Cielo propone il 29 gennaio in prima visione assoluta il film Il re degli scacchi. Tratto dal romanzo La novella degli scacchi di Stefan Zweig, è un dramma storico ambientato nella Vienna del 1938. Qui, dopo essere stato condannato all’isolamento dalla Gestapo, un avvocato sviluppa un’ossessione particolare per il gioco degli scacchi.
Diretto da Philipp Stölzl, il film Cielo Il re degli scacchi ha un cast impressionante che conta sulla presenza degli attori Oliver Masucci, Albrecht Schuch, Birgit Minichmayr, Samuel Finzi e Rolf Lassgård.
La trama del film Il re degli scacchi
Il film Cielo Il re degli scacchi ci porta nella Vienna del 1938. L’Austria è occupata dal regime nazista. Poco prima di fuggire alla volta degli Stati Uniti con la moglie Anna (Birgit Minichmayr), l’avvocato Josef Bartok (Oliver Masucci) viene arrestato e portato all’Hotel Metropole, quartier generale della Gestapo.
A Josef, in qualità di gestore patrimoniale della nobiltà, viene chiesto di concedere l’accesso a tutti i conti a Böhm, il capo della locale sezione della polizia segreta nazista. Poiché si rifiuta di farlo, Bartok viene posto in isolamento. Da solo, dapprima per settimane e poi per mesi, vede la sua disperazione crescere finché un giorno non si imbatte accidentalmente in un libro di scacchi. Diventerà il suo punto di appoggio utile a trasformare la resistenza in un gioco.
“La novella degli scacchi di Zweig è uno di quei libri che non sono più riuscito a togliermi dalla mente dopo la lettura”, ha dichiarato il regista Philipp Stölzl. “La sua narrativa enigmatica e opprimente mi ha accompagnato per tutta la vita. Ragione per cui quando mi si è prospettata l’idea di farne un film ero più che felice di accettare la sfida”.
Analogie e differenze con il romanzo di Zweig
“Il mio obiettivo era quello di rendere visibile il lavoro di Zweig”, ha spiegato Philipp Stölzl, il regista del film Cielo Il re degli scacchi. E per farlo ha giocato su due diversi elementi: la claustrofobia della prigionia e la vastità della nave che a un certo punto della vicenda attraversa l’Atlantico verso l’America in una fitta coltre di nebbia. “Il tono kafkiano scelto da Zweig per la sua narrazione è diventato per me l’unica chiave di lettura per la trasposizione filmica”, ha proseguito il regista.
“Ci sono diversi elementi che ho cercato di rendere visibili. Innanzitutto, l’intensa atmosfera da kammerspiel che si crea tra Bartok e Böhm, quando questi lo interroga e lo fa torturare. Poi, c’è il viaggio in nave durante il quale si tiene la partita di Bartok contro il campione del mondo di scacchi. La costante nebbia conferisce al viaggio qualcosa di irreale, come se il transatlantico fosse un traghetto della morte e i passeggeri fantasmi. Che quello sia solo un sogno si scopre soltanto alla fine. E, infine, non potevo non tenere conto della lotta di Bartok contro i demoni dell’isolamento: non potevo non scortarlo nel suo sprofondare negli abissi della confusione mentale. Più rimane chiuso, più perde la presa sulla realtà”.
Tuttavia, il finale del film Cielo Il re degli scacchi è diverso da quello di La novella degli scacchi di Zweig. “Lo scrittore nel suo scarno e desolato finale parla della paura dell’imminente dominio mondiale dei nazisti. Tuttavia, noi sappiamo che è andata diversamente: dopo una lunga notte buia e tempestosa, è tornato il sole. Ho voluto che gli spettatori concludessero la loro visione con questa significativa e incoraggiante certezza”.
Cenni su Zweig
Nel febbraio 1934, un anno dopo la salita al potere di Hitler in Germania, lo scrittore Stefan Zweig lasciò l’Austria a causa del diffondersi nella nazione dell’antisemitismo. Per sei anni e mezzo, visse in Inghilterra prima di trasferirsi in Brasile (dove rimase dall’estate del 1940 al gennaio 1941) e negli Stati Uniti. Il 15 agosto 1941, con la seconda moglie Lotte, Zweig lasciò New York in nave: la destinazione era Buenos Aires, dove però non arrivarono mai. La coppia si fermò infatti a Rio de Janeiro per tre settimane prima di trasferirsi a Petropolis, a 70 km a nord, dove Zweig tra il settembre 1941 e il febbraio 1942 scrisse La novella degli scacchi, da cui è tratto il film Cielo Il re degli scacchi.
Il suo scritto, tuttavia, venne pubblicato postumo. La notte tra il 22 e il 23 febbraio 1942, Lotte e Stefan Zweig morirono suicidi a causa di un’overdose di Veronal. Lo scrittore non riuscì a superare il dolore per aver dovuto lasciare la sua terra d’origine. I governi autoritari e il nazifascismo furono i suoi principali nemici tanto che in La novella degli scacchi trasformò il protagonista in una sorta di suo alter ego, un umanista amante degli scacchi. Persino la sera prima di suicidarsi, Zweig giocò a scacchi con Ernst Feder, perdendo due partite.