Sky propone dal 10 maggio la serie tv Il tatuatore di Auschwitz, un potente dramma che esplora una vera storia d'amore ambientata sullo sfondo di un orrore indicibile. Composta da sei episodi diretti dalla regista Tali Shalom-Ezer e ispirata all’omonimo romanzo bestseller internazionale di Heather Morris (edito in Italia da Garzanti), la serie tv Sky Il tatuatore di Auschwitz ha come protagonisti gli attori Harvey Keitel, Melanie Lynskey, Jonah Hauer-King, Hanna Prochniak e Jonas Nay.
Il tatuatore di Auschwitz è la storia di un uomo, Lali (Jonah Hauer-King), un ebreo slovacco, che, nel 1942, subisce la deportazione ad Auschwitz, il campo di concentramento dove oltre un milione di ebrei trovarono la morte durante l'Olocausto. Poco dopo l'arrivo, Lali diventa uno dei Tätowierer (tatuatori), incaricato di marchiare i compagni di prigionia con i numeri di identificazione. Un giorno incontra Gita (Hanna Próchniak), una ragazza appena arrivata nel campo di concentramento, e se ne innamora all’istante. Inizia così una storia coraggiosa e indimenticabile. Sotto costante sorveglianza da parte di un instabile ufficiale nazista delle SS Stefan Baretzki (Jonas Nay), Lali e Gita sono determinati a mantenersi in vita a vicenda.
Circa 60 anni dopo, Lali (Harvey Keitel), ormai ottantenne, incontra l'aspirante scrittrice Heather Morris (Melanie Lynskey). Rimasto vedovo da poco, Lali trova il coraggio di raccontare al mondo la sua storia. Raccontando il suo passato a Heather, Lali finalmente affronta i fantasmi traumatici della sua gioventù e rivive i suoi ricordi di un amore nato nel peggiore dei luoghi possibili.
Un amore segreto
Dopo la morte della sua adorata moglie Gita nel 2003, Lali Solokov raccontò la commovente storia di come si innamorarono tra le devastazioni di Auschwitz alla giovane autrice Heather Morris. La scrittrice trasformò poi i ricordi di Lali nel libro bestseller del 2018, Il tatuatore di Auschwitz, e ora un'ispirante serie tv drammatica in sei parti targata Sky porta la storia sui nostri schermi. Il racconto inizia mentre l'ottantenne ebreo Lali (Harvey Keitel) vive in Australia e condivide i suoi ricordi con la scrittrice Heather (Melanie Lynskey). I flashback rivelano pian piano come, nel 1942, il giovane Lali (Jonah Hauer-King), nato in quella che ora è la Slovacchia, fu mandato nel campo di concentramento nazista di Auschwitz.
Lì, Lali diventa a malincuore un tatuatore, marchiando i numeri di identificazione sui suoi compagni prigionieri, tra cui la vivace Gita (Anna Prochniak), con cui forma un legame immediato. "Lali cerca di superare ogni giorno. È una questione di sopravvivenza. Hanno tolto loro tutto il resto e le loro vite precedenti sono scomparse", ha sottolineato l’attore Hauer-King, noto per La Sirenetta. "Ma Gita gli dà uno scopo e un significato". "È straordinario e bellissimo", concorda l'attrice polacca Prochniak. "Gita e Lali trovano amore e speranza in un mondo pieno di odio e orrore e nei luoghi più disumani".
Ma la morte è una prospettiva sempre presente per Gita e Lali nel campo, e mentre cercano di mantenere segreta la loro storia d'amore, il torbido guardiano SS Stefan Baretzi (Jonas Nay) si accorge dei loro sentimenti reciproci e tiene nelle sue mani il loro destino. "Quando succede qualcosa di così malvagio, devono essere prese scelte impossibili", condivide Hauer-King. "Lali ha paura di Baretzki e pensa che sia un mostro. Ma sa che gli deve la vita. E Baretzki ha questa strana ammirazione per Lali, che è straordinaria, data la loro dinamica di potere".
Il dramma esplora anche come il più anziano Lali rimanga perseguitato dalle visioni del passato e cerchi di venire a patti con ciò che ha sopportato. "Volevamo mostrare l'entità del trauma nel corso dei decenni. Non finisce quando il campo viene liberato o alla fine della guerra: continua per sempre", ha spiegato Hauer-King.
Una storia ispirazionale
Nel corso delle loro ricerche per la serie tv Sky Il tatuatore di Auschwitz, sia Prochniak che Hauer-King sono stati profondamente toccati dalla possibilità di visionare le testimonianze video di Gita e Lali, che si sposarono dopo la guerra. "È potente vedere i movimenti e i gesti di Gita e il modo in cui sorrideva, e ascoltare il tono della sua voce", ha rivelato Prochniak. "Vedi che le loro emozioni sono ancora qui. È inimmaginabile quello che queste persone hanno passato".
Girare la serie su un set costruito a Bratislava ha anche dato al cast motivo di riflettere sul tormento che la coppia ha vissuto. "È stato profondamente impattante e strano andare ogni giorno su quel set, ricreato meticolosamente", ha aggiunto Hauer-King. "Il campo assume un proprio carattere nella storia. È un luogo così incombente, imponente e spaventoso".
Lali è morto nel 2006 e sia Prochniak che Hauer-King in cuor suo pensa che lui e Gita sarebbero stati contenti di come la loro sincera storia d'amore sia stata portata sullo schermo. "Loro figlio, Gary, ci ha dato la sua benedizione", ha evidenziato l’attore. "È scoppiato in lacrime e ha detto: 'È come se stessi parlando con mia madre e mio padre. Grazie'”.