Parlare di 8 marzo come Festa delle Donne non è corretto. Il concetto di festa include in sé qualcosa di divertente, allegro e gioioso. Ma cosa c’è di gioioso quando ancora il concetto di parità di genere rimane un miraggio, non solo nel resto del mondo, come dimostra il documentario Be My Voice, ma anche in Italia?
Ritorniamo allora alla base dei motivi per cui l’8 marzo è la giornata internazionale della donna. In una società inclusiva e basata sull’unione, non avrebbe ragione di esistere nemmeno una “giornata della donna”. Se nel 2022 ci ritroviamo a parlare di quote rosa, ricordo, conquiste politiche, sociali ed economiche del genere femminile, significa solo che c’è da sbracciarsi e lavorare sodo.
Lavorare sodo e con impegno come le donne che ho scelto di raccontarvi per questo 8 marzo. Le ho definite “le donne dell’8 marzo” solo per sottolineare come abbiano, ognuno a modo proprio, combattuto in nome di tutte quelle donne che, con determinazione, forza e coraggio, si sono imposte nel mondo del lavoro, superando pregiudizi e preconcetti.
NADIA KIBOUT
La prima delle “donne dell’8 marzo” che ho scelto è Nadia Kibout. Nadia è un’attrice francese di origini algerine, che vive in Italia da svariati anni. Si considera e la consideriamo italiana. È grata dell’accoglienza che la gente le ha riservato, sebbene il suo colore di pelle e i suoi capelli tipicamente afro la facciano in determinati contesti sentire diversa. Il mondo del lavoro, però, non è stato così accogliente come sembra. In un ambiente come quello dello spettacolo, all’apparenza aperto e moderno, esistono pregiudizi che vanno al di là di ogni etica morale.
Nadia è stanca dei ruoli che vengono proposte a donne ma anche a uomini come lei, afrodiscendenti e non: prostitute, badanti, spacciatori e criminali di ogni tipo. Fino a quando lo straniero viene connotato come nemico, non potremo mai parlare di inclusione e accettazione. Nadia è il simbolo di tutte quelle donne che non si stancano di lottare per un mondo più unito, solidale ed equo.
GIUSI BATTAGLIA
La seconda delle “donne dell’8 marzo” è invece il simbolo della forza con cui tutte le donne reagiscono a eventi mondiali che non dipendono dalla nostra volontà. È Giusi Battaglia, meglio nota come “Giusina in cucina”.
In piena epoca CoVid, mentre tutti eravamo costretti a rimanere in casa da un lockdown psicologicamente doloroso e asfissiante, Giusi ha trovato il modo di reinventarsi.
Affermato ufficio stampa e giornalista, nel chiuso della sua cucina e con l’ausilio del marito, ha dato vita a una registrazione video che in breve tempo si è trasformato in un successo da centinaia di migliaia di telespettatori e prime posizioni nelle classifiche di vendita librarie.
In nome delle tradizioni familiari, Giusi ha tratto forza dalla passione e dall’amore per la cucina, dimostrando che a volte, nella vita, si può trasformare una negatività in positività. Ma la sua storia è anche simbolica di tutte quelle donne che devono coniugare vita privata e lavoro, riuscendo a non soffocare nessuna delle due.
CARLOTTA NATOLI
La terza delle “donne dell’8 marzo” è Carlotta Natoli. Attrice di successo sul set da oltre quarant’anni, Carlotta è sempre stata coerente con se stessa, seguendo una strada a lei da sempre familiare. Figlia di un papà importante, ha mosso i primi passi nel mondo della recitazione a otto anni e su quella strada ha continuato a camminare fino a oggi, con ruoli ora comici ora drammatici.
Ha dimostrato di poter mantenere la sua coerenza in un mondo che all’essere preferisce l’apparire e non ha mai perso di vista chi è come donna.
Ha sposato un attore ma non ha mai sbandierato la sua vita ai quattro venti. Con bravura e riservatezza, non si è fatta travolgere dall’immagine.
Carlotta è il simbolo di tutte quelle donne che non fanno scendono a patti con il diavolo pur di emergere, che preferiscono il riconoscimento del proprio lavoro piuttosto che una fama effimera.
IVANA SPAGNA
La quarta delle “donne dell’8 marzo” è Ivana Spagna. Diva della musica italiana in grado di conquistare le classifiche di mezzo mondo senza sbandierarlo mai ai quattro venti, Ivana ha nel corso degli anni attraversato momenti particolarmente difficili legati alla sua vita privata.
Ha ricevuto tanto dal lavoro ma sembra quasi che a quel tanto sia corrisposto un alto conto da pagare sul fronte privato. Eppure, ha sempre trovato la forza di reagire. Con un’umiltà e una dolcezza che sono innate e frutto dell’amore familiare con cui è cresciuta, Ivana è sempre rimasta fedele ai suoi valori. E non ostenta sensibilità solo a favore dei mass media: è un cuore puro al di là delle telecamere o dei palchi che calca.
Ho visto Ivana esibirsi in concerto nelle situazioni private più dolorose e non l’ho mai vista negarsi ai fan dopo un concerto. Ha sempre una parola buona per tutti, dai tecnici che l’accompagnano sul palco all’ultimo sconosciuto che incontra per strada. Agli ultimi ha dedicato spesso alcuni dei suoi brani e la sua idea di inclusione passa attraverso la più grande delle parole: rispetto.
Rispetto per la vita delle persone, degli animali e di tutti gli esseri viventi. Ivana è il simbolo di tutte quelle donne che, credendo in se stesse, a pugni chiusi vanno avanti.
Francesca Vecchioni
L'ultima delle "donne dell'8 marzo" è Francesca Vecchioni. Laureata in Scienze Politiche, Francesca Vecchioni è giornalista, attivista dei diritti umani e consulente sulle tematiche Diversity & Inclusion. Ha fondato e presiede Diversity, organizzazione no-profit impegnata a promuovere l'inclusione. Ha ideato i Diversity Media Awards e il Diversity Brand Summit.
Nessuno meglio di Francesca Vecchioni sa cosa rappresentino tutte le lettere dell’anagramma LGBTQIAP e cosa si cela dietro a ognuna di loro, a partire dalle tante conquiste e altrettanti pregiudizi da abbattere ancora.
Ma Francesca Vecchioni è anche mamma di due figlie gemelle, che cresce con l’ex compagna. Il suo sguardo da genitore offre nel corso dell’intervista che segue una prospettiva unica e preziosa su cosa significhi educare i bambini alle diversità.
Ma sono tanti gli esempi di donne che per questo 8 marzo vi invito a recuperare tra gli argomenti trattati nella sezione Entertainment di TheWom.it.
Primo fra tutti, quelli di Evan Rachel Wood, attrice affermata che non ha paura di rivelare al mondo gli abusi fisici e psicologici subiti da un compagno altrettanto famoso. O quello di Sinead O’Connor, icona del femminismo cantautoriale internazionale.
Li trovate tutti sotto il tag 8 marzo.
L’8 marzo su RaiPlay
In questa giornata dedicata alla riflessione sulle donne, mi piace sottolineare l’impegno di RaiPlay, che propone una collezione per celebrare la festa internazionale delle donne.
È dedicata alle donne che hanno intrapreso lotte globali ed individuali in tutto il mondo, sfidando quei sistemi dominati ancora dalla componente maschile e dimostrando di avere talento e coraggio di cambiare lo status quo e reinventare la società. Proprio come le donne che ho scelto per questo 8 marzo.
Lo speciale della piattaforma della Rai prevede film diretti da donne. Fiction che raccontano di altre che hanno fatto la storia, e hanno lottato per sfidare sistemi e preconcetti. Inoltre, documentari su quelle che invece si sono contraddistinte in vari ambiti. In più, viaggi nel tempo e nello spazio per ricordare difficoltà e conquiste, concentrati in emozionanti collezioni. E ancora interviste e approfondimenti che si alternano a dossier su quelle donne che invece la storia hanno contribuito a farla.
Sono tanti i titoli che è possibile recuperare e ve li racconto tramite l’elenco fornito dall’ufficio stampa della piattaforma.
Tra questi, vi consiglio lo splendido documentario Womanity, realizzato da Barbara Cupisti, che al mondo delle donne si è sempre dedicata al di là delle celebrazioni di un singolo giorno. Ma questa è un’altra storia che vi racconterò presto.
- L'altra metà del cinema
Nella programmazione speciale di RaiPlay c’è L’altra metà del cinema, una selezione di film diretti unicamente da registe. Fra i titoli: Genitori quasi perfetti di Laura Chiossone, The Rider di Chloè Zhao regista Premio Oscar, Sir – Cenerentola a Mumbai di Rohena Gera, In mani sicure di Jeanne Herry, Emma Peeters di Nicole Palo, L’ora più bella di Lone Scherfig, Nico 1988 di Susanna Nicchiarelli, e ancora Qualcosa di nuovo di Cristina Comencini, Magari di Ginevra Elkann, Lasciami per sempre di Simona Izzo, Parigi a tutti i costi di Reem Kherici e moltissimi altri.
- Storie di donne
Non mancano poi fiction di donne che hanno scritto la storia, testimonianze di riscatto e autodeterminazione femminile, nonché lotte per cambiare lo status quo. Storie di donne è una selezione di serie tv fra cui: Altri tempi, Anita Garibaldi, Assunta Spina, Blanca e inoltre Carla, Coco Chanel, Felicia Impastato, Imma Tataranni, Mia Martini, L’amica geniale, L’Oriana e tante altre ancora.
- Femminile plurale
Femminile Plurale è invece una raccolta di documentari su donne che si sono contraddistinte in diversi settori. Fra questi: Vitti d’arte, Vitti d’amore, Caterina Caselli- una vita, 100 vite, La mia amica geniale, La passione di Anna Magnani, Alida e poi In scena - Franca Valeri, Anna Piaggi, Womanity, Volere votare, Le ragazze del ’68 e numerosi altri.
- La condizione femminile
L’offerta Learning che propone La condizione femminile, un viaggio nel tempo e nello spazio per scoprire le conquiste ma anche le persistenti difficoltà dell’essere donna, comprende anche contenuti delle Teche come i due programmi del passato, La donna che lavora di Ugo Zatterin del 1959 e La questione femminile del 1976 di Virgilio Sabel, che mostrano le lotte e le conquiste delle donne italiane nel secolo scorso. Mentre le testimonianze del programma Le Ragazze dà voce a quelle che per prime hanno votato nel 1946 e ad altre che hanno vissuto la rivoluzione del 1968.
- Donne che hanno fatto la storia e donne di scienza
La sezione Donne che hanno fatto la storia presenta invece donne fuori dal comune attraverso materiali d’archivio e pillole de La prima donna che ed episodi della serie Indomite. Mentre una selezione di video sarà dedicata alle Donne di scienza, fra i contenuti: Doc3 - Le bambine non vanno a scuola, Femminismo, Movimenti femminili nel Mediterraneo, Passato e presente - Maria Montessori Maestra di Vita e altri ancora.
- Le Teche
Sarà inoltre pubblicato un nuovo contributo delle Teche Una donna un paese, docuserie a puntate del 1972, in cui ogni episodio è dedicato a una grande donna del panorama internazionale. Tra le protagoniste delle varie puntate Carla Fracci, Jane Fonda, Indira Gandhi, Margaret Mead, Mary Quant, Wilma Rudolph, Mary Wilson, Betty Friedan, Coretta King, Iolanda Balas, Ichiko Kamichika, Anna Aslan e Han Suyin.
A questo titolo si aggiungono Una donna spezzata di Marco Leto del 1989, Femminile plurale dedicato a grandi protagoniste del Novecento, e La TV delle ragazze quattordici puntate del celebre programma di Rai3 del 1988.
- Scrittrici del '900
Infine, Scrittrici del ‘900, una raccolta di interventi televisivi di alcune fra le più grandi scrittrici e poetesse italiane: da Elsa Morante a Natalia Ginzburg, da Dacia Maraini a Camilla Cederna, da Susanna Tamaro a Oriana Fallaci.