Arriva su Netflix dal 4 gennaio La società della neve, l’ultimo film del regista J.A. Bayona presentato fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2023. Il film Netflix La società della neve prende spunto da una storia realmente accaduta e racconta come, nel 1972, il volo 571 delle Forze aeree dell’Uruguay con a bordo una squadra di rugby diretta in Cile precipita su un ghiacciaio nel cuore delle Ande. Allo schianto sopravvivono solo 29 dei 45 passeggeri, che si ritrovano in uno degli ambienti più ostili al mondo e obbligati a ricorrere a misure estreme (tra cui il cannibalismo) per restare in vita.
Basato su un libro di Pablo Vierci, il film Netflix La società della neve è stato scelto per rappresentare la Spagna agli Oscar 2024 nella categoria “Miglior film in lingua non inglese”.
La vera storia dietro al film
La società della neve è il nuovo film original Netflix dell’acclamato regista J.A. Bayona, già noto per titoli come The Impossible. Si tratta dell’adattamento di un libro di Pablo Vierci, che ha frequentato il College Stella Maris a Montevideo, in Uruguay, insieme ai sopravvissuti del disastro aereo delle Ande del 1972. Bayona utilizza il libro di Vierci, scritto 36 anni dopo gli eventi, per dare voce ai sopravvissuti e a coloro che non ce l’hanno fatta. Sebbene accaduto mezzo secolo fa, il disastro aereo è ben noto in tutto il mondo e ha influenzato (e continua a influenzare) generazioni di persone.
Era il 12 ottobre 1972 quando la squadra di rugby dell'Old Christians Club è salita a bordo del volo 571 dell'Aeronautica Militare Uruguaiana da Montevideo, Uruguay, a Santiago, Cile, dove aveva una partita in programma. Quel match non si è mai svolto. L'aereo, che trasportava un totale di 45 passeggeri (equipaggio, giocatori, familiari e amici), si è schiantato nel cuore innevato delle Ande nella Valle delle Lacrime.
Solo 29 dei 45 passeggeri sono sopravvissuti all'impatto. Intrappolati in uno degli ambienti più inaccessibili e ostili del pianeta, i sopravvissuti hanno affrontato freddo estremo, sete e fame, e sono stati costretti a prendere misure estreme per restare in vita. Alcuni dei sopravvissuti al disastro aereo sono morti nei giorni seguenti. Il 23 dicembre 1972, due mesi e mezzo dopo l'incidente, 16 persone sono state salvate in vita.
Gli eventi raccontati dal film sono stati importanti e delicati per l’Uruguay. Ma la tragedia ha anche avuto un impatto a livello internazionale, sconvolgendo l'intero mondo. Bayona era chiaro sul fatto che il film avesse bisogno di mostrare l'universalità dei fatti, pur mantenendo il più profondo rispetto per la storia: "Le storie che raccontiamo devono trascendere gli aneddoti, e dico 'aneddoto' con il massimo rispetto. Dovevamo andare oltre i fatti per rendere questa una storia universale, in modo che il pubblico potesse vedersi in essa e nei suoi personaggi”.
La morte per la vita
“Ho letto il libro La società della neve più di 10 anni fa mentre mi preparavo a girare The Impossible, e mi è stato di ispirazione”, ha spiegato il regista del film Netflix, J.A. Bayona. “Il titolo di The Impossible, ad esempio, mi è venuto in mente quando ho letto una dichiarazione di Roberto Canessa, uno dei sopravvissuti delle Ande. Ricordo di aver condiviso estratti del libro con Naomi Watts e Tom Holland durante le pause tra le riprese. I due film raccontano le storie di due tragedie umane che condividono un'idea di sopravvivenza non solo fisica, ma anche emotiva”.
“Pablo Vierci riesce a farti entrare nella mente di ciascuno dei personaggi e vivere qualcosa di estremo che ti mette faccia a faccia con la morte, e da lì, l'attenzione è rivolta alla vita. È una storia affascinante e complessa. Il suo libro è pieno di forti contrasti tra luce e buio ed è molto umano. Mi interessava soprattutto il senso di colpa che permea tutta la storia, smantellando il classico racconto eroico dei film che raccontano questo tipo di storie”, ha aggiunto.
“Nel libro, Roberto Canessa (interpretato nel film dal ventiduenne Matias Recalt, ndr) si rivolge ai morti 40 anni dopo l'incidente e chiede loro di accettare pacificamente di aver vissuto la vita che non hanno avuto. Uno dei temi del film nasce da questa idea: la necessità di stabilire un contatto tra i vivi e i morti per scrivere una storia che mette in luce il ruolo fondamentale giocato da tutti, compresi coloro che sono rimasti indietro.
“Vierci era il custode della storia e dei personaggi, ma non ho mai sentito che limitasse la mia visione. Anzi, mi sono sentito supportato e al sicuro con lui al mio fianco. Anche i sopravvissuti sono stati fondamentali: il loro entusiasmo ha dato energia al film e al mio punto di vista. Abbiamo attraversato insieme un processo creativo ed emozionante. Se sorgeva qualche domanda sul set, Vierci prendeva il telefono e parlavamo con le persone che avevano vissuto in prima persona le situazioni che stavamo cercando di ricreare. È stata un'esperienza unica”.
“Se ancora oggi si parla di questa storia a più di 50 anni di distanza, è in gran parte perché i personaggi principali hanno dovuto nutrirsi dei corpi dei loro amici. Sono molto interessato alla natura simbolica di quell'atto: l'idea di donarsi agli altri”, ha concluso il regista.
“Al centro del film Netflix La società della neve c'è uno spirito di collaborazione e amicizia che sorge spontaneamente mentre i personaggi principali affrontano avversità sempre maggiori. Il donarsi agli altri si manifesta sia spiritualmente, quando si cammina per gli altri o si curano le loro ferite, sia fisicamente, con quei corpi che concedono il permesso di essere mangiati di fronte alla morte. È un dispositivo tanto estremo quanto mistico e umanistico. Nonostante affronti temi oscuri, i miei film sono pieni di luce: parlano della morte per sottolineare la vita”.