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La vita che volevi: Su Netflix, la serie tv italiana che volevamo

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Arriva su Netflix la serie tv La vita che volevi. Non solo un prodotto di intrattenimento ma anche un potente mezzo per dare voce a comunità spesso marginalizzate e contribuire a creare una società più inclusiva e rispettosa delle diversità.

Il 29 maggio, Netflix presenterà al pubblico La vita che volevi, una nuova serie tv italiana che promette di offrire una narrazione coinvolgente e innovativa. Prodotta da Banijay Studios Italy e creata da Ivan Cotroneo, la serie tv Netflix La vita che volevi si distingue non solo per la qualità della produzione, ma soprattutto per la sua coraggiosa rappresentazione della comunità transgender. Con Vittoria Schisano nel ruolo della protagonista Gloria, La vita che volevi si inserisce, infatti, nel panorama delle produzioni televisive che cercano di portare avanti il discorso sulla diversità e l'inclusione.

Composta da sei episodi e ambientata tra Lecce, il Salento e Napoli, la serie tv Netflix La vita che volevi segue la vita di Gloria, una donna che crede di aver finalmente trovato la felicità a Lecce, dove ha fondato una piccola agenzia turistica e ha trovato l'amore con Ernesto. Tuttavia, il suo equilibrio viene messo alla prova quando Marina, un’amica dei tempi dell'università a Napoli, riappare nella sua vita portando con sé segreti e complicazioni. Marina arriva con i suoi due figli, Andrea e Arianna, avuti da due diverse relazioni, ed è incinta di un terzo bambino, il cui padre è Pietro, un giovane dal carattere passionale e potenzialmente pericoloso.

Gloria preferirebbe non riallacciare i rapporti con Marina, poiché quest'ultima le ricorda un periodo della sua vita che vorrebbe dimenticare. Tuttavia, Marina nasconde molti segreti e presto in scena arriva anche Sergio, il padre di Arianna, un uomo dal carattere forte che fin da subito diffida di Gloria. Gloria si trova così costretta a fare i conti con "la vita che voleva", con il suo passato e il suo futuro, per scoprire che la felicità può arrivare in forme inaspettate e che l'amore è l'unica forza capace di rendere la vita veramente degna di essere vissuta.

La rappresentazione delle persone transgender nei media è cruciale per promuovere la comprensione e l'accettazione. Personaggi come Gloria non solo offrono una visione realistica delle esperienze transgender, ma aiutano anche a sfidare i pregiudizi e a educare il pubblico. Serie come La vita che volevi giocano un ruolo fondamentale nel dare voce a comunità spesso marginalizzate, contribuendo a creare una società più inclusiva e rispettosa delle diversità.

Studi e ricerche hanno dimostrato che la rappresentazione positiva nei media può avere un impatto significativo sull'atteggiamento delle persone verso le comunità marginalizzate. Le storie di vita transgender, raccontate con autenticità e rispetto, possono contribuire a ridurre la stigmatizzazione e a promuovere una maggiore accettazione.

L'Importanza della Rappresentazione Transgender

La presenza di Vittoria Schisano nel ruolo principale della serie tv Netflix La vita che volevi è un segnale forte e chiaro dell'impegno del racconto nella rappresentazione autentica delle persone transgender. In un'industria spesso criticata per la mancanza di diversità, La vita che volevi per uno strano segno del destino arriva dopo il premio come miglior attrice a Cannes a Karla Sofia Gascon (quanta strada devono ancora fare i quotidiani che per raccontarla riprendono il suo nome alla nascita e non quello che sente oggi suo?) e rappresenta un passo avanti significativo. La storia di Gloria, lontana dagli stereotipi, offre una visione complessa e sfaccettata delle esperienze transgender, toccando temi come l'identità, la transizione e la ricerca della felicità.

La visibilità delle persone transgender nei media è fondamentale per sfidare i pregiudizi e promuovere una maggiore comprensione e accettazione. I personaggi transgender, interpretati da attori e attrici transgender, forniscono rappresentazioni autentiche che possono educare il pubblico e creare empatia. Ed è solo questo tipo di rappresentazione, veritiera e mai falsata, che può contribuire a ridurre la discriminazione e a costruire una società più inclusiva e rispettosa delle diversità.

Monica Rametta, co-autrice della serie, spiega: "Gloria è la protagonista che abbiamo amato fin dall'inizio. Volevamo raccontare la storia di una donna AMAB (Assigned Male At Birth), una donna transgender lontana dagli stereotipi, vera, fatta di carne e sangue, piena di sfumature e contraddizioni". Già basta questa dichiarazione per sottolineare l'intenzione dei creatori di dare vita a un personaggio autentico, capace di rappresentare le complessità e le sfide della vita transgender.

Ivan Cotroneo, regista della serie, ha riflettuto inoltre sulla responsabilità di trasformare il copione in immagini: "Creare il mondo intorno a Gloria è stato un lavoro di squadra. Ogni membro del cast e della crew ha contribuito creativamente, rendendo questa serie unica. Nel cinema e nelle serie, la responsabilità è di uno, ma l’amore e la creazione sono di tutti"-

La scrittura della serie ha richiesto un lavoro intenso e collaborativo. Rametta e Cotroneo hanno dedicato anni alla creazione di una storia che potesse raccontare la verità della vita di una donna transgender senza cadere nei cliché. La loro visione era quella di una serie che potesse non solo intrattenere, ma anche ispirare e educare il pubblico.

Il poster della serie tv Netflix La vita che volevi.
Il poster della serie tv Netflix La vita che volevi.

Un Cast Eccezionale

Il cast della serie tv Netflix La vita che volevi include attori di grande talento come Giuseppe Zeno (Sergio), Pina Turco (Marina), Alessio Lapice (Pietro) e Nicola Bello (Andrea). Ogni attore ha portato una profondità unica ai propri personaggi, contribuendo a creare un racconto ricco di emozioni e sfumature. La presenza di attori capaci e appassionati ha permesso di rappresentare in modo autentico e coinvolgente le dinamiche complesse delle relazioni umane.

La produzione è stata curata con grande attenzione ai dettagli. Massimo Del Frate, Head of Drama per Banijay Studios Italy, ha giocato un ruolo cruciale nel portare avanti la visione dei creatori. La scelta delle location, la cura dei costumi, la fotografia e la colonna sonora sono tutti elementi che contribuiscono a creare un'atmosfera unica e immersiva.

Gabriella Giannattasio, che ha lavorato al casting, ha selezionato con cura i talenti che avrebbero dato vita ai personaggi. Gian Filippo Corticelli, direttore della fotografia, ha conferito alla serie un'estetica visiva che rispecchia perfettamente l'atmosfera desiderata dai creatori. Monica Sironi ha trasformato i luoghi di Lecce e del Salento in scenari che raccontano la storia di Gloria. Rossano Marchi ha creato costumi che riflettono le aspirazioni e le realizzazioni dei personaggi.

La vita che volevi: Le foto della serie tv

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