Sarà presentato alla Festa del Cinema di Roma Il treno di bambini, il film Netflix tratto dall’omonimo romanzo di Viola Ardone, pubblicato da Einaudi. Diretto da Cristina Comencini, il film Netflix Il treno di bambini ci porta nel 1946: Amerigo ha otto anni e non si è mai allontanato da Napoli e da sua madre Antonietta. Il suo mondo, fatto di strada e povertà, però sta per cambiare. A bordo di uno dei “treni della felicità” passerà l’inverno al nord, dove una giovane donna, Derna, lo accoglierà e si prenderà cura di lui. Accanto a lei Amerigo acquista una consapevolezza che lo porta a una scelta dolorosa che cambierà per sempre la sua vita. Gli serviranno molti anni per scoprire la verità: chi ti ama non ti trattiene, ma ti lascia andare.
La sceneggiatura firmata da Furio Andreotti, Giulia Calenda, Cristina Comencini e Camille Dugay, restituisce un film epico e struggente: un viaggio attraverso la miseria, ma anche la generosità dell’Italia del dopoguerra, vista dagli occhi di un bambino diviso tra due madri. Prodotto da Palomar (con il montaggio di Esmeralda Calabria), il film Netflix Il treno dei bambini rivela come il romanzo una storia dimenticata del nostro dopoguerra. “Decine di migliaia di bambini poverissimi di Napoli, ma anche di altre città del centro sud, furono accolti da famiglie contadine emiliane. Un viaggio epico, organizzato dall’Unione Donne Italiane, che racconta un’Italia impegnata nello slancio solidale”, ha sottolineato la regista.
“Allo stesso tempo il libro narra, attraverso la storia del bambino Amerigo e delle sue due madri, le fratture nella vita dei singoli che restano insanabili dopo le guerre. Il tema delle due madri, tutte e due imperfette, mi pare inoltre di grande importanza oggi che per la prima volta riflettiamo in modo nuovo sulla natura dell’amore materno. Sono sempre stata interessata alle storie personali che si svolgono in una Storia più grande. Qui mi è sembrato inoltre di raccontare una vicenda passata ma attualissima: il biennio 1945-1947, in cui si organizzarono i treni dei bambini, è un periodo in cui sembrava possibile un Paese unito”.
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I personaggi principali
Nel film Netflix Il treno dei bambini, i personaggi principali contribuiscono a dare vita alla storia attraverso le loro esperienze, emozioni e rapporti. Ecco i principali:
- Amerigo Speranza (Christian Cervone/Stefano Accorsi da adulto)
Amerigo è il protagonista, un bambino di sette anni che vive con la madre a Napoli, in condizioni di estrema povertà. La storia è narrata dal suo punto di vista, permettendo di immergersi nei suoi pensieri, paure e desideri. Amerigo è curioso e sensibile, e attraverso il suo viaggio in treno verso il Nord, scopre una nuova realtà che lo porterà a riflettere sul significato della famiglia, dell’appartenenza e dell’identità. Il suo percorso di crescita è il filo conduttore della narrazione, ed è il personaggio della storia che andrà incontro alla più grande delle evoluzioni.
- Antonietta Speranza (Serena Rossi)
Antonietta è la madre biologica di Amerigo e vive a Napoli. È una donna sola e povera, che lotta per sopravvivere nel dopoguerra. Antonietta rappresenta l'altra faccia della maternità: una madre segnata dalla durezza della vita, dall'orgoglio e dalle difficoltà. Il rapporto tra Antonietta e Amerigo è complesso e doloroso. Nonostante ami il figlio, Antonietta è costretta a mandarlo via per garantirgli una vita migliore, ma questo la porta a provare un profondo senso di abbandono e sconfitta.
La figura di Antonietta è emblematica del sacrificio materno e del senso di colpa che le madri del sud Italia potevano vivere in quel periodo storico. Lei non riesce a esprimere affetto in modo evidente, è dura e distante, anche se profondamente legata al figlio. Quando Amerigo torna da lei dopo il periodo trascorso al nord, il loro rapporto è carico di tensioni, poiché il ragazzo ha sperimentato un nuovo tipo di vita e sente una distanza crescente nei confronti della madre.
- Derna (Barbara Ronchi)
Derna è la donna del Nord Italia, Modena, che accoglie Amerigo nella sua casa. Sposata con Alcide (Ivan Zerbinati), è una figura affettuosa e gentile, che diventa quasi una seconda madre per lui. La sua presenza rappresenta il contrasto con la vita di Antonietta: Derna è più aperta e calorosa, e vive in una realtà molto diversa da quella di Napoli. Attraverso il rapporto con Derna, Amerigo sperimenta una forma di amore familiare diversa, più accogliente e protettiva. Derna simboleggia la possibilità di un futuro diverso e più luminoso per il bambino: affezionandosi a lui cerca di offrirgli quell’esperienza di famiglia che gli è sempre mancata.
Il personaggio di Maddalena rappresenta la possibilità di rinascita e cambiamento per Amerigo, ma allo stesso tempo il rapporto con lei pone il protagonista di fronte a un dilemma doloroso: il confronto tra la vita che ha conosciuto a Napoli e quella che potrebbe avere al nord.
- Capa ‘e fierro (Francesco Di Leva)
Capa ‘e fierro è il soprannome dato a Don Gaetano, il personaggio che funge da padre adottivo del giovane protagonista, Amerigo. Il nome "Capa 'e fierro", che significa letteralmente "testa di ferro", riflette il carattere forte e inflessibile dell'uomo, ma anche la sua capacità di sopportare il dolore e le difficoltà della vita.
Don Gaetano è un uomo che ha vissuto esperienze dure, e il suo carattere rispecchia la durezza che la vita gli ha imposto. Tuttavia, dietro questa corazza, si nasconde anche un cuore generoso, capace di prendersi cura dei bambini che, come Amerigo, vengono mandati dalle famiglie povere del sud Italia verso il nord nel secondo dopoguerra. Attraverso il rapporto con Don Gaetano, Amerigo sperimenta una figura paterna che, pur essendo rigida e spesso silenziosa, si rivela fondamentale per la sua crescita e comprensione del mondo.
Capa 'e fierro incarna la resilienza e la forza, ma anche l'umanità nascosta dietro l'apparenza di durezza, caratteristiche che giocano un ruolo centrale nello sviluppo del protagonista.
- Maddalena Criscuolo (Antonia Truppo)
È una donna che fa parte del gruppo di organizzatori comunisti che si occupano dell'iniziativa dei "treni dei bambini" nel dopoguerra, che portava i bambini poveri del sud Italia verso famiglie ospitanti nel nord del paese.
Maddalena Criscuolo è un'attivista politica, impegnata nelle lotte sociali e nella difesa dei diritti dei più deboli, in particolare dei bambini, e rappresenta la figura dell'impegno civile e della solidarietà. Grazie al suo intervento e a quello di altre persone come lei, molti bambini come Amerigo hanno l'opportunità di essere trasferiti temporaneamente in famiglie del nord, dove ricevono cure e migliori condizioni di vita. Maddalena incarna il valore della comunità e della responsabilità collettiva verso chi è in difficoltà, in linea con gli ideali comunisti dell'epoca.
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Il treno dei bambini: I poster
1 / 2Sacrificio e memoria
Il film Netflix Il treno dei bambini, così come il romanzodi Viola Ardone, tocca vari temi profondi, intrecciando la storia personale del protagonista con un contesto storico complesso.
1. Infanzia e crescita
Il tema dell’infanzia è centrale nella storia, con Amerigo che rappresenta lo sguardo innocente e vulnerabile di un bambino alle prese con eventi molto più grandi di lui. La sua esperienza di vita cambia drasticamente quando viene allontanato dalla madre e dalla realtà povera di Napoli per vivere con una famiglia del nord Italia. Il racconto diventa una metafora della crescita, dove il distacco dalla famiglia, la scoperta di nuove culture e l'incontro con persone diverse diventano tappe del percorso di formazione di Amerigo. Il viaggio in treno non è solo fisico, ma anche simbolico del passaggio dall’infanzia a una maturità forzata.
2. Povertà e disuguaglianze sociali
Un tema cruciale è la rappresentazione della povertà, particolarmente quella del Sud Italia nel dopoguerra. Napoli, città in cui vive Amerigo, è descritta come un luogo di miseria e disperazione, in cui le madri devono fare sacrifici enormi per i loro figli. La povertà non è solo materiale ma anche culturale, una realtà in cui l’ignoranza e la necessità plasmano le scelte quotidiane. Questo si contrappone al benessere del Nord Italia, dove Amerigo trova una famiglia più agiata che vive in condizioni molto migliori. Il divario tra Nord e Sud viene così evidenziato in modo netto, e Amerigo vive in prima persona le differenze tra queste due realtà.
3. Identità e appartenenza
Uno dei temi più toccanti del romanzo è la ricerca dell'identità. Amerigo si trova a fare i conti con una doppia appartenenza: da una parte c'è la Napoli povera, con la madre e la sua vita di privazioni, dall'altra la vita più confortevole e affettuosa con la famiglia del Nord. Tale dualismo genera in Amerigo un senso di smarrimento: non sa più a quale mondo appartiene davvero. Da un lato c'è il senso di colpa per aver lasciato la madre, dall'altro il desiderio di una vita migliore.
4. Il sacrificio materno
La figura della madre di Amerigo è cruciale per comprendere il tema del sacrificio materno, molto forte nella cultura italiana. La madre, pur essendo affettuosa, è costretta dalla povertà a prendere decisioni difficili, come quella di mandare il figlio lontano per dargli una possibilità di vita migliore. Il suo amore è caratterizzato da una durezza pratica, quasi fredda, necessaria per sopravvivere in un contesto di miseria. Questo sacrificio crea una frattura nel rapporto con Amerigo, che non capisce appieno le motivazioni della madre, generando sentimenti di distanza e incomprensione che si riflettono nel loro rapporto durante il corso della storia.
5. Il distacco e il ritorno
Il tema del distacco è centrale nella trama. Il viaggio di Amerigo verso il Nord rappresenta un taglio netto con la sua vecchia vita e un’immersione in una nuova realtà. Tuttavia, anche il tema del ritorno è altrettanto importante. Quando Amerigo torna a Napoli, si rende conto di non essere più lo stesso bambino che era partito: i suoi legami affettivi e culturali sono cambiati, e la sensazione di essere un estraneo nella sua terra natale diventa una metafora più ampia della difficoltà di riconciliare due mondi diversi. Il ritorno non è solo un ritorno fisico, ma anche una riflessione su ciò che si è diventati e su quanto è cambiato dentro di sé.
6. La memoria storica
Viola Ardone intreccia la narrazione personale di Amerigo con una precisa memoria storica dell'Italia del dopoguerra. L’iniziativa dei "treni della felicità", realmente esistita, rappresenta un pezzo della storia italiana che viene raccontato attraverso gli occhi dei bambini. Questo tema della memoria storica diventa una riflessione su come eventi collettivi possano influenzare la vita delle persone in maniera intima e profonda. Attraverso Amerigo, la storia mette in luce la condizione di un’intera generazione di bambini che ha vissuto sulla propria pelle le conseguenze della guerra e della divisione sociale ed economica del paese.
7. Il rapporto con la cultura e l’educazione
Un altro tema che emerge è l'importanza dell'educazione e della cultura come strumenti di riscatto. Nel Nord, Amerigo ha accesso a un ambiente più istruito e culturalmente ricco rispetto alla sua vita a Napoli, dove la scuola e l'educazione non sono prioritarie in una famiglia che deve lottare per il cibo. Il nuovo ambiente gli apre orizzonti diversi, facendogli scoprire il potere delle conoscenze e il valore dell'apprendimento, anche attraverso la musica, un altro aspetto significativo della sua crescita personale.
8. La separazione e la riconciliazione
Infine, la separazione fisica e affettiva dai propri cari è un tema costante. Amerigo si separa dalla madre, ma anche dalla sua terra, dalla sua lingua e dalla sua cultura. Il suo percorso è anche una riflessione sulla capacità di riconciliarsi con queste separazioni, trovando una nuova forma di appartenenza che accoglie il passato e il presente. Il ritorno, fisico e psicologico, è l’occasione per capire se esiste davvero una possibilità di ricongiungimento con le proprie origini o se il cambiamento è inevitabilmente destinato a creare una frattura insanabile.
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