Cielo trasmette il 30 giugno in prima visione tv Il profumo di Yvonne, un film del 1994 diretto da Patrice Leconte che adatta un romanzo considerato impossibile da portare sullo schermo: Villa Triste di Patrick Modiano. Ambientato nel 1958 in una località alpina, racconta la storia dell’incontro tra Victor Chmara, un giovane serioso, e la bella Yvonne, il cui entourage include un enorme cane e un anziano e disinvolto omosessuale, Rene Meinthe. Ben presto, tra Victor e Yvonne scoppia una passione incandescente a cui è impossibile opporre resistenza. A ricordare in un lungo flashback quanto è successo allora è Victor, incapace di dimenticare il profumo di Yvonne.
La trama del film
Il film Cielo Il profumo di Yvonne ci porta nel corso dell’estate del 1958 quando un bel giorno la vita del giovane francese Victor Chmara (Hyppolite Girardot) cambia per sempre in un salotto dell’Hotel Ermitage sulle rive del lago di Ginevra. Arrivato lì sotto falsa identità per sfuggire al richiamo di una guerra senza fine in Algeria, dall’altra parte del Mediterraneo, Victor fa la conoscenza del dottor Renè Meinthe (Jean-Pierre Marielle), omosessuale capriccioso e provocatorio soprannominato “la regina Astrid”, e di Yvonne (Sandra Majani), una donna giovane e schietta che sogna un mondo di lustrini e paillettes.
Ben presto, Yvonne e Victor diventano amanti e quest’ultimo lascia anche la sua modesta pensione per trasferirsi all’Ermitage. Con Yvonne che spera di diventare una star del cinema e Victor uno scrittore, sono determinati a sposarsi e a partire per gli Stati Uniti alla conquista di Hollywood, “come Arthur Miller e Marilyn Monroe”. Ma il giorno in cui devono prendere il treno che dovrebbe portarli a Parigi Yvonne non si presenta…
Ritratto di un amore effimero
Il mix di amore, Francia, estate ed epoca romantica passata rende il film Cielo Il profumo di Yvonne qualcosa da guardare anche se la critica ai tempi della sua uscita in sala è stata piuttosto spietata. “Un film tutto sommato velleitario, molto pretenzioso, e moralmente inaccettabile, vuoi per il tema del suicidio (di uno dei personaggi sul finale, ndr), vuoi per le insistite sequenze erotiche”, scriveva ad esempio la Commissione nazionale di valutazione film della CEI, marchiandolo come “inaccettabile e scandaloso”.
È pur vero che non ci troviamo di fronte a un capolavoro, il regista Patrice Leconte ci ha abituato a ben altro, ma la recitazione degli attori è convincente, sebbene i personaggi oggi risultino stereotipati. Rivedere un film girato una trentina d’anni fa ci fa però capire quanto siano cambiate le caratterizzazioni e gli stereotipi e ciò è evidente soprattutto nell’analisi del personaggio di Renè Meinthe, a cui l’attore Jean-Pierre Marielle dona vitalità e credibilità nonostante gli eccessi.
Ritratto dell’amore effimero, il film Cielo Il profumo d’Yvonne ha però confermato quanto Leconte sia il maestro del dramma erotico sentimentale. Dopo Il marito della parrucchiera, ha infatti confezionato un racconto che, seppur pieno di scene di sesso, non dimentica la tenerezza e la poesia, unendole all’euforia di un amore appena nato e alla malinconia che segnerà per sempre il suo protagonista Victor.