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La Chimera: Il film di Alice Rohrwacher in concorso a Cannes 2023

La Chimera di Alice Rohrwacher è uno dei tre film italiani che si contenderanno la Palma d’Oro a Cannes 2023. Ci porta nella Tuscia degli anni Ottanta per raccontare di un gruppo di tombaroli e di un novello Orfeo alla ricerca della sua Euridice.

Tre sono i film italiani in concorso a Cannes: La Chimera di Alice Rohwacher, Rapito di Marco Bellocchio e Il sol dell’avvenire di Nanni Moretti. Del film di Moretti abbiamo parlato indirettamente grazie alle interviste ad alcuni dei suoi giovani protagonisti: Arianna Pozzoli, Flavio Furno e Giuseppe Scoditti (a cui aggiungere, anche se realizzata precedentemente, Blu Yoshimi). Mentre del film di Bellocchio parliamo in apposito post, concentriamoci ora su La Chimera di Alice Rohrwacher, che torna a Cannes dopo la candidatura all’Oscar del suo cortometraggio Le pupille.

https://www.youtube.com/watch?v=MnLr-oN1oWc

La trama del film

Ognuno ha la sua Chimera, qualcosa che cerca di raggiungere ma che non riesce mai ad agguantare. Per una banda di tombaroli, ladri di antichi corredi e di meraviglie archeologiche, la Chimera significa prima di tutto riscatto dal lavoro e sogno di ricchezze facili. Per Arthur, la Chimera assomiglia alla donna che ha perso, Beniamina. Per trovarla, Arthur sfida l’invisibile: la cerca ovunque, entrando persino nella terra alla ricerca della porta per l’aldilà di cui parlano i miti. In un avventuroso viaggio tra i vivi e i morti, tra foreste e città, tra feste e solitudini, si snodano i destini intrecciati di vari personaggi, ognuno alla ricerca della Chimera.

Distribuito in sala da 01 Distribution prossimamente, il film Rapito è una produzione tempesta con Rai Cinema, in coproduzione con Ad Vitam Production (Francia) e Amka Films Productions (Svizzera). Con una sceneggiatura firmata dalla stessa Rohrwacher, è interpretato da Josh O’Connor (Arthur), Isabella Rossellini (Flora), Carol Duarte (Italia), Alba Rohrwacher e Vincenzo Nemolato (Pirro).

Per La Chimera, Alice Rohrwacher è tornata inoltre a lavorare con le sue storiche collaboratrici: la direttrice della fotografia Hélène Louvart, la montatrice Nelly Quettier, la scenografa Emita Frigato, la costumista Loredana Buscemi e la acting coach Tatiana Lepore.

Alice Rohrwacher, la regista del film La Chimera (foto di Brigitte Lacombe).
Alice Rohrwacher, la regista del film La Chimera (foto di Brigitte Lacombe).

Le note di regia

La Chimera, il nuovo film di Alice Rohrwavher si presenta con le parole della stessa regista, attraverso le note di regia che saranno diffuse durante il Festival di Cannes.

Un mondo sotterraneo

"Dove sono cresciuta io [Alto Lazio e Umbria settentrionale, ndr], era comune ascoltare storie di ritrovamenti segreti, scavi clandestini e avventure misteriose. Bastava restare al bar fino a notte fonda o fermarsi in un’osteria di campagna per sentire di un tizio che con il suo trattore aveva scoperto una tomba villanoviana o di qualcun altro che, scavando una notte vicino a una necropoli, aveva scoperto una collana d’oro così lunga che poteva fare tutto il giro di una casa. O di qualcun altro ancora che si era arricchito in Svizzera con la vendita di un vaso etrusco che aveva trovato nel suo giardino".

Storie di scheletri e fantasmi, di fughe e tenebre

"La vita intorno a me era composta da diverse parti: una diurna, contemporanea e movimentata, e un’altra notturna, misteriosa e segreta. Le stratificazioni erano tante e tutti noi le abbiamo sperimentate: bastava scavare qualche centimetro di terra e tra i sassolini appariva il frammento di un manufatto realizzato dalle mani di qualcun altro. Da che epoca mi stava guardando?

Bastava addentrarsi nei fienili e nelle cantine dei dintorni per rendersi conto che un tempo erano stati altro: tombe etrusche, forse, o rifugi di epoche passate o luoghi sacri. La vicinanza di sacro e profano, di vita e di morte, che ha caratterizzato gli anni in cui sono cresciuta mi ha sempre affascinato e ha dato una misura al mio modo di vedere.

Per questo, ho deciso alla fine di fare un film che raccontasse questa storia stratificata, questo rapporto tra due mondi, l’ultima parte di un trittico su un territorio la cui attenzione è focalizzata su una domanda centrale: cosa dovrebbe farne del suo passato? Come dicono alcuni tombaroli, lungo il nostro cammino sono i morti a dare la vita".

Poveri tombaroli

"Il film La Chimera è la storia delle vicissitudini di una banda di tombaroli, violatori di tombe etrusche e venditori ambulanti di reperti al circondario. È ambientato negli anni Ottanta quando chiunque decidesse di diventare un tombarolo – varcando la tacita linea di demarcazione tra sacro e violabile – lo faceva per ribaltare il passato e trasformarlo in qualcosa di nuovo. I tombaroli erano, senza dubbio, forti, giovanili e dannati.

Non appartenevano al passato e non erano figli dei loro padri, uomini che erano cresciuti accanto a quelle antiche tombe senza mai violarle. Erano figli di loro stessi. Il mondo apparteneva a loro: potevano entrare in quelli che erano considerati luoghi tabù, rompere vasi, rubare ex voto e rivenderli. Li consideravano nient’altro che pezzi da museo, vecchie cianfrusaglie, e non più oggetti sacri.

L’ingenuità delle persone che avevano seppellito quella roba li faceva ridere. Si chiedevano, infatti, come fosse effettivamente possibile che un popolo lasciasse tutta quella ricchezza sottoterra per le anime… Gli etruschi dedicavano la loro arte, il loro artigianato e le loro risorse all’invisibile. Per i tombaroli, l’invisibile semplicemente non esiste".

Mercanti d’arte o ingranaggi di una ruota?

"Secondo il cantastorie che incontriamo nel film, “il tombarolo è una goccia nell’oceano”. E sembra essere vero.

Il film La Chimera affronta una delle questioni più vaste che interessano l’Italia e molti altri Paesi che sono stati culle di antiche civiltà nel XX secolo, soprattutto dopo la guerra. Vale a dire il mercato dell’arte antica e, in particolare, il commercio di tesori archeologici.

Questo traffico attecchisce particolarmente in Etruria, mettendo radici tra i membri di una giovane generazione spinta dall’impulso a vendicare una serie di torti sociali. Volevano guadagnare soldi in un modo diverso, senza lavorare per un capo. Sentivano di avere virtualmente diritto ai reperti, semplicemente perché appartenevano alla zona. È probabile che questo diritto non scritto derivi dalla memoria di grandi imprese archeologiche finanziate privatamente (come gli scavi promossi da Lucien Bonaparte e dal re di Svezia) che avevano lasciato il segno tra gli abitanti dell’Etruria.

I ladri di tombe locali erano orgogliosi di andare in giro a distruggere antichi siti archeologici e tombe. Ma in realtà erano semplici “ingranaggi di una ruota”, pedine e vittime di un sistema molto più grande di loro. Pensavano di avere il potere di decidere ma, in realtà, agivano nell’interesse di un mercato dell’arte che, almeno negli anni Ottanta e Novanta, era totalmente avulso dal territorio.

Si trattava di un traffico il cui giro d’affari era superiore a quello del mercato della droga in Italia e per decenni, poiché comportava meno rischi, ha rappresentato una proposta commerciale decisamente migliore. Tutti i procedimenti legali erano pro forma e, lungi dall’essere sommari, erano – come amavano scherzare i tombaroli – terribilmente lenti.

In breve, questi predatori erano in realtà preda del più vasto mercato dell’arte che li inglobava. E Spartaco, l’ambigua figura con la sua barca giallo oro sospesa sul lago, ne è uno dei simboli".

Arthur, lo straniero

"Il personaggio principale del film La Chimera è Arthur, lo straniero. Non vive dentro o fuori le mura della città ma su esse. Viene da un paese che non è mai stabilito con esattezza: potrebbe essere l’Inghilterra ma anche l’Irlanda… Ma forse non ha molta importanza, forse è lo stesso Arthur che non vuole rivelarlo. La banda di tombaroli può anche estrometterlo dal suo andirivieni contemporaneo ma è lui che hanno scelto come leader e guida. Arthur è qualcuno di cui si parla molto.

Arthur è diverso da tutti gli altri perché non appartiene né al territorio né alla banda. Quello che sta cercando non è il profitto, il denaro o l’avventura, ma qualcos’altro, qualcosa di difficile da condividere. Ma gli piace uscire con la banda ed è affascinato dalla città, con le sue feste, luci e fuochi d’artificio. Per non parlare di quel senso di continuità che non ha mai avuto prima. La sua è una fascinazione che ha una lunga storia, che risale ai tempi del Grand Tour, quando l’Italia ammaliava i tanti giovani nordeuropei che come lui viaggiavano nel nostro Paese. Ma niente di tutto ciò, però, gli basta.

Come Orfeo in cerca della sua Euridice, così Arthur intuisce che scavando può ritrovare qualcosa che ha perduto, come se ci fosse la famosa e tanto celebrata “porta dell’aldilà”. E nell’aldilà c’è Beniamina, la donna perduta anni prima, la sua “radice”. Nel suo viaggio, Arthur è accompagnato da due donne: da un lato, c’è Beniamina, che non è più con lui ma che lo attrae come una calamità; e dall’altro lato Italia, una donna allegra e vivace, scaramantica e comica, che Arthur potrebbe amare se solo lasciasse andare il passato.

Dannazione o salvezza? Estasi o bugia?"

Visivamente

"Abbiamo lavorato con tre formati di pellicola fotografica: 35 mm, che si presta agli affreschi, all’iconografia, alle illustrazioni in larga scala dei libri di favole; Super16 mm, che con la sua impareggiabile capacità di narrazione e sintesi, come per magia, ci porta dritti al cuore dell’azione; e 16mm, restituito da una piccola cinepresa amatoriale, il cui effetto ricorda gli appunti scritti a matita sui margini di un libro.

In La Chimera, ho cercato di tessere fili molto disparati, come in un arazzo orientale. Ho provato a giocare con il soggetto del film rallentando, accelerando, cantando, proclamando, ascoltando. E osservando gli uccelli in volo, che per gli Etruschi rappresentano il nostro destino.

La cosa più importante è – come in un caleidoscopio – trovare nella storia di un uomo la storia degli uomini e riunirsi attorno a un film per chiedersi quanto sia sfortunata e comica, commovente e violenta, sia veramente l’umanità".

Letture essenziali

  • Guerrieri di polvere di Sergio Paglieri
  • I predatori dell'arte perduta di Fabio Isman
  • Tombaroli si nasce di Gismondo Tagliaferri
  • Etnografia dei tombaroli della Tuscia di Mirko Luniddi
  • Luoghi Etruschi di D. H. Lawrence
  • Canti Orfici di Dino Campana
  • Orfeo. Euridice. Hermes di R. M. Rilke.

La Chimera: Le foto del film

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