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Il tempo è ancora nostro: Intervista esclusiva ai protagonisti del film, Ascanio Pacelli e Mirko Frezza

Il tempo è ancora nostro è il primo film diretto da Maurizio Matteo Merli e racconta una storia di straordinaria amicizia al maschile sullo sfondo del mondo del golf. Ce lo raccontano in esclusiva i suoi due protagonisti: Ascanio Pacelli e Mirko Frezza.
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È stato presentato al Festival di Venezia il teaser del film Il tempo è ancora nostro, esordio nel lungometraggio di Maurizio Matteo Merli, figlio di quel Maurizio Merli che per decenni è stato il simbolo del poliziottesco all’italiana. Con protagonisti Ascanio Pacelli e Mirko Frezza, Il tempo è ancora nostro racconta una storia di amicizia al maschile sullo sfondo del mondo del golf, uno sport considerato ancora per pochi.

Con una sceneggiatura firmato dallo stesso Merli, Il tempo è ancora nostro ha nel cast anche gli attori Antonello Fassari, Miguel Gobbo Diaz, Simone Sabani e Viktorie Ignoto. Film prodotto da Father&Son, Il tempo è ancora nostro si mostra sulle pagine di TheWom.it con una straordinaria intervista doppia ai suoi due protagonisti, Pacelli e Frezza.

Ascanio Pacelli in una scena di Il tempo è ancora nostro.
Ascanio Pacelli in una scena di Il tempo è ancora nostro.

La trama del film Il tempo è ancora nostro

Il tempo è ancora nostro, primo film di Merli, comincia nel 1989. Stefano ha dodici anni, vive nelle case popolari e ha perso sua madre; Tancredi ha la sua stessa età, di estrazione borghese e orfano di padre. Due mondi estremamente distanti che si intrecciano al punto da diventare un tutt’uno. I due amici, infatti, insieme sognano di giocare a golf sui grandi green dell’European Tour guidati da Costantino, padre di Stefano ma ormai anche di Tancredi.

Passano gli anni e i due crescono. Ci ritroviamo nel 2022, Tancredi ha più di quarant’anni, è bello, ricco e dissoluto. Lavora nella finanza. Sembra felice ma la frivolezza della sua vita sta man mano distruggendo la sua famiglia, allontanandolo dalla cosa più preziosa che ha, sua figlia. Stefano, invece, è sempre povero e trasandato. Gli ultimi vent’anni li ha trascorsi tra crisi d’astinenza e comunità di recupero.

La voglia di chiudere i conti con il passato e riconquistare la famiglia faranno “grippare” nuovamente un bastone da golf a Tancredi. Sarà così catapultato in una nuova dimensione fatta di ricordi, voglia di riscatto e amicizie ritrovate. Al suo fianco, prima il “vecchio mentore” Costantino, poi Stefano, il suo vecchio amico d’infanzia. 

“Molto spesso si associa il golf ad uno sport per pochi, un’attività elitaria riservata solo a uomini facoltosi e totalmente priva di emozioni”, ha spiegato Maurizio Matteo Merli, il regista e sceneggiatore del film Il tempo è ancora nostro.

“Eppure, parliamo di uno sport che si basa sullo studio minuzioso di una strategia di gioco e sulla precisione atletica. Per questo, il golf ci mette a contatto con il nostro lato più intimo, svelando le paure e insicurezze. Solo chi è stato su un campo da golf può comprendere la bellezza di percorrere un fairway solo con se stesso, riuscendo a concentrarsi sulla propria essenza. Tutto ciò che la vita frenetica di tutti i giorni non ci permette di fare. Così le ‘18 buche’ diventano un po’ una parabola della vita, un modo per capire chi siamo”. 

“Nel golf il colpo precedente disegna quello seguente. Metaforicamente, il passato determina il nostro presente ma sta a noi il passo successivo: eviteremo i rischi o saremo disposti ad osare? Ecco che allora questo ‘film sul golf’ diventa una storia di amicizia vera, dove un torneo ci racconta di sogni, delusioni e nuovi punti di vista. Lo sport, da sempre grande aggregatore sociale, diventa qui collante tra generazioni diverse, ceti sociali diversi e portatore di nuove consapevolezze”, ha concluso il regista.

Maurizio Matteo Merli, il regista di Il tempo è ancora nostro.
Maurizio Matteo Merli, il regista di Il tempo è ancora nostro.

Intervista esclusiva ad Ascanio Pacelli

Nel film Il tempo è ancora nostro, Ascanio Pacelli interpreta il ruolo di Tancredi. Uomo di mezza età, Tancredi si ritrova a fare i conti con ciò che nel tempo è diventato: uno speculatore senza scrupoli e amor proprio. Tornando sul campo da golf, Tancredi rimetterà insieme i pezzi della sua vita e ritroverà l’amico Stefano.

Alla sua prima esperienza importante come attore, Ascanio Pacelli ha risposto a un paio di domande sul film e sul suo personaggio. Ricordando le sue “origini” televisive legate al Grande fratello, dove ha conosciuto anche la moglie Katia con cui oggi ha formato una splendida famiglia, Ascanio Pacelli non nasconde l’emozione per un’occasione che affronta con il massimo dell’entusiasmo e dell’umiltà.

Il tuo Tancredi, bello, ricco e dissoluto, è un uomo che ha perso di vista le cose più importanti della sua vita, finendo con il distruggere quasi la sua famiglia. Quanto è stato complicato per te calarti in un personaggio così distante da te?

Partendo dal presupposto che non sono un attore, io vivo questa esperienza con il massimo dell’entusiasmo, dell’umiltà e anche della sperimentazione. Tancredi è bello, ricco e dissoluto e ha perso di vista ciò che più è importante nella vita, quando invece Ascanio è uno di quelli che crede tantissimo nella famiglia e pensa che sia il perno attorno al quale gira tutta la propria vita. Quindi, è proprio bello sperimentare qualcosa sapendo che è un film, sapendo che è un ruolo e che non è la mia vera vita. In un certo senso, mi permette di capire come sarebbe la mia vita senza ciò che è la cosa più importante. Mi eccita molto interpretare e poter interpretare un personaggio così, mi fa riflettere sin da quando Maurizio mi ha dato la sceneggiatura.

Quello in Il tempo è ancora nostro è il tuo primo film da protagonista. Cosa ti ha spinto ad accettare la sfida?

Non ci ho pensato nemmeno mezzo secondo. Sono così: sono uno che si butta immediatamente di testa nelle sfide. Forse perché arrivo da uno sport, che mi ha regalato la possibilità di fare quest’esperienza. Per me è qualcosa di incredibile ritrovarmi a far il protagonista di un film su uno sport che io amo e del quale mi sento una sorta di portabandiera, divulgando il messaggio che è lo sport più bello del mondo e facilmente accessibile. È stato facile accettare, anzi… facilissimo.

Nel film, il golf diventa metafora dei rischi. Per te, è più importante evitare i rischi o osare? E quand’è l’ultima volta che hai osato?

Cerco sempre di evitare i rischi quando capisco di non essere in grado di saperli gestire o di poter risolvere i problemi legati ai rischi. Però, fondamentalmente, non sono uno che si tira indietro: accetto il rischio e cerco di trovare la soluzione o il modo di affrontarlo. L’ultima volta che ho osato è proprio questa: il rischio è che io non possa essere in grado di portare avanti il peso di un ruolo così importante in un film così importante. È un rischio ma me lo godo tutto. La vita è fatta anche di questo: vado avanti sapendo che non ho nulla da perdere.

Al cinema si racconta raramente un’amicizia tra due uomini. Da cosa deriva secondo te questo buco di narrazione? Quanto è invece mostrare come tra uomini possano esistere sentimenti sinceri e legami indissolubili?

L’amicizia tra due uomini è una cosa meravigliosa. È vero: c’è sempre stato un buco di narrazione fondamentalmente perché gli uomini, essendo più basici delle donne, sanno gestire un’amicizia in maniera più facile, più semplice. In molti hanno sempre sottovalutato l’importanza e la bellezza di far vedere come l’uomo riesca a voler bene a un altro uomo, a piangere per un amico, a combattere per lui e a mostrare la sua fragilità. Secondo me è qualcosa di meraviglioso: ecco perché non se n’è mai parlato troppo.

Hai avuto già modo di confrontarti con i tuoi colleghi di set Mirko Frezza, Antonello Fassari e Miguel Gobbo Diaz?

Si. Sono andato a trovare Mirko Frezza a casa sua. Ho avuto l’onore di conoscere il grandissimo Antonello Fassari mentre non ho ancora conosciuto direttamente Miguel Gobbo ma ci siamo sentiti via Instagram e via messaggi. Il cast del film è un altro di quei motivi per cui io sto godendo nel poter vivere quest’esperienza. Ho la possibilità di confrontarmi con persone che fanno questo di mestiere e che sono degli attori pazzeschi. Antonello Fassari è stato quello che mi ha fatto ridere in Sognando la California, che ha fatto ruoli forti come in Suburra o in Romanzo criminale e che ha recitato nella serie tv I Cesaroni. Ma chi l’avrebbe mai detto?

Io arrivo da un reality show, il Grande fratello. Mi reputo una persona fortunata perché ho avuto la possibilità grazie a quel reality di potermi vivere esperienze, tra la televisione e la radio prima e adesso il cinema, che sono incredibili. Ancora faccio fatica a capire che mi trovo a Venezia, a tenere la presentazione del teaser del film e a prendere parte alla conferenza stampa di un film in cui avrò un ruolo da protagonista. Mi vivo tutto minuto per minuto, con la fortuna di avere la mia famiglia alle spalle che mi supporta e mi sopporta. E il grazie per tutto questo va a Maurizio.

Ascanio Pacelli in una scena di Il tempo è ancora nostro.
Ascanio Pacelli in una scena di Il tempo è ancora nostro.

Intervista esclusiva a Mirko Frezza

Mirko Frezza nel film Il tempo è ancora nostro porta in scena il personaggio di Stefano. Coetaneo di Tancredi, Stefano è una sorta di “angelo custode” della comunità di recupero in cui ha deciso di rimanere anche dopo essersi ripulito dal suo passato. Il campo da golf per lui diventerà il luogo in cui deve “vincere” il suo passato per riconciliarsi con la società. Al di là del suo atteggiamento spavaldo, nasconde però una grande fragilità.

Lanciato dal film Il più grande sogno e con alle spalle un background non facile, Frezza porta la sua spontaneità e le sue convinzioni nel personaggio di Stefano, facendo un encomiabile discorso sulla fragilità maschile e su quanto lo sport, come il cinema, sia veicolo di affermazione sociale.

Il golf è al centro di Il tempo è ancora nostro, dove interpreti il personaggio di Stefano, che una sorta di “angelo custode” della comunità di recupero in cui decide di rimanere dopo essersi ripulito. Cosa ti ha spinto ad accettare il personaggio?

Ciò che mi ha fatto accettare il ruolo di Stefano è stata la sceneggiatura. Questo film avrà un messaggio sociale che sarà svelato nel momento in cui lo vedremo insieme. Stefano avrà tante emozioni in Il tempo è ancora nostro e mi darà la possibilità di dimostrare qualcosa di diverso da quello che sono abituato a fare.

Il tuo Stefano si “riconcilia” con la società grazie al golf, uno sport in Italia quasi sempre snobbato al cinema ma amato in molti altri paesi, come gli Stati Uniti. Quanto credi sia importante per le nuove generazioni avvicinarsi a uno sport che possa aiutarli anche a tenere a bada i tranelli che la società circostante tende?

Approcciarsi allo sport, nel caso del film è il golf ma potrebbe essere qualsiasi altro sport, è importante come è stato per me approcciarmi al cinema. Il cinema e lo sport nei quartieri da dove provengo io, quartieri difficili, giocano un ruolo ancor più fondamentale delle istituzioni. E la dimostrazione sono io. Credo di essere un testimonial valido per questo.

Stefano è un uomo spavaldo, eppure nasconde una grande fragilità. Solitamente, i personaggi maschili appaiono al cinema come forti e ben delineati. Quanto è invece rilevante che anche gli uomini vengano raccontati con le loro mille sfaccettature?

Partiamo dal presupposto che un uomo può definirsi un uomo vero solo nel momento in cui conosce la sua femminilità. Ognuno di noi ha una sua femminilità così come ogni donna ha una sua mascolinità. Credo che sia importante che un uomo possa esternare i propri sentimenti e fregarsene dello stereotipo del macho.

Com’è lavorare con Maurizio Matteo Merli, al suo primo lungometraggio?

Lavorare su un set per me è qualcosa di fantastico. Mi ricorda un po’ la comitiva, mi ricorda la famiglia, mi ricorda tante cose che sono positive per me. Maurizio è molto empatico. È una persona che riesce a trasportarti nel suo mondo, nella sua idea, in un modo molto accessibile per tutti. Anche per persone come me che non sono così colte. Perciò, voto 10!

Mirko Frezza e Ascanio Pacelli sul set di Il tempo è ancora nostro.
Mirko Frezza e Ascanio Pacelli sul set di Il tempo è ancora nostro.
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