E così, durante la coda sanguinosa degli anni di piombo Berlusconi fa sognare i telespettatori, raccontando un’Italia che ancora non esiste, ma che si paleserà da lì a poco. Intere generazioni crescono davanti ai teleschermi del gruppo Fininvest, che mandano in onda telequiz, soap opera, telefilm americani, cartoni animati giapponesi, calcio, programmi comici.
Berlusconi parla al consumatore e agli inserzionisti, mentre la TV di Stato si rivolge al cittadino: da questo momento i confini tra i due mondi si faranno più labili, la comunicazione berlusconiana plasma un pubblico nuovo, che presto diventerà elettorato. E non si ferma: per tutti gli anni ’80 l’impero di Berlusconi cresce così a dismisura, inglobando, oltre alle televisioni e alla pubblicità, anche l’editoria, giornali, riviste, assicurazioni, banche, catene di negozi e una squadra di calcio, l’AC Milan, rendendo ancora più popolare la sua immagine di imprenditore di successo.
Testimonianze e materiali
La docuserie Netflix Il giovane Berlusconi narra l'affascinante epopea di una delle figure più emblematiche d'Europa. Nei suoi tre episodi, il racconto non è affidato a un narratore ma alle voci di testimoni d'eccezione come Giovanni Minoli, Pino Corrias, Iva Zanicchi, Marcello Dell'Utri, Fedele Confalonieri, Carlo Freccero, Adriano Galliani, Achille Occhetto, Stefania Craxi, Jack Lang, Gigi Moncalvo e Vittorio Dotti, risultando autentico, profondamente umano e ricco di episodi mai svelati prima.
Con un mix di humour, sorpresa e riflessione, la serie punta a una narrazione visivamente potente, sfruttando musica, archivi e racconti personali per tracciare un affresco memorabile di un uomo che ha lasciato un segno indelebile nella storia contemporanea. A firmare la regia è Simone Manetti mentre la sceneggiatura è di Matteo Billi e Piergiorgio Curzi.