Arriva al cinema il 10 ottobre grazie a Eagle Pictures il film Il ragazzo dai pantaloni rosa. Diretto da Margherita Ferri, Il ragazzo dai pantaloni rosa è il film che si ispira a una delle più drammatiche storie di cronaca degli ultimi anni, che ha visto vittima del bullismo il quindicenne Andrea Spezzacatena, morto suicida il 20 novembre 2012.
Andrea Spezzacatena aveva appena compiuto 15 anni quando decise di togliersi la vita. Andrea, un ragazzo apparentemente solare, aveva ottimi voti a scuola e un ottimo rapporto coi genitori. Il suo gesto fu quindi totalmente inaspettato e rimase senza spiegazione finché sua madre, dopo la sua morte, è entrata nel suo profilo Facebook e ha ricostruito l’inferno che suo figlio stava vivendo tra atti di bullismo subiti a scuola e implacabile cyberbullismo.
Il film Il ragazzo dai pantaloni rosa, narrato dalla voce di Andrea dall’aldilà, ci racconta come il ragazzo sia arrivato a pensare di non avere altra via d’uscita e rappresenta un potente monito sulla pericolosità di parole e gesti che in apparenza ci possono sembrare innocui.
Andrea ha il volto di Samuele Carlino mentre sua madre è interpretata da un’intensa Claudia Pandolfi. Il bullo Christian ha invece il volto di Andrea Arru. Nel cast, anche Corrado Fortuna, Milvia Marigliano e Sara Ciocca.
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Vediamone il trailer sulle note di Canta ancora di Arisa.
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Non siete soli
“Non è facile parlare di questo film ma è bello farlo perché ha un valore così alto”, l’attrice Claudia Pandolfi si è commossa alla presentazione del film Il ragazzo dai pantaloni rosa durante il Giffoni Film Festival, un’emozione forte che ha condiviso con gli 800 ragazzi del Giffoni Film Festival, che hanno potuto vedere prima degli altri il trailer e alcuni estratti del lungometraggio.
Il film racconta la vicenda drammatica del quindicenne romano Andrea Spezzacatena, che ha deciso di togliersi la vita dopo aver subito episodi di bullismo e cyberbullismo a scuola. Il titolo del lungometraggio prende spunto dall’appellativo che sui social media gli è stato attribuito per schernirlo, per via di un paio di pantaloni rossi scoloriti, che amava indossare.
È stata particolarmente forte l’emozione perché sul palco, insieme a Pandolfi oltre ai giovani attori Sara Ciocca e Samuele Carrino e allo sceneggiatore e produttore del film Roberto Proia, c’era anche Teresa Manes, mamma di Andrea, che con la sua forza e tenacia da anni fa un’importante opera di divulgazione nelle scuole sui temi del bullismo e del cyberbullismo e sulla prevenzione al suicidio nei giovani.
“Significa tanto condividere la storia di Andrea qui – ha detto commossa Manes, sul grande schermo interpretata da Claudia Pandolfi - La vita ci porta a fare delle scelte. Dopo quell'evento tragico potevo scegliere se morire pure io e fare del mio letto una cuccia di dolore oppure prendere tutto questo dolore che è pur sempre un'energia e farne qualcosa di nuovo”.
E ha lanciato un appello alla platea di adolescenti protagonisti del festival “Abbattete il muro del silenzio: dei vostri compagni, dei vostri genitori, il vostro stesso silenzio. Siate consapevoli che le parole possono ferire, possono diventare pietre ma quelle pietre possono anche costruire. Io con le pietre che ho raccolto dalle macerie di questo dolore dopo 12 anni posso fare qualcosa, un'opera di sensibilizzazione sociale".
“Si è creato un rapporto molto intenso tra noi”, ha raccontato Claudia Pandolfi, che interpreta Teresa Manes nel film. “Da subito la sfida non è stata tanto tecnica, ma emotiva. È una cosa che io faccio ancora fatica a gestire: una responsabilità che mi sento ancora addosso”. E ha aggiunto: “Non raggiungerò mai la sua intelligenza emotiva. Spero domani di imparare altre cose da Teresa. Per me, tutti i film sono importanti ma dal punto di vista umano 3-4 lo sono veramente. E Il ragazzo dai pantaloni rosa è uno di questi”.
È lo stesso produttore e sceneggiatore del film, Roberto Proia a sottolineare l’importanza del coinvolgimento di Manes nel progetto cinematografico: “Per poter entrare nel mondo di Andrea non bastava leggere su internet del fenomeno né leggere il libro di Teresa, ci voleva proprio Teresa. Abbiamo fatto delle lunghe sedute in cui abbiamo condiviso tanto e piano piano sono entrato nella mente di Andrea, insieme a Teresa. Quando ho chiuso la sceneggiatura è stato doloroso andare via. La prima persona che l’ha letta è stata Teresa”.
“Da quando ho seppellito mio figlio, sono andata in giro per le scuole per un'opera di sensibilizzazione, ma io non sono nessuno. Quello che invece farà questo film è qualcosa di grande”, ha ricordato Manes.
“La soluzione è parlare”, ha specificato poi l’attore Samuele Carrino. “Sento forte la responsabilità della mia interpretazione”. La responsabilità di queste vicende tragiche è di tutti. “Quando si suicida un ragazzo è una sconfitta collettiva. Dobbiamo farcene tutti carico”, ha concluso la mamma di Andrea che sul potere della condivisione, della rete ha costruito la sua possibilità di cambiare le cose. “Da soli si arriva fino a un certo punto, ma insieme si va lontano”.
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