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La figlia oscura: Una clip in esclusiva del film

La figlia oscura, il film che Maggie Gyllenhaal ha tratto dal romanzo di Elena Ferrante, è solo al cinema da giovedì 7 aprile. Candidato a tre premi Oscar (sceneggiatura non originale, attrice protagonista e attrice non protagonista), La figlia oscura riflette sul tema della maternità e sulle scelte difficili che, a volte, una donna è chiamata a fare.
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L’attrice Maggie Gyllenhaal ha scelto per il suo debutto alla regia di trasformare in film il romanzo La figlia oscura di Elena Ferrante. Il suo non è stato un compito facile, ci è voluto il coraggio di una donna per portarlo a termine. La storia di Leda nasconde tanti punti oscuri e, soprattutto, aspetti che visti dall’esterno possono sembrare disdicevoli. Eppure, Leda, la sua protagonista non è né una madre snaturata né una psicopatica. È semplicemente una donna che, in un momento particolare della sua vita, ha fatto una scelta poco convenzionale. Una scelta che ha finito con il segnarla per sempre e farla convivere con ricordi dolorosi.

Solo al cinema per BIM Distribuzione da giovedì 7 aprile, La figlia oscura ha convinto la critica portandosi a casa diversi riconoscimenti nei festival più importanti del mondo (a cominciare dalla Mostra del Cinema di Venezia) e tre candidature pesanti agli Oscar 2022. I plausi maggiori sono andati alla sceneggiatura del film La figlia oscura, che la stessa Gyllenhaal ha provveduto ad adattare. Non è stato un compito facile, come la stessa ci ha spiegato, ma è servito a dare una nuova prospettiva alla storia di Leda, all’apparenza una placida cinquantenne come tante altre. Salta, però, all'occhio la consapevolezza di Gyllenhaal di avere tra le mani una storia difficile da manovrare per via delle emozioni in gioco.

Essere madre, donna, amante e moglie, comporta sacrifici e costi, rinunce e timori. E anche quando un gesto sembra inspiegabile nasconde dietro motivazioni e giustificazioni che vanno ancorate alla realtà vissute. La figlia oscura non si perde in fronzoli, non decontestualizza un evento per offrire risoluzioni. Tenta semmai di indagare nell’animo di ognuno di noi, catapultandoci dietro la mente di Leda. Facendocela vivere dietro ai silenzi della diretta interessata, dietro agli sguardi coperti da silenziose lacrime e da un infantile e irrisolto candore.

Olivia Colman in La figlia oscura.
Olivia Colman in La figlia oscura.

Il passato di Leda

Scopriamo subito però che Leda, la protagonista del film La figlia oscura, non è così serena come sembra. Ce ne accorgiamo durante una sua vacanza in Grecia, tra mare e natura. Accompagnata dai suoi libri, Leda si imbatte durante una sosta in spiaggia, in una lucente giornata di sole, in una colorata famiglia. Una di quelle da evitare a seconda del giudizio di molti.

Leda osserva da lontano quella che sembra, dopotutto, una giungla felice. A colpirla in modo netto è Nina, una giovane mamma, alle prese con una figlioletta discola e con un marito con cui c’è qualche discussione di troppo. Il vedere Nina fa pian piano tornare alla mente di Leda il ricordo di quando anche lei era una giovane mamma.

Le tornano alla mente gli anni in cui con il fidanzato prima e il marito dopo viveva momenti di passione ma anche di sforzi e fatica. Entrambi cercavano di affermarsi professionalmente. Ma, mentre l’uomo di casa non viveva sulle proprie spalle la responsabilità di un’economia domestica da portare avanti, Leda, la donna, era costretta a lavorare come traduttrice di letterature comparate attorniata dal peso della casa e della famiglia in crescita.

A Olivia Colman, premio Oscar per La favorita, e Jessie Buckley, entrambe candidate all’Oscar, va dato il merito di aver dato vita alle due differenti versioni di Leda, matura e giovane, con credibilità e la giusta dose di distacco. Non hanno giudicato il personaggio e non lo hanno condannato. Ne hanno sposato l’animo cercando in primo luogo di capirlo ed esplorarlo. Leda fa una scelta che in molti, presi dai pregiudizi e preconcetti, non condivideranno. Ma è una scelta che si porterà dietro per tutta la vita. Una scelta che la tormenterà in silenzio e la plasmerà, fino a un’inevitabile resa dei conti con se stessa.

Jessie Buckley in La figlia oscura.
Jessie Buckley in La figlia oscura.

La maternità

Ed è il confronto con la maternità di Nina, nel film La figlia oscura, a scatenare in Leda un flusso di emozioni e sentimenti che sembra non arrestarsi mai. In un climax sempre più ascendente, Leda ricorda quanto per lei non fosse facile essere madre. Forse l’istinto materno non l’ha mai avuto: non è qualcosa che viene insegnato, è innato e ha bisogno spesso di tempo per maturare e assestarsi.

Leda ha avuto due bambine nel giro di poco tempo, eppure dentro di lei non è scattata nessuna empatia per le creature che ha portato in grembo. E, nello specifico, a farne le spese maggiori è la più grande delle figlie. Blanca è quella che con il suo arrivo ha fatto rimettere in discussione i sogni, le speranze e le aspettative di Leda. È forse una madre snaturata solo perché ha messo davanti a tutto e a tutti il suo voler essere una donna completa e realizzata, mossa da passione e desiderio di affermazione?

Osservando Nina, Leda quasi si rivede. Scopre ad esempio che anche Nina, interpreta da Dakota Johnson, non è così felice come tutti credono. Ha una relazione clandestina con un giovane con cui anche Leda ha familiarizzato e vive in una sorta di gabbia, che le impedisce di dare libero sfogo a ciò che più anela. Ma, soprattutto, ha una figlia che non riesce a governare in toto. Essere madre vuol dire anche avere occhi dappertutto e anche un solo minuto di distrazione potrebbe essere fatale. Prova ne è un giorno quando la figlioletta di Nina scompare dalla battigia, inghiottita quasi dal nulla.

Dakota Johnson in La figlia oscura.
Dakota Johnson in La figlia oscura.

La clip in esclusiva

Nella clip in esclusiva che vi mostriamo, accade qualcosa che è decisivo per La figlia oscura, film solo al cinema dal 7 aprile grazie a BIM Distribuzione. Leda è in spiaggia a prendere il sole quando la sua attenzione viene attirata dal trambusto che circonda la famiglia di Nina. La piccola Elena, la figlia di Nina, è scomparsa nel nulla. Di lei non sembra esserci alcuna traccia e la disperazione si coglie sin dallo sguardo di Nina.

In un solo secondo, Leda ricorda quando da giovane anche lei ha vissuto la stessa disperata situazione. La sua Bianca, la figlioletta maggiore, non si trovava da nessuna parte facendola sprofondare nel baratro di una mamma privata di uno dei suoi gioielli. Conoscendo la paura, il timore e il sollievo successivo di certi momenti, Leda si alza dalla sua sedia a sdraio e rassicura Nina.

Attenzione, però, a un particolare di non poco conto: sulla sabbia calda giace una bambola, una “figlia” in plastica che diventerà un elemento imprescindibile e determinate del resto del film.

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