Dopo il successo al cinema di Tutti tranne te, Sydney Sweeney è con i suoi occhi celesti è ora la protagonista del film horror Immaculate, in uscita nei cinema italiani l'11 luglio grazie a Leone Film Group e Adler Entertainment. La star di Euphoria interpreta il personaggio di suor Cecilia, una giovane suora profondamente devota che, trasferita in un convento di campagna italiano, scopre di essere incinta. Per lei, la scoperta rappresenta un terremoto emotivo che mette in discussione ogni certezza e la pone al centro di un mistero sempre più oscuro e sconvolgente. Tra lo sconcerto delle consorelle, Cecilia è chiamata a salvare sé stessa, la propria vita e la propria anima, in un turbine di pazzia che promette di tenere gli spettatori con il fiato sospeso.
Girato per gran parte in Italia nel suggestivo borgo di Monterano, vicino a Roma, nel Convento di San Bonaventura, Immaculate è un film diretto da Michael Mohan. Con Alvaro Morte nei panni di padre Sal Tedeschi, presenta nel cast diversi volti noti del nostro cinema: Simona Tabasco (è suor Mary), Benedetta Porcaroli (è suor Gwen), Giorgio Colangeli (è il cardinale Franco Merola), Dora Romano (è la Madre Superiora), Giampiero Judica (è il dottor Gallo), Giulia Heathfield di Renzi (è suor Isabelle), Betti Pedrazzi (è suor Francesca), Giuseppe Lo Piccolo (è il diacono Enzo), Cristina Chinaglia (è suor Fride) e Niccolò Senni (è il funzionario doganale).
Un nuovo classico dell’horror
'Sei interessato a dirigere un film horror?': questo semplice messaggio di testo da Sydney Sweeney, una stretta collaboratrice della casa di produzione Fifty-Fifty Films, ha catapultato Michael Mohan, il regista del film Immaculate, in quello che sarebbe diventato “il progetto più elettrizzante della sua carriera”. Insieme al produttore di 'White Lotus', David Bernad, e al partner di produzione Jonathan Davino, eravano infatti determinati a creare il film horror che i fan dell’attrice desideravano ardentemente.
“La ricerca della sceneggiatura perfetta è stata estenuante. Cercavano una storia che potesse inquietare profondamente, pur offrendo quegli spaventi tipici dei film da popcorn, e infine, abbiamo riscoperto Immaculate di Andrew Lobel, una sceneggiatura per cui Sydney aveva fatto un'audizione tempo fa ma che non era mai stata portata alla luce. Era stata terrorizzante per lei anni fa, e dopo averla riletta, lo è stata anche per noi oggi”, ha raccontato Mohan.
“Mi sono reso conto molto rapidamente che era più di un semplice script. Andrew non si limitava a creare momenti di spavento; stava scolpendo un classico. Perché qui, il terrore non nasceva da un mostro soprannaturale generato al computer. Era, semmai, radicato in una realtà agghiacciante, un orrore così palpabile e ineludibile. Mi è piaciuto che la storia fosse intessuta di spaventi tradizionali, semplici e guidati dal tema. Nonostante la mia esperienza nel creare colpi di scena inaspettati, questa storia mi ha offerto una serie di rivelazioni che mi hanno completamente sorpreso, ma che mi hanno anche fatto sentire nauseato. L'ho adorato”.
“Avvicinandomi alla produzione, ero consapevole del nostro unico criterio: doveva essere genuinamente terrificante. L'eredità di autori come Polanski, Friedkin e Kubrick ha guidato la mia visione, puntando a un film contraddistinto dalla semplicità, dalla moderazione e da una concentrazione sulla performance che risuona sia con l'eleganza dell'horror degli anni '70 sia con le aspettative degli spettatori contemporanei”.
“Il viaggio di Suor Cecilia, da emblema di purezza a creatura selvaggia, intrisa di sangue, parlava della naturale versatilità di Sydney. Dalla quieta resilienza di Reality Winner all'esplosiva insicurezza di Cassie Howard, la nostra protagonista Suor Cecilia avrebbe permesso a Sydney di attingere a entrambe, offrendo una performance tanto sobria quanto squilibrata”.
E il finale della storia, di cui accennerò solo qui, è costruito per lasciare il pubblico senza fiato, invitando all'introspezione, senza prescrivere risposte. Tutto si svolge in soli 89 minuti ma gli ultimi due sono indimenticabili”.
“Collaborare a questo film non è stato solo il più grande onore della mia vita; è stata l'opportunità di creare qualcosa che potesse resistere alla prova del tempo. La mia speranza è che un film come Immaculate venga percepito come uno spaventoso giro sulle montagne russe, che lascia tormentati, spinti all’introspezione, e meravigliosamente traumatizzati".
Le location italiane
Immaculate, il film horror che ci immerge in atmosfere religiose, è stato girato per la maggior parte in Italia e tra le location scelte ci sono le rovine del Convento di San Bonaventura. Il Convento di San Bonaventura a Monterano non è semplicemente un sito storico: è una capsula del tempo che ti trasporta indietro, a un'epoca dove la natura e l'architettura si fondono in un connubio perfetto. Situato nel cuore della riserva naturale di Monterano, dove ogni pietra e corridoio raccontano storie di un passato lontano, ha un fascino che risiede non solo nella sua storia, ma anche nell'incredibile paesaggio che lo circonda.
Le sue rovine, avvolte dalla natura selvaggia, offrono scenari da cartolina. Monterano, con le sue leggende e i suoi panorami mozzafiato, offre l'opportunità di immergersi completamente in un'atmosfera d'altri tempi. Si può infatti passeggiare tra i sentieri che si snodano nella riserva, scoprendo flora e fauna locali, o avventurarsi in esplorazioni di grotte nascoste e sorgenti termali, un vero paradiso per chi ama la natura e l'avventura. Con le sue le antiche rovine e il verde rigoglioso che fa da sfondo, è il luogo ideale per chi cerca ispirazione, tranquillità o semplicemente un angolo di mondo lontano dal trambusto quotidiano. Del tutto in contrasto con le atmosfere del film!
Ma gli amanti di location cinematografiche non potranno che notare come nel film Immaculate sia presente anche Villa Parisi, usata in un giallo all’italiana degli anni Settanta: la Villa Parisi di Reazione a catena, un cult di Mario Bava.