Netflix propone dal 20 aprile la serie tv in otto episodi La diplomatica. La diplomatica del titolo, interpretata da Keri Russell, è una donna che, nel mezzo di una crisi internazionale, si trova a ricoprire una carica ai vertici non adatta a lei, provocando conseguenze disastrose per il suo matrimonio e la sua carriera politica.
Accanto a Keri Russell, nella serie tv thriller Netflix La diplomatica recitano anche Rufus Sewell, Ali Ahn, David Gyasi, Ato Essandoh, Rory Kinnear, Miguel Sandoval, Nana Mensah, Michael McKean, Celia Imrie, Penny Downie, Pearl Mackie e Jess Chanliau. La regia è invece affidata a Simon Cellan Jones.
Un terremoto pubblico e privato
Kate Wyler, la protagonista della serie tv Netflix La diplomatica, è una diplomatica in carriera che ottiene un lavoro d’alto profilo che non vuole e per cui crede di non essere adatta. Proprio mentre stava per volare in Afghanistan, il governo degli Stati Uniti la arruola come ambasciatrice nel Regno Unito nel bel mezzo di una crisi internazionale. La nuova occupazione scatenerà un terremoto sia sul suo matrimonio con Hal (Rufus Sewell), anch’egli brillante diplomatico, sia sul suo futuro politico.
Dietro la serie tv Netflix La diplomatica si cela la mente creativa della showrunner Debora Cahn, che di arene politiche si è occupata anche nelle serie tv cult Homeland e West Wing. “La diplomatica è una serie tv sulla trascendenza e sulla tortura delle relazioni a lungo termine”, ha dichiarato Cahn. “È difficile mantenere viva una relazione, che si tratti di un matrimonio o di un’alleanza militare. Cambiano noi e cambia il mondo intorno, eppure vogliamo che le relazioni durino per sempre”.
“La diplomatica è una serie tv su un gruppo di brave persone che fanno del loro meglio per mantenere intatte le loro relazioni globali e personali senza uccidersi a vicenda”, ha aggiunto Cahn. “Nel mondo della diplomazia, si ha a che fare con un sacco di comportamenti legati alle regole e guidati dal protocollo. Ma, dietro a regole e protocolli, si cela un mondo di persone che faticano, si versano il caffè sui vestiti e dimenticano il nome delle persone con cui parlano. Ecco cosa si nasconde sempre sotto la grandezza e il privilegio di lavorare a stretto contatto con i capi di Stato”.