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LefrasiincompiutediElena: “Moleskine anticipa il nostro nuovo percorso” – Intervista esclusiva a RafQu

LefrasiincompiutediElena sono tornati in radio con il singolo Moleskine, un brano che si distanzia dal loro album di debutto. A spiegarcene le ragioni è RafQu, autore, musicista e cantante che, in concomitanza del lockdown, si è rimesso in discussione.
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È da poco uscito Moleskine (Romolo Dischi/ADA Music Italy), il singolo che segna il ritorno sulle scene di LefrasiincompiutediElena, il cui nuovo album è in dirittura d’arrivo. A oltre due anni di distanza da Interno 29, LefrasiincompiutediElena proseguono il percorso già avviato con Mirò, singolo pubblicato nel dicembre del 2020 che, apprezzato da pubblica e critica, ha rappresentato un inevitabile punto di rottura.

A raccontare le ragioni che si celano dietro al cambio di percorso è Raffaele Quarta, autore e cantante di LefrasiincompiutediElena noto anche come RafQu. Moleskine racconta lo stato d’animo irrequieto che spesso accompagna alcune relazioni mentre qualcosa si sgretola. Quello che noi ascoltiamo però è un brano molto diverso da come era nato in partenza. Il tempo ne ha cambiato la percezione e LefrasiincompiutediElena hanno voluto metterci nuovamente mano per sentirsi a loro agio.

E se vi chiedete perché si chiamano LefrasiincompiutediElena la risposta la troverete qui, tra le righe di un’intervista esclusiva che va al di là della musica e si interessa all’uomo Raffaele Quarta, alla sua formazione e alla sua esperienza di vita.

LefrasiincompiutediElena, RafQu.
LefrasiincompiutediElena, RafQu.

Intervista esclusiva a LefrasiincompiutediElena (RafQu)

Partiamo da una constatazione: musica leggera ma con un diploma al conservatorio. E stai proseguendo il tuo percorso di formazione classica.

Mi sono diplomato in composizione classica nel 2019. Avevo deciso di prendermi un anno sabatico ma per via della pandemia sono diventati due. Tornati liberi, ho ripreso gli studi per la laurea magistrale sempre in composizione classica. Ho iniziato il conservatorio da “grande”: a trent’anni.

Hai preferito dedicarti prima a un percorso più sul campo che a quello didattico?

Sin da bambino, ho avuto la passione per la batteria e per gli strumenti in genere, continuo a suonarli ancora un po’ tutti. Per la maggior parte, ho imparato da autodidatta ma ho frequentato anche delle accademie private. Ma ho sempre avuto il “vizio” e la passione dello scrivere e del comporre, dalle canzoni e con il tempo anche della musica un po’ più sperimentale. Le mie canzoni sono sempre state astratte e slegate da alcuni meccanismi e questa è la ragione per cui sono nate LefrasiincompiutediElena: avevo difficoltà a trovare una collocazione ai miei brani e avevano bisogno di un mondo in cui esistere

Che la scrittura fosse una passione era chiaro anche dalla pubblicazione di un tuo libro di poesie…

Come gerbere arancioni, una piccola raccolta. La poesia mi ha sempre incuriosito.

Cosa ti spinge a scrivere?

È una cosa che ho sempre fatto e che mi piace fare. Quando non la faccio, sto poi male. Ovvero, cerco sempre di ritagliarmi del tempo per dedicarmi alla scrittura, nelle sue forme diverse. Al di là dello scrivere in sé, mi piace moltissimo produrre musica e quindi stare in studio: è quella la dimensione che più mi si addice. Stare in studio implica anche che devi scrivere delle canzoni che, sebbene spesso nascano in un mondo, poi prendono altri percorsi.

Chiaramente il giudizio lasciamolo a chi legge o ascolta le canzoni.

Quando decido di pubblicare qualcosa è perché ho superato oramai la fase del giudizio e della critica: accetto qualsiasi tipo di osservazione. Però Mi piace molto il confronto.

Quanto sei severo con te stesso?

Abbastanza. Ma non credo che sia un lato negativo. È chiaro che con il tempo impari a gestire anche le emozioni, chi scrive è chiamato a farlo. Quando stai in studio, ad un certo punto però ho imparato che se ti senti vicino a quello che scrivi vuol dire che va bene così.

Moleskine, la copertina del singolo di LefrasiincompiutediElena.
Moleskine, la copertina del singolo di LefrasiincompiutediElena.

Sei originario del Salento ma non sei cresciuto in Italia.

Ho passato a Monaco di Baviera il periodo dai 12 ai 20 anni. Mi sono trasferito per esigenze familiari. Non è ovviamente stata una scelta mia quella di andare via.  sicuramente ha fatto sì che io abbia avuto un percorso diverso rispetto a tanti altri musicisti o coetanei. Gli ascolti, ad esempio, e le influenze sono stati diversi. Mi sono dovuto confrontare anche con altri generi lasciandomi guidare dalla curiosità, una caratteristica che mi è rimasta tuttora: non mi limito a ciò che conosco già ma tendo a cercare sempre il nuovo.

E dalla Germania sei tornato in Italia, a Roma?

A Roma non ho mai vissuto stanzialmente. È però una città che ho frequentato molto, in un periodo in cui suonavo in giro con la chitarra acustica. Vivo a Lecce, ma Roma è stata una città che mi ha dato tanti input per LefrasiincompiutediElena e non solo. Ho un legame segreto con lei.

E a cosa si deve il nome del tuo progetto, LefrasiincompletediElena? Qualcosa a che fare con il personaggio di Elena di Troia? O qualche Elena che ha segnato il tuo percorso?

Curiosamente, il nome di Elena torna spesso in letteratura, da Omero a Camilleri, passando per Jack London. La mia Elena era invece inizialmente legata alla Elena del film Nuovo Cinema Paradiso. Io ho sempre. Curiosamente, Elena è un nome che è anche in parte contenuto nel mio nome di battesimo: -ele. E da lì la scelta di usare come pseudonimo LefrasiincompiutediElena.

Ma non è stata una scelta molto ragionata. Avevo appena finito di scrivere Fiori e camomilla e istantaneamente ho pensato che quella canzone sarebbe andata bene per un nuovo progetto: LefrasiincompiutediElena, quelle che Elena non ha mai portato a termine.

Pensavo a Elena di Troia perché sui social hai postato di recente una frase: La mia guerra con il mondo per adesso è sospesa. In che cosa consiste la tua guerra con il mondo?

Sostanzialmente, facevo riferimento al disco nuovo al quale stavo lavorando. Dopo Interno29, il mio precedente lavoro, ho passato un periodo un po’ strano, dovuto sicuramente alla pandemia. In concomitanza con il primo lockdown, era appena uscito il disco. Ho attraversato fasi diverse, di tranquillità ma anche no. Ho avuto spesso la tentazione di mollare tutto tanto che mi sono anche allontanato dai social e da LefrasiicompiutediElena per intraprendere altri percorsi come RafQu.

Definirlo un periodo non facile è riduttivo: di mio sono sempre abbastanza irrequieto. Non lo vedo però come un difetto: l’irrequietezza mi ha solitamente portato a far altro e a mandare avanti idee e progetti. Ma non in quel caso: mi sono sentito piatto, come se tutto fosse finito e non andasse più bene. Ho prodotto brani che poi ho deciso di non pubblicare. Mi sono sbloccato con la pubblicazione di Mirò, un brano che mi ha permesso di allontanarmi da Interno 29.

https://www.instagram.com/p/CjceSGLquOx/

Hai mai sofferto il peso delle aspettative? Lenzuola aveva ad esempio raggiunto il mezzo milione di streaming solo su Spotify.

Bisognerebbe vedere quali aspettative siano poi realizzabili o meno.

C’è tutto un discorso dietro, ma credo che lo streaming seppur oggi è forse l’elemento più importante per la fruibilità della propria musica non sia il giusto metro di misura per crearsi delle aspettative. In genere crearsi delle aspettative non credo sia una cosa “salutare” per l’essere umano.

Ma è anche cambiata la scena indie. Tu di definisci un artista indipendente?

Mi definisco indipendente in quanto i soldi ce li metto io (ride, ndr). Quando una scena cambia è perché cambiano le persone che ascoltano. Cambiano nel senso che crescono.

È giusto che sia così. Ci sono anche altri fattori che concorrono in qualche modo alla ridefinizione dell’indie e non solo di quello.

I cambiamenti nel mondo della musica sono sempre legati al cambiamento della società. Oggi le persone passano in media due o tre ore sui social, il tempo che prima si dedicava a leggere un libro o ad ascoltare un disco. Quindi, è chiaro che la fruibilità della musica sia diversa, e inevitabilmente sia cambiato il modo di scrivere e produrre. Non dimentichiamo che c’è tanto business dietro, e quindi tante produzioni si adeguano in base ai trend di consumo. Non è una novità e questa cosa la sappiamo un po' tutti da sempre.

Se è giusto o sbagliato, è inutile chiederselo: non toccherà a me cambiare la situazione o il trend. In un’intervista Bowie disse una frase meravigliosa, che mi ripeto quando devo affrontare la vita: Oh, I’m just Visiting, sono di passaggio.

Moleskine anticipa il disco che verrà. Parli di canzone che ha vissuto due vite differenti, come mai?

C’è stato un cambio di sonorità e del mondo di affrontare la produzione. Dopo Interno 29, ho rinnovato il mio studio di registrazione a casa e, quindi, comprato nuovi strumenti, da microfoni vintage a sintetizzatori analogici e ho deciso di sperimentare con atmosfere retrò. La prima stesura di Moleskine aveva invece un’attitudine di produzione, di sound e di scrittura più vicina alle canzoni di Interno29: alcune cose le ho lasciate ma altre invece sono state totalmente riscritte.

Paradossalmente, Moleskine è il primo singolo a uscire ma è l’ultima canzone che ho prodotto per il disco. Anche se, a dire il vero, già Mirò, il mio precedente singolo, è stata la prima canzone che mi ha fatto capire che il mondo di Interno 29 era finito. Il nuovo album è un concept diverso di cui parleremo a tempo debito.

Pensavo più che altro a cambiamenti che magari nella tua vita potevano essere avvenuti, dato che il testo per cantautore è quasi sempre autobiografico.

È molto probabile. Non ci avevo pensato. Comunque sia, non rinnego nulla del passato: le cose fatte mi vanno bene così ma tendo a guardare lo step successivo.

Per entrare nel tuo mondo, occorre comunque partire dalla tua biografia. Perché racconti di odiare di guidare?

È un’attività che odio. L’avverto come una perdita di tempo: non mi rilasso e non mi piace stare nel traffico. Il tempo che si passa in macchina potrebbe essere impiegato benissimo per far altro. A me piace tantissimo viaggiare, la musica mi ha portato in posti del mondo per me impensabili come l’Asia. Mi piace andare in tour, stare dietro nel furgone a leggere o a scrivere. Ma odio guidare.

Cosa vuol dire per te perdere tempo?

Fare delle cose che non mi va di fare. Ho sempre avuto difficoltà a godermi il presente e, quindi, considero una perdita di tempo tutto ciò che non mi appaga.

E perché odi le parole messe a caso?

Per il mio animo ribelle. Il mondo è pieno di parole messe a caso, non solo la musica.

Ma sostieni anche di odiare le canzoni che scrivi.

Certo, le canzoni che scrivo in qualche modo mi espongono, anche se con il tempo ho capito che mi aiutano a metabolizzare determinate cose.

Ami invece il disordine. Cosa rappresenta per te?

Il disordine è il mio ordine.  Anche la mia tesi di laurea è stata incentrata su quello con un brano per pianoforte e quartetto di clarinetti. È una cosa costante della mia vita: la mia scrivania è disordinata, così come il mio studio, il mio armadio o la mia macchina. Ci sono dei momenti in cui metto in ordine ma dopo uno o due giorni torno al punto di partenza. Ho persino diversi diari in cui annoto le cose legate al lavoro ma non ho mai avuto un’agenda per gli appuntamenti!

Il disordine è stato anche un problema durante l’adolescenza, sia a casa sia a scuola.

Da un punto di vista creativo il caos porta arte. Vale lo stesso nella vita privata?

A volte sì, a volte no. Nella vita privata cerco di impegnarmi ma mi verrebbe da essere disordinato anche lì!

Ti senti un uomo libero?

Onestamente? No. Mi sento libero quando scrivo, quando suono determinate cose.  Ma è una condizione che ho imparato a crearmi nel tempo. Ma non so se l’uomo sia mai stato libero nel vero senso della parola. Siamo tutti condizionati da qualcosa, educati in un certo modo, che sia il periodo storico, la società in cui si vive e con cui ci si confronta. È una domanda che sicuramente ha diverse risposte. Ma non bisogna confondere la libertà di uno stato d’animo o interiore, con altre cose.

LefrasiincompiutediElena, RafQu.
LefrasiincompiutediElena, RafQu.
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