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Le otto montagne, su Netflix il film con Luca Marinelli e Alessandro Borghi

Luca Marinelli e Alessandro Borghi, due dei più talentuosi attori italiani, sono i protagonisti del film Le otto montagne, in arrivo su Netflix. Ce lo raccontano i due registi, Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch.
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Le otto montagne, uno dei due film italiani in concorso al Festival di Cannes 2022, tratto dall’omonimo romanzo di Paolo Cognetti (pubblicato in Italia da Giulio Einaudi Editore), arriva su Netflix dal 15 giugno. È firmato dai registi e sceneggiatori Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch e racconta la storia di un’amicizia. Un’amicizia nata tra due bambini che, divenuti uomini, cercano di prendere le distanze dalla strada intrapresa dai loro padri ma, per le vicissitudini e le scelte che si trovano ad affrontare, finiscono sempre per tornare sulla via di casa. 

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Pietro è un ragazzino di città, Bruno è l’ultimo bambino di uno sperduto villaggio di montagna. Negli anni, Bruno rimane fedele alle sue montagne, mentre Pietro è quello che va e viene. Il loro incontro li porterà a sperimentare l’amore e la perdita, riconducendo ciascuno alle proprie origini e facendo sì che i loro destini si compiano, mentre i due scopriranno cosa significa essere amici per sempre.

Protagonisti del film Le otto montagne, ora su Netflix, nei panni di Pietro e Bruno da adulti sono gli attori Luca Marinelli e Alessandro Borghi, che tornano a far coppia ad anni di distanza dal capolavoro Non essere cattivo. Con loro recitano anche Filippo Timi ed Elena Lietti mentre ben quattro sono i giovanissimi attori che interpretano i protagonisti Pietro e Bruno da bambini e adolescenti: Cristiano Sassella, Lupo Barbiero, Andrea Palma e Francesco Palombelli.

Prodotto da Mario Gianani e Lorenzo Gangarossa per Wildside (una società del gruppo Frementle), con le belghe Rufus e Menuetto, la francese Pyramide e l’italiana Vision Distribution, e con la collaborazione dell’inglese Elastic e di Sky, Le otto montagne è stato distribuito al cinema da Vision Distribution.

La parola ai registi

A spiegare meglio le ragioni e le sensazioni che li hanno portati alla regia del film Le otto montagne, per la prima volta su Netflix, sono i registi e sceneggiatori Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch, autori dello splendido Alabama Monroe.

“A essere onesti, non sapevamo che avremmo realizzato questo film interamente insieme”, hanno dichiarato. “Tutto è iniziato con l’idea di scrivere insieme una versione della sceneggiatura a cui Felix stava già lavorando. Avevamo collaborato per Alabama Monroe e da sempre abbiamo avuto il desiderio di lavorare ancora insieme. Quando è arrivato il primo lockdown dettato dal CoVid, stavamo attraversando un momento molto burrascoso a livello di coppia a livello esistenziale. L’intero mondo era in crisi ma noi abbiamo deciso di sederci insieme e iniziare a scrivere. In qualche modo, sapevamo che adattare questa storia incredibilmente pura aveva il potenziale per portarci alla guarigione. E lo ha fatto. Le otto montagne è una storia di amicizia ma l’abbiamo affrontata come se fosse una storia d’amore”.

Sono tanti secondo i registi i temi che li hanno spinti ad accettare a lavorare insieme. “Noi due siamo amici, innamorati, compagni e genitori, abbiamo un figlio insieme”, hanno proseguito. “Lo sviluppo del film ci ha permesso di esplorare i processi di crescita dei due protagonisti, il trovare l’amicizia, il perderla, il tagliare i legami con la famiglia, il ritrovarsi, il trovare il perdono, l’accettare le scelte dell’altro, l’affrontare la morte e l’arrendersi alla natura della vita”.

“Volevamo realizzare un film epico, raccontato nei piccoli gesti. Un inno alla fragilità e alla forza di ogni singolo essere vivente, sia esso un uomo, un animale, una pianta o una montagna. Senza alcun cinismo”.

“Abbiamo esplorato come funzionano i ricordi. Come apparentemente le piccole cose che accadono nell’infanzia restano con te, senza che tu ne sappia il perché, e crescono di significato nel corso degli anni”.

“Siamo rimasti chiusi nella nostra casa di città durante la pandemia, rinchiusi come tante altre persone in tutto il mondo. Abbiamo provato un grande desiderio per la vita all’aria aperta, per la riconnessione con la terra. La natura è un tema importante nel libro di Paolo Cognetti. Mentre giravamo il film, è stato bello esplorare il romanticismo e la malinconia della natura, così come la sua realtà, che può essere spietata e pericolosa”.

“Siamo stati fortunati ad aver potuto girovagare per il film Le otto montagne prima con la nostra immaginazione, poi in Italia e infine nel Nepal. Abbiamo cominciato a imparare l’italiano, ci siamo trasferiti nelle Alpi per otto mesi e poi abbiamo scalato l’Himalaya con l’intera troupe cinematografica. Stare in montagna significa confrontarsi con se stessi, è un ambiente spietato e onesto. Perché voler salire su una vetta? Non c’è una ragione, eppure lo facciamo ancora solo per poi scendere nuovamente giù. Meravigliati”.

“Un giorno, durante la primavera del 2020, stavamo lavorando alla nostra prima bozza da circa quattro mesi ed eravamo contenti del risultato. Eravamo seduti intorno al tavolo della cucina quando Felix è saltato fuori con la domanda delle domande: lo dirigiamo insieme?... E siamo ancora qui, a camminare su e giù per quel pendio di montagna”, hanno concluso.

Le otto montagne: Le foto del film

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I TEMI PRINCIPALI

Le otto montagne, film ora su Netflix e libro che devono il loro titolo alla cosmologia buddista, ha il suo interno diversi temi, che i registi hanno affrontato in maniera chiara e sorprendete. Scopriamoli insieme, seguendo le indicazioni dei due registi, Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch.

  • L’amicizia

Le otto montagne è la storia dell’amicizia tra due ragazzi che diventano uomini. Le diverse scelte che fanno nella vita ispirano l’altro, spingendolo a capire cosa vuole per se stesso. Quella tra Pietro e Bruno è una tenera amicizia basata sul rispetto reciproco e in cui non c’è posto per la rivalità. Anche se a volte è difficile, rispettano l’uno la libertà dell’altro. Si percepisce il dolore quando si allontanano e si sente la felicità quando si incontrano di nuovo. Non sempre hanno le parole per raccontarsi all’altro ma si capiscono anche senza dire nulla.

Nel film Le otto montagne, Pietro (Luca Marinelli) è l’archetipo del cercatore, del vagabondo, mai soddisfatto, sempre curioso. Bruno (Alessandro Borghi), invece, è l’uomo che scala senza sosta la sua unica immensa montagna, concentrato, sincero, testardo”.

  • Il padre

La figura del padre nel film Le otto montagne è molto importante per i due registi, dal momento che hanno perso i loro molto tempo fa. “Il padre accompagna i processi di crescita di ognuno di noi: lo si rifiuta, lo si capisce meglio man mano che si cresce, lo si perdona e lo si abbraccia. Puoi trovare un padre in qualcuno con cui non condividi alcun legame di sangue… e un amico che per te diventa come un fratello o una sorella”, hanno commentato.

  • La natura

“Durante la pandemia, tutti abbiamo sentito un profondo bisogno di riconnetterci con la terra e capito che la cura per le nostre famiglie e quella per la natura sono indissolubilmente legate. Nel film Le otto montagne, Pietro invita alcuni amici di città a visitare la casa che lui e Bruno hanno costruito in montagna. Questi sono incantati e iniziano a sognare di trasferirsi lì, di vivere di nuovo a contatto con la natura, di coltivare le proprie verdure e di abbracciare uno stile di vita più semplice. Bruno li prende in giro perché sono talmente disconnessi dalla terra da non sapere nemmeno come si viva da quelle parti.

Adoriamo questa parte della trama perché ci identifichiamo con i sognatori, anche noi viviamo in città. Siamo ironici nel descrivere la nostra relazione conflittuale con la natura: abbiamo voglia di immergerci in essa così come di fuggire nuovamente in città, circondati da supermercati, cinema, bar, persone e automobili”.

  • Ritorno all’essenziale

“In un momento in cui il mondo intorno a noi sembra diventare sempre più folle, Le otto montagne è un film che propone personaggi onesti e puri e affronta le questioni essenziali della vita. Quelle dei bambini: trovare un amico e giocare in libertà al sole, correre nell’erba alta, guadare i fiumi, andare alla scoperta degli antichi tesori… Quelle che vengono dopo: come staccarti dai genitori e diventare adulto, come affrontare la perdita e il rimpianto. Credere in te stesso quanto credi nell’altro. E anche quelle finali: come arrendersi alla vita e accettare la morte”.

  • Il mondo che scompare

“L’antico modo di vivere in montagna e di fare formaggio si scontra con il mondo di oggi. Un sacco di nuove regole obbligano gli agricoltori a cambiare il loro modo di lavorare. Devono investire in attrezzature moderne, cosa che la maggior parte di loro non è in grado di fare senza indebitarsi profondamente. Di conseguenza, il loro vecchio mondo sta lentamente scomparendo”.

Crescendo in campagna tra gli anni Ottanta e gli anni Novanta, la regista Charlotte Vandermeersch ha conosciuto molti contadini che vivevano come se il mondo si fosse fermato. Lo stesso per cui suo padre nutriva un grande affetto. Non era un mondo romantico ma era molto reale.

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