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Laura Luchetti: “Nudes 2: Il revenge porn, dagli adolescenti agli adulti” – Intervista esclusiva

Laura Luchetti, una delle voci più affascinanti del cinema italiano contemporaneo, torna con Nudes 2, la seconda stagione della serie tv che esplora le devastanti conseguenze del revenge porn con un focus questa volta spostato anche sugli adulti. In un'intervista esclusiva, Laura Luchetti ci guida attraverso i temi complessi della serie e il suo personale approccio dietro la macchina da presa.

Non poteva essere che Laura Luchetti, una delle più interessanti voci del cinema italiano contemporaneo, a raccontare a The Wom cosa affronta Nudes 2, la seconda stagione della serie tv prodotta da Bim Produzione e disponibile su RaiPlay dal 25 ottobre dopo il passaggio alla Festa del Cinema di Roma. Regista della prima stagione di Nudes, divenuto un successo internazionale che ha trovato casa anche su Disney+, Laura Luchetti traghetta in Nudes 2 il tema del revenge porn e delle sue conseguenze devastanti dagli adolescenti agli adulti.

Mentre la prima stagione si concentrava principalmente su giovani vittime alle prese con l’imprevedibilità e l'ingenuità tipiche dell'età, Nudes 2 allarga lo sguardo, includendo anche il mondo degli adulti e analizzando come l'abuso della tecnologia e la diffusione non consensuale di materiale intimo colpisca persone di ogni età e status sociale. Composta da 9 episodi di 25 minuti ciascuno, Nudes 2 intreccia tre storie principali, ciascuna con protagonisti diversi, che si ritrovano a dover affrontare il dramma del revenge porn e della sextortion, mettendo in crisi le loro relazioni personali, familiari e professionali.

Mentre le altre due storie sono affidate alla regia di Marco Danieli, Laura Luchetti dirige Silvia ed Emilio, la storia che fa da ponte al mondo osservato nella serie tv Nudes 2. Silvia (Emma Valenti), 16 anni, è una promettente schermitrice, sponsorizzata da un circolo esclusivo e sostenuta dalla madre Laura (Astrid Meloni), che ha fatto grandi sacrifici per lei. Il suo mentore è Emilio (Michele Rosiello), un maestro di scherma quarantenne, a cui Silvia attribuisce gran parte dei suoi successi. Tuttavia, il loro rapporto viene messo a dura prova quando un video intimo di Emilio viene diffuso.

Il racconto si sviluppa in un crescendo di tensione emotiva, dove Silvia è costretta a confrontarsi non solo con la sua ambizione sportiva, ma anche con il peso della realtà adulta che si sta aprendo di fronte a lei. Tra il legame con Emilio e le aspettative di sua madre, Silvia vive un conflitto interiore che la spinge a maturare e a rivedere i suoi sogni e il suo futuro. La storia evidenzia le fragilità dei rapporti umani nel contesto dello sport e delle relazioni di potere, esplorando il tema della vulnerabilità sia dei giovani che degli adulti in situazioni di pressione psicologica e sociale. Ma a spiegarci meglio cos’è Nudes 2 è Laura Luchetti con un’intervista in esclusiva tesa a far luce sulla serie tv ma anche sull’approccio della regista.

Laura Luchetti (Foto: Vittorio Zunino Celotto per Getty Images; Press: Lorella Di Carlo).
Laura Luchetti (Foto: Vittorio Zunino Celotto per Getty Images; Press: Lorella Di Carlo).

Intervista esclusiva a Laura Luchetti

“La seconda stagione di Nudes nasce da un’intuizione di Riccardo Russo, il nostro produttore, dopo il grandissimo e inaspettato successo della prima”, esordisce Laura Luchetti. “Nella prima ci eravamo focalizzati sulle vittime del revenge porn nel mondo adolescenziale mentre nella seconda raccontiamo come sia una piaga anche del mondo adulto. Il desiderio era dunque quello di approfondire l’argomento allargando l’osservazione e il primo episodio di Nudes 2, Silvia ed Emilio, è una testa di ponte, che collega adolescenti e adulti facendo incontrare i loro due universi”.

A fare da sfondo alla storia è il mondo dello sport che si trasforma in allegoria delle dinamiche che si instaurano tra adolescenti e adulti.

L’ambiente sportivo, nella maggior parte dei casi, viene immaginato come un ambiente rigoroso, pulito, con un’altissima moralità del gareggiare. Nasconde invece delle sacche nere, delle zone oscure che sono legate alla gelosia, all’ambizione, alla frustrazione e alle aspettative che si hanno nei confronti degli atleti, soprattutto quando questi sono giovanissimi. Allo stesso tempo, offre anche un’arena perfetta per raccontare un rapporto “maestro-allievo”, i cui confini sono spesso labili: quanto può un giovane allievo travisare l’insegnamento della figura esemplare del maestro?

Già nella vita di tutti quanti, la figura del maestro è quasi sempre al limite dell’innamoramento, figuriamoci poi nell’ambiente sportivo, dove è colui che ti porta avanti e ti sostiene in quei momenti difficili che sono le gare. Tale rapporto tra adolescente e adulto, tra allievo e mastro, può generare nello svilupparsi passioni molto forti che poi generano “vendette”.

Nel rapporto tra l’allieva Silvia e il maestro Emilio, trova spazio anche la figura di Laura, la madre della ragazza.

Quello della madre è un ruolo estremamente bello e vero. Laura è una madre che si mette in dubbio, arrivando a chiedersi se è in gara con se stessa per essere la madre perfetta e quanto stress provoca alla figlia. Un genitore che vuole essere perfetto a tutti i costi agli occhi dei figli lo fa per il loro stesso bene e non per se stesso ma ciò genera un corto circuito infernale.

Gli sceneggiatori, il giovane Giulio Fabroni e il più navigato Valerio D’Annunzio, hanno fatto un gran bel lavoro nel tratteggiare la figura di una donna “normale” che nutre moltissima passione e amore nei confronti della figlia e altrettanto desiderio che questa si smarchi dalla situazione che vivono ma che allo stesso tempo si mette sotto una grandissima pressione per essere una madre “perfetta”, con tutte le conseguenze del caso.

Il poster di Nudes 2.
Il poster di Nudes 2.

Per scrivere le sceneggiature, si è collaborato con varie associazioni, tra cui PermessoNegato, che si occupano della questione.

Fabroni e D’Annunzio hanno fatto un gran lavoro di ricerca e ascolto. Quando scrivevano, sapevano di non inventare ma di raccontare storie molto verosimili alla realtà. Sono stati tantissimi gli incontri con le associazioni che si occupano di revenge porn ma anche con la polizia postale: niente è stato lasciato al caso.

Di Nudes 2 dirigi però soltanto la prima storia cedendo poi la palla a Marco Danieli.

Sono la mamma di Nudes, mi è piaciuto moltissimo portare avanti la versione italiana che mi ha dato grandissime soddisfazioni e traghettarla verso una seconda stagione, battezzandola. Ma mi è anche piaciuto lasciare la serie nelle mani di Marco Danieli, un regista bravissimo dotato di grandissima sensibilità e talento. È stato come far camminare un figlio da solo, affidandolo alle mani di qualcun altro.

Nel creare Nudes, quanto è stato complesso affrontare un tema come quello del revenge porn, di cui giorno dopo giorno capiamo l’importanza dalle cronache dei giornali?

Facendo ricerche e parlando con le varie associazioni, è facile capire come le cronache che leggiamo siano in realtà soltanto la punta dell’iceberg di un fenomeno più esteso. Ricordo benissimo che nell’affrontare la prima stagione ne parlai con mia figlia all’epoca quindicenne raccontandole quanto fossi basita e di come la sua risposta sia stata perentoria: “Nella nostra scuola c’è stato più di un caso”. Dalla cronaca, arrivano solo le storie più eclatanti, quelle che portano al suicidio o all’arresto, ma il revenge porn è una pratica purtroppo molto generalizzata la cui maggior parte dei casi non arriva ai clamori della stampa, interessata solamente al racconto della tragedia.

Quando da regista si affronta un argomento, tutti pensano che tu sia diventata improvvisamente un’esperta a cui chiedere dello stesso: mi è capitato ad esempio che realizzando La bella estate tutti abbiano cominciato a considerarmi la massima conoscitrice di Cesare Pavese. Ebbene, così come non ero esperta di Pavese non sono un’esperta di revenge porn ma solo una persona che ha fatto molta ricerca per gettare luce su una piaga che era nell’oscurità…

Non sono un’antropologa o una sociologa ma mi sono però fatta una mia personalissima teoria: manca un’educazione al sentimento di rabbia, gelosia e frustrazione, che aiuterebbe ad analizzare, decomprimere e digerire lo stesso. E forse tale educazione manca proprio perché il mondo dei social ci ha coinvolto come uno tsunami: non c’è stato il tempo di capirne le conseguenze, abbiamo dovuto comprenderne gli effetti positivi o negativi in tempo reale.

Da quando hai diretto la prima stagione a oggi hai potuto notare soprattutto nei giovani, dato che sei anche madre di un’adolescente, un cambio di approccio alla questione?

Ne hanno preso coscienza, sanno che bisogna stare attenti ma, nonostante ciò, sia giovani sia adulti continuano incredibilmente a mettersi nei guai. Avviene un po’ come per le scritte o le fotografie scioccanti sui pacchetti di sigarette: tutti sono consapevoli dei rischi a cui vanno incontro ma non smettono di fumare.

Non ho dati alla mano che mi facciano dire se il reato è in crescita o meno ma mi sembra che purtroppo sia ancora presente. Forse se ne parla di più perché è stato definito un vero problema: si denuncia anche di più mentre prima, anche per vergogna, si taceva e non si chiedeva aiuto.

Sono di certo aumentati i mezzi attraverso cui certi materiali, foto o video, possono essere veicolati, da WhatsApp a Telegram…

Qui si apre un altro fronte. Il problema di fondo rimane secondo me il passaggio tra realtà e filmato, con la prima fotografata o filmata da uno smartphone alzato ancora prima che la cornea possa registrare l’immagine che si ha davanti. Per ricordarti il momento che hai vissuto, devi andare a rivedere il file generato… Ma da quando foto e video hanno assunto più importanza della memoria?

Nudes 2 - Silvia ed Emilio: Le foto

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FOTOGRAFIE DI SCENA E BACKSTAGE DURANTE LE RIPRESE DELLA SECONDA STAGIONE DI ''NUDES'' Ph: Veronica Regano
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La bella estate, il tuo ultimo film, è stato venduto in moltissimi Paesi del mondo. Pensi che all’estero sia stato accolto o capito meglio che in Italia?

No: era un film piccolo e indipendente per cui Kino Produzioni e Lucky Red ha fatto un lavoro meraviglioso. È rimasto in sala sette settimane e mezzo, ha avuto chi lo ha amato, è arrivato in 41 differenti nazioni e ha permesso a Yile Vianello di ricevere il Nastro d’Argento come attrice rivelazione dell’anno e il David Rivelazioni italiane. Ha preso anche premi in Francia ed è in programmazione su Sky: direi che per un film così piccolo e a low budget ci possiamo definire molto contenti.

Le differenze di accoglienza sono collegate semmai al differente stato culturale di ogni Paese, che porta a un’elaborazione diversa in base alle corde che si toccano. Tuttavia, ho potuto notare durante le varie presentazioni in tutto il mondo come ci fossero delle domande che si ripetevano. Ma trovo che sia bello il fatto che una storia scritta nel 1949, girata nel 2020 e uscita nel 2022, riesca a generare dibattito: vuol dire che il film non è più della regista ma del pubblico, in grado di vedere cose che spesso neanch’io ho visto. Ed è bello perché ti arricchisce e ti fa capire quante cose del tuo subconscio hai messo di cui non sei conscio fino a quando il pubblico non le rivela.

Nudes, La bella estate ma anche Fiore gemello denotano una tua fascinazione per l’adolescenza. Ti aspetta in futuro però qualcosa di molto legato al mondo degli adulti, come la serie tv Il Gattopardo.

Mi sono concentrata sul più grande cambiamento dell’essere umano, quello che segna il passaggio dall’età adolescenziale all’adulta, perché interessata al cambiamento in sé e alla perdita dell’innocenza. Si tratta di concetti che posso adesso applicare anche ad altre storie: anche gli adulti perdono l’innocenza… Mi interessa il tema ma non scelgo razionalmente a priori a chi applicarlo: se qualcosa attrae la mia attenzione, cerco di studiarla e di approcciarla al meglio. È sempre stato così e così sarà per i progetti che verranno, anche quando non saranno sugli adolescenti…

Stai pensando già al tuo prossimo progetto?

Sto lavorando su delle idee. Al momento, sto adattando sempre con Riccardo Russo Il tempo delle stelle, il meraviglioso libro di Massimiliano Virgilio, insieme a cui sto scrivendo. Ma allo stesso tempo sto portando avanti anche il proposito di un lungometraggio d’animazione, da sempre la mia grande passione sebbene sia molto difficile farla perché dispendiosa sia a livello di tempo sia di denaro.

Lavorando già in Nudes 2 con degli adulti il tuo sguardo da regista è cambiato?

Credo di fare questo lavoro perché sono una persona estremamente curiosa e lo sono dei cambi degli esseri umani davanti a me. Il mio sguardo nei confronti degli adulti è lo stesso di quello che, da attenta osservatrice, avevo nei confronti degli adolescenti della prima stagione perché il cambiamento di un adulto, dopo un trauma o durante un momento di pressione, è estremamente interessante tanto quello di un adolescente. L’adulto che subisce un torto o che ha una crisi ha sicuramente un movimento intimo diverso da quello di un adolescente ma altrettanto profondo.

Ho dunque cercato di guardare gli adulti dagli stessi angoli con cui osservo gli adolescenti, con la stessa empatia. Non mi sono mai messa in una posizione di giudizio come non lo avevo fatto in precedenza ma sono rimasta nella posizione meravigliosa del film maker che testimonia anche le pieghe più profonde e non viste del cambiamento di chi ha davanti.

E chi avevi davanti era interpretato da un quartetto di attori come Michele Rosiello, Emma Valenti, Astrid Meloni e Leo Gassmann.

Non avevo mai conosciuto Michele Rosiello, una sorpresa enorme: si è rivelato un uomo meraviglioso e molto intelligente (assorbe le conversazioni come una spugna) con cui ci abbiamo lavorato sulle cose molto piccole, sui dettagli e sulle nuance del suo personaggio. Così come una grande sorpresa è stata Emma Valenti, una ragazza molto in gamba e con una recitazione molto vivace piena di caratteristiche interessanti.

Con Astrid Meloni, meravigliosa attrice, avevo già lavorato sul set di Il Gattopardo, ma è stato un onore ma anche una gioia poterla dirigere nuovamente. Avevo pensato a Leo Gassmann ancor prima che facesse il film su Califano. Ha delle capacità mostruose… è un giovane anche lui molto intelligente in grado di portare sul set quel sorriso con cui si lavora estremamente bene: è un grandissimo talento in divenire.

Ma sono stata anche felice di aver potuto lavorare con i miei vecchi collaboratori: la direttrice della fotografia Sara Purgatorio (impagabili il suo lavoro e le atmosfere restituite), la montatrice Paola Freddi (deus ex machina di tutti i miei lavori ma anche di tanti altri autori, prestata dal cinema alla televisione e coadiuvata in questo caso dal bravissimo Francesco De Matteis) e il compositore Francesco Cerasi (autore di una colonna sonora oramai riconoscibile già dalla prima nota).

Laura Luchetti (Foto: Fabrizio Cestari; Press: Lorella Di Carlo).
Laura Luchetti (Foto: Fabrizio Cestari; Press: Lorella Di Carlo).
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