Leila’s Brothers è il terzo film del regista iraniano Saeed Roustaee, presentato in concorso al Festival di Cannes 2022. Racconta la storia di una quarantenne iraniana che, dopo una vita passata a prendersi cura dei genitori e dei quattro fratelli, elabora un piano per salvare la famiglia dalla povertà.
Nato in Iran nel 1989, Saeed Roustaee si è laureato in Cinematografia alla Soore University. Ha mosso i primi passi dirigendo prima tre cortometraggi e dopo un documentario che ha ottenuto oltre cento premi in tutto il mondo. Il suo primo lungometraggio, Life and a Day, ha vinto nel 2016 i premi alla migliore regia e alla miglior sceneggiatura al Fajr International Film Festival, il più importante dell’Iran. Il suo secondo film, Just 6.5, è stato invece presentato al Festival di Venezia nel 2019, nella sezione Orizzonti, ed è stato candidato ai premi César come miglior film straniero.
Cosa racconta il film
Nel suo nuovo film, Leila’s Brothers, Saeed Roustaee racconta la storia della famiglia di Leila, una quarantenne che ha trascorso tutta la vita a prendersi cura dei genitori e dei quattro fratelli. La famiglia non fa altro che litigare continuamente ed è schiacciata dai debiti, in un Paese come l’Iran in preda a pesanti sanzioni economiche internazionali.
Mentre i fratelli tentano la qualsiasi per sbarcare il lunario, Leila escogita un piano: metterà su un’attività familiari che possa salvare tutti dalla povertà. Hanno per tale ragione un disperato bisogno di sostegno finanziario quando Leila scopre che il padre Esmail ha nascosto, in gran segreto, un importante cimelio di famiglia. Lo aveva fatto nella speranza di offrirlo in cambio del titolo di Patriarca, il più alto degli onori della tradizione persiana.
La scoperta porterà il caos nelle già fragili dinamiche familiari. Con il deterioramento delle condizioni di salute del padre, le azioni di ognuno finiranno per portare la famiglia a un passo dall’implosione.
Un contesto familiare
Leila’s Brothers è ambientato all’interno di una famiglia, un contesto che il regista Saeed Roustaee aveva scelto anche per il suo primo film. “La famiglia è da sempre un tema centrale del mio lavoro”, ha spiegato. “Tuttavia, pur avendo una certa continuità tematica, Leila’s Brothers si differenzia da Life and a Day in termini di racconto, forma e personaggi. Ciò è particolarmente vero dal momento che affronto anche la figura del padre, finora assente dai miei precedenti film”.
“Ho scelto una famiglia particolarmente numerosa, composta da sette persone, perché ho tratto ispirazione dalla realtà”, ha continuato Roustaee. “Al di là di ciò che ogni fratello può rappresentare, sono come gli elementi di un sistema in cui ciascuno gioca un ruolo chiave nella dinamica familiare”.
La scomparsa della classe media
Saeed Roustaee ha voluto che il suo film, Leila’s Brothers, affrontasse tematiche come la disuguaglianza sociale. “Leila’s Brothers ha indubbiamente un valore universale”, ha assicurato. “Per certi versi, è specifico della società iraniana, mettendo in risalto quello a cui è andata incontro la classe media a negli ultimi decenni. Ma la sua storia può essere generalizzata per tutti quei piccoli centri un cui le famiglie della classe media hanno raggiunto un certo livello di comfort quotidiano, come possedere un’auto o sfoggiare segni di ricchezza”.
“In Iran, il governo di Ahmadinejad ha finito con il distruggere del tutto la struttura sociale”, ha poi continuato il regista. “La classe media è lentamente scomparsa, causando una profonda spaccatura nella società e il suo massiccio impoverimento. A Teheran, quelli che prima vivevano nelle periferie della classe media hanno dovuto trasferirsi in luoghi che ricordano le baraccopoli. Solo una piccola frazione della popolazione è riuscita ad accumulare ricchezza”.
È dalle baraccopoli che vogliono fuggire anche i fratelli di Leila, seppur in maniera diversa. “Alireza vorrebbe andare via per cercare, comprensibilmente, calma e serenità, e per farlo ha capito che deve mantenere una certa distanza dalla famiglia. Manoucher, invece, pensa di andarsene ma per altre ragioni: per lui, l’unico modo per vivere meglio consiste nell’andare lontano e per riuscirci è pronto a commettere anche truffe e raggiri che lo porteranno a un vicolo cieco”.
Ed è proprio il vicolo cieco che porta tutti i protagonisti del film Leila’s Brothers a vivere in una sorta di tragedia shakesperiana. “Shakespeare e le tragedie greche mi sono sempre stati d’ispirazione. Mi piace leggerne i libri ma anche vederne i film che ne vengono tratti. Hanno inconsciamente influenzato la mia scrittura e in particolare i personaggi. Una storia mi commuove solo quando assomiglia a una tragedia”, ha specificato Roustaee.
“Devo sentire la sofferenza dei personaggi. È la stessa a cui ho assistito io di fronte a situazioni che per me erano rivoltanti. È sempre la realtà a piantare i semi di quell’albero che produrrà rami romanzeschi. Lo devo alla mia formazione da documentarista”.
I difficili legami familiari
I dialoghi della famiglia al centro del film Leila’s Brothers sono spesso pieni di violenza, soprattutto quando esprimono i sentimenti che ogni componente prova per l’altro. “Sono consapevoli che possono sembrare aspri e violenti”, ha commento il regista. “Ma più che dai veri sentimenti che nutrono le parole sono figlie delle condizioni in cui vivono, in un ambiente piccolo e angusto”.
“Quando una famiglia vive in un ambiente così ristretto nessuno ha intimità o uno spazio tutto suo per sottrarsi allo sguardo dell’altro. Vivono tutti ammucchiati e, necessariamente, nell’aria si respira tensione e aggressività. Chiunque vorrebbe a un certo punto della sua vita lasciare la famiglia per avere una vita propria. Ma occorre avere i mezzi per farlo. Leila e i suoi fratelli, oramai cresciuti, non li hanno ed è questo che li soffoca”.