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La notte che non passerà: La vera storia dietro alla serie tv Netflix

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242 giovani morti all’interno di una discoteca in Brasile: è la triste storia vera da cui parte la serie tv Netflix La notte che non passerà. Ripercorriamo insieme i fatti e scopriamo il coraggio di una giornalista che dal 2013 si impegna a mantenere viva la memoria dei ragazzi a cui è stato tolto il futuro.

Dal 25 gennaio Netflix propone la serie tv in 5 episodi La notte che non passerà. Si tratta di un dramma ispirato alla vera storia dell’incendio della discoteca Kiss, che ha mietuto 242 giovani vittime a Santa Maria, nello stato brasiliano di Rio Grande do Sul nel 2013.

Tratta da un libro della giornalista Daniela Arbex, la serie tv Netflix La notte che non passerà rappresenta la lotta per la giustizia capitanata dalle famiglie delle vittime e dei sopravvissuti, che prosegue ancora oggi.

La vera storia dietro la serie tv

È la notte tra il 26 e il 27 gennaio 2013 quando ha inizio l’incubo raccontato dalla serie tv Netflix La notte che non passerà. Siamo alla discoteca Kiss a Santa Maria, in Brasile, e si sta esibendo la band Gurizada Fandangueira. Ci sono più di mille e cinquecento persone assemblate nel locale, ci si diverte, ci ascolta musica, si beve e si balla. Lo spettacolo procede a ritmo di canzoni ed effetti pirotecnici. E sono proprio questi ultimi a generare ciò che fino a qualche minuto prima è impensabile: un incendio dalle vaste proporzioni.

I fuochi usati dalla band raggiungono il soffitto. Le fiamme si propagano rapidamente a causa del materiale infiammabile usato come insonorizzante, producendo un fumo nero e tossico. A determinare l’origine dell’incendio è il racconto dei sopravvissuti, sebbene in un primo momento il cantante Marcelo Santos si appresta a fornire una versione differente dei fatti. Come se non bastasse, l’uscita di sicurezza è assente. Si entra e si esce tutti dalla stessa porta e la calca è troppa per mettersi in salvo. Non funzionano nemmeno tutti gli estintori presenti nel locale.

Sono in troppi all’interno del Kiss. Il club è chiaramente sovraffollato. Stando alle autorizzazioni concesse, non avrebbe potuto ospitare più di 750 persone, eppure per il concerto gli organizzatori avevano stampato più di 850 inviti. Ma per i vigili del fuoco all’interno al momento dell’incendio ci sono circa 1500 persone: giovani, amici, figli, fratelli, fidanzati.. senza contare il personale. Stabilire un numero preciso è impossibile ancora oggi.

Ma è stato facile stabilire cosa non ha funzionato: nessun dispositivo antincendio e nessuna luce di emergenza era presente nel locale. Accecate dal fumo propagato dall’impianto di aria condizionata e dalla quasi assenza di finestre, le persone si dirigevano verso i bagni. Hanno ritrovato lì la maggior parte delle vittime: più di 180 per la precisione, morte per asfissia.

Sono state quattro, alla fine, le persone arrestate e processate per omicidio colposo: il proprietario della discoteca, il suo socio, il cantante della band e il responsabile della sicurezza.

La notte che non passerà: Le foto della serie tv

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Il libro che ha ispirato la serie tv

La serie tv Netflix La notte che non passerà trae ispirazione dall’omonimo libro scritto dalla giornalista e scrittrice Daniela Arbex. Ricostruendo in maniera sensibile e inedita gli eventi della terribile notte del 27 gennaio 2013, Arbex ha reso omaggio alla memoria delle vittime e ha dato voce a chi personalmente ha vissuto una delle tragedie più gravi della storia del Brasile.

Per capire e comprendere la vera dimensione della catastrofe, la giornalista ha raccolto centinaia di ore di interviste e testimonianze di sopravvissuti, familiari delle vittime, soccorritori e operatori sanitari. Con tatto, ha fatto sì che si ritornasse a quella notte, ai momenti in cui la gente si accalcava nei bagni del Kiss in cerca di aria, a quelli in cui i genitori andavano a prendere i cadaveri dei figli nella palestra in cui erano sistemati e a quelli in cui negli ospedali si cercava disperatamente di salvare vite in bilico.

Il libro è una presa di coscienza dolorosa e necessaria. Riporta le parole di chi è rimasto vivo ma anche i giorni che sono seguiti all’incendio, con annesse le conseguenze per le negligenze di chi doveva tutelare la sicurezza. Nel suo piccolo, ricorderà per sempre tutti quei giovani a cui è stato barbaramente strappato il futuro.

Daniela Arbex ha fatto da consulente alla serie tv Netflix La notte che non passerà. “Il mio ruolo è stato quello di garantire la fedeltà ai fatti raccontati”, ha evidenziato la giornalista. “Chiaramente, il racconto presenta qualche licenza narrativa: ci sono storie che nel mio libro non c’erano ma, come ho promesso ai familiari delle vittime, tutto è stato raccontato nella maniera più fedele possibile alla realtà dei fatti. Mi interessava sopra ogni cosa che nessuno dimenticasse cosa sia realmente accaduto quella notte e che il mondo intero conoscesse le vite di quei giovani e delle loro famiglie per sempre distrutte”.

“Sono tutt’oggi in contatto con molte delle famiglie”, ha continuato Arbex. “Sono morti 242 ragazzi e chiaramente la serie non avrebbe potuto raccontare di tutti. Ovviamente, sono state fatte delle scelte e sono contenta del risultato. Giorni fa una madre mi ha detto: mi stai permettendo di mantenere la promessa fatta a mia figlia: nessuno dovrà mai dimenticare quest’orribile storia”.

“Ci sono molte scene difficili ma non c’è niente di peggio che perdere in quel modo le persone che più si amano. Il pubblico vedrà come erano felici quei ragazzi quella sera prima che la tragedia incombesse. La tragedia del Kiss potrebbe ripetersi ovunque nel mondo e porta a interrogarci su quanto siano sicuri i locali in cui mandiamo i nostri figli a divertirci”.

La giornalista Daniela Arbex, al centro, tra Julia Rezende e Gustavo Lipsztein, regista e produttore
La giornalista Daniela Arbex, al centro, tra Julia Rezende e Gustavo Lipsztein, regista e produttore della serie tv Netflix La notte che non passerà.
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