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Le déluge: in un film a Locarno gli ultimi giorni di Maria Antonietta

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In anteprima internazionale al Festival di Locarno, Le déluge di Gianluca Judice racconta la fine della monarchia francese in maniera inedita: niente pizzi, merletti e feste sfarzose ma solo violenza, prigionia e ghigliottina.
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Sarà presentato il 7 agosto in Piazza Grande, al Festival di Locarno 2024, il film Le déluge (Il diluvio). Scritto e diretto da Gianluca Judice, Le déluge uscirà nelle sale italiane grazie a Bim Distribuzione ed è una produzione Ascent Film con Rai Cinema in co-produzione con Quad. Prodotto da Matteo Rovere e Andrea Paris e co-prodotto da Yann Zenou, con produttore associato Paolo Sorrentino, è interpretato da Mélanie Laurent nei panni di Maria Antonietta e Guillaume Canet in quelli di Luigi XVI. Con loro, anche Aurore Broutin, Hugo Dillon, Tom Hudson, Roxane Duran, Anouk Darwin Homewood, Vidal Arzoni e Fabrizio Rongione.

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Un cast tecnico d'eccellenzaha lavorato al lungometraggiodal direttore della fotografia Daniele Ciprì, al costumista due volte candidato ai Premi Oscar Massimo Cantini Parrini, dallo scenografo Tonino Zera al maestro dell’acconciatura quattro volte candidato agli Oscar Aldo Signoretti.

La trama del film

Il film Le déluge ci porta nella Parigi del 1792. Luigi XVI, sua moglie Maria Antonietta e i loro figli sono stati arrestati e imprigionati nella Tour de Temple, un sinistro castello nel cuore della capitale francese. Quella che segue non è solo una cronaca di una caduta regale, ma un racconto avvincente di vulnerabilità umana e trasformazione personale in un periodo di grande turbolenza politica.

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“Quando si parla di Luigi XVI e di sua moglie Maria Antonietta vengono subito alla mente merletti, alte parrucche, vestiti sgargianti, colori, Versailles oppure... la ghigliottina”, ha spiegato Judice. “Ecco, tra questi due estremi, c’è una terra di mezzo, un tempo che nessuno ha mai raccontato: i pochi mesi in cui gli ultimi re e regina di Francia con i loro due figlioletti vennero incarcerati in un castello nero alle porte di Parigi, in attesa di essere giustiziati. Un tempo breve, condensato, dove tra violenze e vessazioni, tutte le maschere caddero: quella dei due reali come figure pubbliche e private; quelle dell’antico regime; quelle della Storia che voltò definitivamente pagina, e quella di Dio che da allora in avanti fu eclissato nell’ombra, lasciando l’uomo completamente solo”.

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Le déluge è un film apocalittico nel senso più letterale del termine: quello di svelamento. Racconta la fine di quell'assolutismo e di quella monarchia che sembrava non potesse arrivare mai, mettendo a nudo due tra le icone più universali della Storia, per la prima volta davanti al popolo, a sé stessi, e all’umanità”.

La Trasformazione dei Protagonisti

All'inizio della prigionia, Luigi e Maria Antonietta sono quasi estranei. Il loro matrimonio era stato combinato per consolidare un'alleanza politica tra due grandi potenze europee. Lei, bella e seducente, è lontana dai protocolli reali, mentre lui, timido e privo di autorità, sembra tutto tranne che un re. La rivoluzione, la prigionia e l'avvicinarsi della morte li trasformano profondamente.

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Luigi XVI riesce a esaminare la propria fragilità e a morire come un vero re, guadagnandosi il rispetto dei suoi carcerieri. La sua evoluzione da sovrano insicuro a figura dignitosa e coraggiosa davanti alla morte è una delle colonne portanti del film Le déluge.

La trasformazione di Maria Antonietta è altrettanto significativa. Da adolescente sprezzante e libertina, diventa una madre ansiosa di proteggere i suoi figli e una moglie risoluta di fronte a un destino tragico. La sua crescita emotiva e morale è una testimonianza della forza dell'essere umano di fronte alle avversità.

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Le déluge: Le foto

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I tre atti

Il film Lé deluge è suddiviso in tre atti: Gli dèi, Gli uomini, I cadaveri. Questi atti rappresentano le tre fasi della vita umana e mirano a raffigurare la condizione umana universale: nascita, ascesa, caduta e morte. Ogni atto è caratterizzato da uno stile visivo e narrativo distinto, che riflette il cambiamento e la degradazione della situazione dei protagonisti.

  • Gli dèi

Il primo atto è ambientato in una grande sala dove i rivoluzionari tengono i reali in alloggi di fortuna. Qui vediamo ancora dei, il re e la regina con i loro titoli e simboli, in una messa in scena simile alla pittura del tardo XVIII secolo. La telecamera cattura classicamente i resti dei rituali di corte, delle dinamiche e del protocollo reale.

  • Gli uomini

Il secondo atto si svolge nelle celle sporche e claustrofobiche del castello-prigione, con uno stile asciutto e moderno che riflette la sofferenza dei protagonisti ormai privi di privilegi. La telecamera diventa più irrequieta, vicina al respiro e alla sofferenza dei personaggi, ora comuni cittadini senza alcun titolo.

  • I cadaveri

L'atto finale è quello della morte. Tutto diventa più silenzioso, cupo e contemplativo. Scomparsa la retorica, la violenza e la contrapposizione monarchia/rivoluzione, si sviluppa in realtà una strana vicinanza tra guardie e prigionieri. La rappresentazione visiva si concentra su primi piani e dettagli essenziali, rendendo il linguaggio sempre più spoglio e diretto.

Un Nuovo Sguardo sulla Storia

Le déluge non è solo un racconto storico, ma un film che cerca di esplorare la condizione umana in un momento di crisi profonda. La caduta del re e della regina diventa una metafora universale della fragilità umana e del potere. Il film offre una prospettiva contemporanea sugli eventi del 1792, riflettendo su come le crisi personali e collettive possono spogliare le persone delle loro maschere e rivelare la loro vera natura.

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La nascita, l'ascesa, la caduta e la morte dei protagonisti non sono solo eventi storici, ma tappe di un viaggio universale che riguarda ogni essere umano. Il lungometraggio è, dunque, una riflessione sulla condizione umana, sulla vulnerabilità e sulla forza che emergono nei momenti di grande crisi. Le déluge è una storia di fine e di nuovi inizi, di perdita e di rivelazione, che parla direttamente al cuore e alla mente degli spettatori di oggi.

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