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Su Netflix l’incantevole film sull’avidità e il potere che ha consacrato Emma Stone

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Mentre nei nostri cinema sta per arrivare Povere creature, Emma Stone è la protagonista su Netflix del film La favorita, liberamente ispirato a una storia vera ambientata nella corte inglese del Settecento. Una favola modernissima e cupa sull’avidità e il potere.

In attesa di vedere al cinema Povere creature, Netflix propone dal 23 gennaio la coppia formata dall’attrice Emma Stone e Yorgos Lanthimos nel film che ha contribuito a creare il loro fruttuoso sodalizio artistico: La favorita. Con un cast straordinario che vanta su un trio di protagoniste uniche (Stone, Olivia Colman e Rachel Weisz), La favorita porta ora su Netflix una storia che si svolge nella Gran Bretagna di inizio Settecento alla corte della regina Anna, ruolo che è valso un Oscar a Olivia Colman come miglior attrice protagonista oltre che una Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile al Festival di Venezia (dove il film ha avuto la sua première in concorso).

La trama del film

La favorita, film riproposto da Netflix, ci porta ai primi anni del XVIII secolo, nel 1708. L’Inghilterra è in guerra contro la Francia. Ciò nonostante, le corse delle anatre e il consumo di ananas vanno per la maggiore. Una fragile regina Anna (Olivia Colman) siede sul trono mentre l’amica “intima” e consigliera politica Lady Sarah Churchill (Rachel Weisz) governa il paese in sua vece e, al tempo stesso, si prende cura della cattiva salute e del temperamento volubile della sovrana.

Quando l’affascinante ma povera Abigail Masham (Emma Stone) arriva a corte, si fa benvolere dalla cugina Sarah, che la prende sotto la sua ala protettiva. Per Abigail è l’occasione di tornare alle radici aristocratiche da cui discende. Mentre gli impegni politici legati alla guerra richiedono a Sarah un maggiore dispendio di tempo, Abigail si insinua nella breccia lasciata aperta, diventando la confidente della sovrana. Grazie all’amicizia sempre più stretta con Anna, Abigail ha la possibilità di realizzare tutte le sue ambizioni, rivelando la sua natura da arrampicatrice sociale e non permettendo a niente e a nessuno – donna, uomo, politica, coniglio – di intralciarle la strada.

“Quando realizzi un film ambientato in un’altra epoca, è sempre interessante vedere come si relazione con i nostri tempi”, ha commentato il regista Yorgos Lanthimos. “Ti rendi conto di quante poche cose siano cambiate, a parte gli abiti e il fatto che oggi abbiamo l’energia elettrica o internet. Sono tantissime le analogie a livello di comportamenti, società e potere. La favorita è la storia cupa ma anche comica di tre donne dal temperamento dominante che brigano spudoratamente per ottenere amore, favori e potere”.

“Il mio interesse maggiore era osservare questi tre personaggi, il potere e la fragilità nei loro rapporti, e analizzare il modo in cui i comportamenti di così poche persone alterino il corso di una guerra e il destino di un paese. Anche per me si tratta di una storia d’amore piuttosto allegra e vivace, che poi diventa cupa”, ha aggiunto Lanthimos.

Il poster del film La favorita.
Il poster del film La favorita.

Intrighi e potere

Con la macchina speciale che solo il cinema sa pilotare, Yorgos Lanthimos accetta di lavorare su commissione a una storia non sua e ci porta alla corte inglese dei primi anni del Settecento con La favorita, film che approda su Netflix a ben sei anni dal suo rilascio nei cinema.

Sul trono siede la regina Anna Stuart, una fragile figura tormentata dalla gotta che i libri di storia (inglese e non) hanno sempre evitato di approfondire. Di lei ci si ricorda per il fatto di non aver lasciato eredi al trono, nonostante le 17 gravidanze avute (tutte terminate in maniera tragica). Per la fantasia di Lanthimos e, soprattutto, degli sceneggiatori Deborah Davis e Tony McNamara tale assenza di successori diviene terreno fertile per costruire una vicenda di lotte di potere, avidità, invidia e inganni, ingegnati da diverse figure femminile che alla sovrana si sono avvicinate.

In particolar modo a divenire oggetto di interesse è l’amicizia della sovrana con le scaltre Lady Sarah Churchill e sua cugina Abigail. Le lingue più biforcute hanno ipotizzato che la sovrana avesse per le due più di una semplice simpatia e hanno considerato le due donne come le vere artefici delle decisioni prese dalla regina in campo internazionale. Curiosamente, infatti, sono quelli gli anni in cui l’Inghilterra si impone come potenza globale in Europa e non solo.

Addentrandosi nelle stanze del palazzo reale, sontuosamente ricostruito e fotografato, Lanthimos spia dal buco della serratura ciò che avviene dentro la camera da letto di Anna senza risparmiare nulla allo spettatore. Dai primi minuti, apprendiamo quanto la regina soffra per via della gotta e dei dolori che questa comporta. Ma capiamo anche quanto forte sia il legame che ha instaurato con Sarah, compagna di decisioni e di scorribande tra le lenzuola.

Sebbene sia sposata da tempo con un comandante dell’esercito impegnato in guerra in Francia, Sarah non disdegna di concedere piacere alla sovrana, totalmente incapace di separare ragione e sentimento, come tradizione letteraria inglese impone. I toni farseschi scelti dal regista si acuiscono nel momento in cui fa la sua comparsa Abigail Hill, giovane cugina di Sarah caduta in bassa fortuna a causa dei vizi del padre. Dapprima accolta a palazzo come sguattera, Abigail con i suoi sotterfugi riesce a sostituire Sarah nel cuore della sovrana, arrivando a studiare strategie e stratagemmi per estrometterla per sempre dall’Inghilterra.

Suddiviso in otto capitoli che hanno per titolo alcune delle battute più sagaci pronunciate dalle tre protagoniste, La favorita procede spedito senza intoppi o cali di tensione. Seppur sia un dramma storico con tutte le caratteristiche chiave del genere (la guerra, le tensioni con il popolo e le inevitabili invidie di corte), risulta difficile non sorridere per la sagacia della sceneggiatura, che pone di fronte a dialoghi o situazioni al limite del surreale o del grottesco, senza perdere minimamente in credibilità.

Tutto ciò è possibile grazie alla prova di tre attrici in stato di grazia: Rachel Weisz, Emma Stone e, soprattutto, Olivia Colman, alle prese con il “ruolo della sua carriera”. Sono fortunatamente affiancate da tre comprimari abili a reggere un confronto che avrebbe azzerato chiunque: Nicholas Hoult (nei panni di un vanitoso leader dei Tories), James Smith (è un primo ministro amante dei complotti) e Joe Alwyn (il giovane marito che Abigail sceglie per la sua ascesa a corte). Fa piacere vedere inoltre per qualche minuto in azione Mark Gatiss che, apparendo nel finale come il marito di Sarah, si allontana del tutto dall’immagine che ha nella serie Il trono di spade.

Pregio di Lanthimos, abile costruttore di quadri in movimento, è quello di aver reso attuale la riflessione sul potere e su chi realmente lo esercita senza perdere di vista certi cliché del suo cinema greco: spesso, ancora oggi, cosa accade nella stanza dei bottoni è un misto di sesso, passioni ed emozioni, figlie dell’amor che muove il mondo.

La favorita: Le foto del film

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