La spia è il film che Sky Cinema trasmette il 7 ottobre in prima visione assoluta. È diretto dal regista Jens Jonsson e si ispira a una storia realmente accaduto. Al centro della vicenda c’è l’attrice Sonja Wigert che, allo scoppio della Seconda guerra mondiale, si arruola come spia per salvare il padre imprigionato dai nazisti.
La trama del film La spia
Nel film La spia, proposto da Sky, Ingrid Bolsø Berdal interpreta l’attrice Sonja Wigert, una delle star più acclamate della Scandinavia. Sonja vive nella neutrale Stoccolma quando scoppia la Seconda mondiale. I tedeschi, com’è noto, vogliono ricorrere al cinema e ai film per diffondere la loro propaganda e Sonja è una delle attrici preferite dalle compagnie cinematografiche tedesche, oltre che diJosefTerboven (Alexander Scheer), commissario del Reich nella Norvegia occupata.
Quando suo padre viene imprigionato a Grini dai Tedeschi, Sonja sceglie di arruolarsi come spia per l’intelligence svedese. Il suo obiettivo è quello di raggiungere Terboven a Oslo, flirtare con lui e ottenere in cambio la liberazione del genitore. Ci riuscirà ma Terboven la vorrà, a qualsiasi costo, come sua spia e amante.
Chi fu Sonja Wiegert
Al centro del film Sky La spia c’è la figura di Sonja Wigert, attrice apparsa in 34 pellicole tra il 1934 e il 1960. Nata nel 1913 a Notden, in Norvegia, Wigert aveva debuttato come attrice nel 1934 subito dopo il diploma alla Norwegian National Academy of Craft and Art Industry. Nel 1939, iniziò a lavorare in Svezia.
Dal 1941, Sonja Wigert cominciò a collaborare con il movimento di resistenza norvegese e nel 1942 divenne una spia svedese. Fu infatti incaricata dallo Stato maggiore svedese di recarsi in Norvegia per condurre ricerche tra gli ufficiali tedeschi, tra cui Josef Terboven. Il suo nome di copertura era Bill. Terboven cedette presto al suo fascino: da sempre attratto dalle belle attrici, la corteggiò e la invitò a far da spia per conto suo.
Tuttavia, Wigert rimase fedele alla Svezia, anche perché il suo principale scopo era quello di liberare il padre, prigioniero politico dei nazisti. La posta in gioco era molto alta: qualora fosse stata scoperta, avrebbe rischiato la vita e messo in pericolo l’incolumità di tutta la sua famiglia. Fortunatamente, il suo piano andò a segno e riuscì a portare la famiglia in salvo. Dopodiché, iniziò a lavorare anche per gli americani e per l’Office of Strategic Services (OSS), l’ente antenato della CIA.
Il suo doppiogiochismo venne però scoperto nell’autunno del 1943. Per ripicca, i Tedeschi diffusero molte voci sul suo conto portando a un forte ostracismo nei suoi confronti sia in Svezia sia in Norvegia. Uno dei pochi che rimase al suo fianco fu il collega e amico Sture Lagerwall. Solo nel 1946, il suo nome e la sua reputazione vennero riabilitate.
Dopo il conflitto, continuò a lavorare come attrice, prendendo parte a numerose opere teatrali e film in Norvegia, Danimarca e Svezia. Trascorse poi i suoi ultimi anni in Spagna, dove morì nel 1980. La sua attività spionistica è venuta fuori nel dettaglio solo nel 2005 quando sono stati resi pubblici alcuni documentati fino a quel momento secretati.
Il regista
A dirigere il film La spia è Jens Jonsson, regista svedese. Classe 1974, Jonsson ha esordito nel lungometraggio con The King of Ping Pong, con cui ha vinto il Grand Prix al Sundance Film Festival. Il suo titolo di maggior successo a oggi rimane Easy Money III mentre è noto anche nel mondo della serialità tv grazie alla regia di sei episodi della serie Il giovane Wallander.
“Sonja Wigert non fu né una diplomatica né una militare”, ha dichiarato a proposito di La spia. “Fu semmai un’attrice popolare che diventò una doppiogiochista per liberare suo padre da un campo di concentramento nazista. Anche dopo la guerra, non riuscì mai del tutto a riguadagnare la fama e la fiducia della sua gente, tanto che le risultò difficile condurre una vita pacifica”.
“Sonja riuscì a liberare il padre perché si avvicinò con destrezza a funzionari nazisti d’alto rango, come il reichskommissar Terboven. E solo grazie al suo talento. Non era forse la sua una storia che meritava un film? Tuttavia, La spia racconta anche di come funzionasse la propaganda durante la Seconda guerra mondiale nell’Europa del Nord. Un governo manipolando i mass media può controllare la cultura di un’intera nazione. Non è forse qualcosa che interessa anche il pubblico di oggi?”, ha concluso Jonsson.