Circuito Cinema e CV portano in sala dal 20 giugno, in pieno Pride Month, il film L’amante dell’astronauta. Scritto e diretto da Marco Berger, L’amante dell’astronauta è un film che Cesare Petrillo ha fortemente voluto per la distribuzione italiana dopo aver dedicato al regista argentino, al suo decimo film, una retrospettiva durante la rassegna queer Orgoglio e pregiudizio.
Definito come un film sfacciatamente gay con al centro una storia spudoratamente felice, L’amante dell’astronauta parte da una delle più semplici considerazioni: al cuor non si comanda. Seppur consapevoli di come l’amore sia un gioco pericoloso, durante un’estate al mare, Pedro, apertamente gay, e Maxi, etero e single, iniziano un’amicizia affettuosa che stupisce tutti i loro amici.
Pedro e Maxi giocano a fare i fidanzati e gli altri ci cascano. Anche Sabrina, la ex ragazza di Maxi, che piomba ‘sul luogo del delitto’. Ma, a poco a poco, i due burloni cascano nella stessa rete che hanno lanciato. La pulsione sessuale diventa desiderio irresistibile e i due uomini finiscono a letto insieme. È solo una stella cadente o sarà grande amore? Una storia gay spudoratamente felice.
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Berger è uno dei pochi registi che ancora trattano l'omosessualità maschile come tema centrale. Non è moderno, appartiene alla vecchia scuola: il film non naturalizza nulla, l'attrazione tra i protagonisti è il fulcro della trama, non è qualcosa di risolto né dato per scontato. Per dirlo rapidamente in termini filosofici, ma anche cinematografici: il desiderio è un problema. Berger vede con estrema lucidità che c'è qualcosa lì che merita di essere raccontato; vede incertezza e tensione; vede un inventario di scherzi ripetuti con cui si sublima il disagio. Ciò che diverte, in definitiva, è il territorio del dramma. Berger forse è il grande cineasta testimone di ciò che si rifiuta di essere addomesticato.
Il sesso ‘parlato’ e mai mostrato
Per capire la natura di un film come L’amante dell’astronauta occorre fare un passo indietro e guardare alle commedie romantiche degli anni Cinquanta quando il sesso più che mostrato era ‘parlato’ o semplicemente allusione divertente. I prodotti più popolari e riusciti di quel periodo erano senza dubbio le commedie con Doris Day e Rock Hudson, in molte delle quali, a un certo punto della trama, il personaggio maschile si fingeva gay per guadagnarsi la fiducia di quello femminile, mostrandogli il suo lato più sensibile e sentimentale per poi portarla a letto. Si creava così la paradossale situazione di un uomo gay nella vita reale che interpretava un eterosessuale che fingeva di essere gay.
Tale disgressione è utile a capire cosa succede in L’amante dell’astronauta. Il film inizia quando Pedro (Javier Orán) va a trascorrere le vacanze con suo cugino e amici in una casa sulla spiaggia e si ritrova con Maxi (Lautaro Bettoni), un amico d'infanzia. Maxi si sorprende quando scopre che Pedro è gay, ma poi, come in una versione aggiornata e invertita di Plan B, il primo film di Berger, e dei film del duo Day-Hudson, gli chiede di fingere di essere il suo ragazzo per far ingelosire e riconquistare la sua ex fidanzata Sabrina (Mora Arenillas).
La contorta macchinazione rinnova la vecchia complicità dell'infanzia, ma allo stesso tempo, ben presto, consolida la loro amicizia e infonde tensione sessuale tra i ragazzi. Questa tensione sessuale si esprime principalmente in battute, frasi cariche di doppi sensi (è da lì che ha origine il titolo stesso del film, con le sue allusioni a razzi in partenza e a pianeti su cui atterrare) e scherzi a volte anche poco politically correct, che capovolgono alcuni stilemi a cui ormai il cinema ci sta abituando.
Con la strategia della battuta - che da Freud si sa che ha una stretta relazione con i desideri repressi e le paure dell'inconscio -, Berger diverte lo spettatore fino all'ilarità. Allo stesso tempo, a un livello più profondo, lo sceneggiatore e regista si prende gioco delle continue battute riferite all'omosessualità che spesso si fanno tra machi in spazi o comunità omosociali (spazi di "uomini senza donne" come campi di calcio, bar di amici o spogliatoi, tra gli altri). E anche, forse senza volerlo, con l'affettuosa, dolce e a tratti candida amicizia tra Pedro e Maxi, Berger rende omaggio a quei film degli anni Cinquanta (del resto, la pellicola è piena anche di altre citazioni cinefile, da 2001: Odissea nello spazio a Critters).
La rivoluzione della tenerezza
Dopo due film in cui ha utilizzato il sesso per denunciare alcune delle peggiori atrocità in cui possono incorrere le mascolinità tossiche (l'abuso sessuale di minori in Cazador e i crimini come quello perpetrato a Fernando Báez Sosa in Los agitadores)Marco Berger torna alle sue origini di commedie d'amore tra uomini introducendo buoni momenti di suspense derivati dal thriller.
Per farlo, si avvale di Orán e Bettoni, due attori magnetici e affascinanti che mostrano chimica nelle scene e naturalezza nei dialoghi. Anche rispondendo a critiche relative al ridotto - o degradato - spazio femminile che gli è stato rimproverato in parte della sua cinematografia precedente, nel film L’amante dell’astronauta i personaggi femminili hanno il loro momento di splendore (Arenillas, Ailín Salas, Melina Furgiuela, Camila del Campo e Violeta Cárcova).
Nel suo nuovo film, il regista sembra lasciarsi alle spalle anche alcuni tratti distintivi del suo cinema come le nudità esplicite o le riprese ravvicinate al corpo maschile. Così facendo, dimostra anche che la rivoluzione verso l’inclusività non passa attraverso il sesso ma dalla tenerezza tra uomini, sottolineando una mascolinità carica di paure e repressioni, la cui vera forza risiede nel mostrare fragilità, insicurezze e vulnerabilità.
"La gente può tollerare due omosessuali che vede andare a letto insieme. Per la società è rassicurante l'idea di due ragazzi che si incontrano per strada, si scrutano e che si dirigono verso un 'amplesso', ma se il giorno dopo sono sorridenti, tenendosi per mano e abbracciati, allora rappresentano un problema. È il fatto che si sveglino felici che irrita e infastidisce". Forse queste parole di Michel Foucault risultano illuminanti rispetto alla reticenza a mostrare immagini che rivelano dolcezza tra uomini.
Nel caso delle sessualità diverse, la storia della cinematografia ha dimostrato che mostrare un bacio può risultare più sovversivo che rappresentare l'atto sessuale. Parafrasando Che Guevara, la cinematografia di Marco Berger sembra suggerire come forse la nuova rivoluzione sessuale abbia la forma della tenerezza.