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LES AMANDIERS: VITA E MORTE DEI GIOVANI DI UNA SCUOLA DI CINEMA NEL FILM DI VALERIA BRUNI TEDESCHI

La nostra Valeria Bruni Tedeschi porta a Cannes 2022 il suo nuovo film da regista, Les Amandiers. Una delle poche donne in concorso, propone una storia tra realtà e finzione, commedia e dramma.

Les Amandiers, il nuovo film diretto da Valeria Bruni Tedeschi, è in concorso al Festival di Cannes 2022 ed è uno dei pochi diretti da una donna a essere stato selezionato per la corsa alla Palma d’Oro. Su 21 titoli scelti, solo quattro sono diretti da donne e uno codiretto: davvero poca roba, osiamo dire.

Scritto dalla nostra Valeria con Noémie Lvovsky e Agnès De Sacy, Les Amandiers non vede Bruni Tedeschi davanti alla macchina da presa. L’attrice e regista ha scelto di affidarsi a un manipolo di giovani attori, a cominciare da Nadia Tereszkiewicz, Sofiane Bennacer, Louis Garrel e Micha Lescot. Les Amandiers uscirà nelle sale francesi il 9 novembre mentre toccherà aspettare il 1° dicembre per quelle italiane (grazie a Lucky Red).

Valeria Bruni Tedeschi.
Valeria Bruni Tedeschi.

Cosa racconta il film

Nel film Les Amandiers, Valeria Bruni Tedeschi ci porta alla fine degli anni Ottanta, quando Etienne, Adèle, Stella e tutti i loro compagni di recitazione hanno all’incirca vent’anni. Superano tutti l’esame di ammissione della famosa scuola creata da Patrice Chéreau e Pierre Romans al teatro Amandiers di Nanterre.

Lanciati a tutta velocità nella vita, nella passione, nella recitazione e nell’amore, insieme vivranno la svolta più grande della loro vita ma anche la loro prima grande tragedia, la morte di Etienne.

“A suggerirmi l’idea di Les Amandiers, il mio nuovo film, è stato un amico, Thierry de Peretti”, ha commentato Bruni Tedeschi. “È stato come un grande regalo. La scuola è stata fondamentale per me, per il mio lavoro e per la mia vita. Le persone che ho incontrato lì e le cose che vi ho vissuto sono ancora dentro me”.

Louis Garrel e Nadia Tereszkiewicz in Les Amandiers.
Louis Garrel e Nadia Tereszkiewicz in Les Amandiers.

Realtà e finzione

“A pochi mesi dall’inizio della scrittura della sceneggiatura del film Les Amandiers, Noémie Lvovsky ha avuto l’idea di realizzare delle interviste con gli ex studenti della scuola. Li ho contattati uno per uno e ci siamo così felicemente ritrovati: era come se il tempo non fosse mai passato. Sapevano che il film sarebbe stato un racconto di finzione, che avremmo modificato la realtà e che i loro nomi non sarebbero apparsi ma sono stati tutti molto generosi con le loro testimonianze. Queste interviste sono state veramente preziose!”, ha spiegato Bruni Tedeschi.

Come tutti i film di Valeria Bruni Tedeschi, quindi, anche Les Amandiers parte dalle esperienze della regista ma per trasformarsi in finzione. Siamo sempre tra autobiografia e immaginazione. “Diciamo che alla base del film ci stanno i ricordi. Non solo i miei ma anche quelli di Noémie e Agnès e, in questo caso, anche quelli degli altri ex studenti della scuola. Ma poi ci siamo concessi la libertà di rielaborarli, di romanzarli, di mescolare il tutto e di inventare. Ci siamo divertite con l’immaginazione, senza censure e senza troppi divieti”.

Ogni film di Valeria Bruni Tedeschi è un film di famiglia. E sono due le famiglie solitamente raccontate: o quella biologica o quella artistica. Per Les Amandiers, com’è evidente, ha scelto di parlare della seconda. “È vero, parlo della mia famiglia artistica. Considero Chéreau un po’ il mio padre artistico!”, ha evidenziato. “Chéreau ha rivoluzionato con la sua scuola il metodo Stransberg: il suo era un metodo più maschile e brutale. Tuttavia, entrambi i metodi avevano lo stesso obiettivo: la verità. Non è facile per me riassumere il metodo di direzione di Chéreau ma due sue parole sono quelle che mi porterò dietro per tutta la vita: necessità e implacabilità”.

Una scena di Les Amandiers.
Una scena di Les Amandiers.

Un mix di commedia e dramma

Nel film Les Amandiers, Valeria Bruni-Tedeschi mischia ancora una volta commedia e dramma, talvolta anche nella stessa scena. “Il gusto per il tragicomico viene un po’ anche da Chéreau. Gli piaceva molto ridere”, ha sottolineato la regista. “Il mio senso dell’umorismo deriva anche dall’essere italiana. Il cinema italiano è il cinema dei miei genitori, della mia infanzia, del mio inconscio: il tragicomico è la sua cifra. Ho bisogno di questo mix quando recito o quando dirigo. Ma anche da spettatrice. Ho bisogno di ridere della nostra esistenza o della nostra miseria. Ne ho bisogno come l’ossigeno”.

Tuttavia, Valeria Bruni Tedeschi fuga subito i dubbi su uno dei momenti più tragici del film Les Amandiers, la morte del personaggio di Etienne. Non è da ricondurre alla morte del fratello avvenuta prematuramente. “No, non c’è molto di mio fratello in Etienne. Il personaggio si ispira a qualcuno che ho incontrato in gioventù che non c’è più ma che ci sarà sempre da qualche parte dentro me. Grazie al film, posso parlare di lui, i ricordi riportano in vita e alla gioia”.

“Mi piace citare una frase di Noémie Lvovsky”, ha aggiunto. “Grazie alla finzione, le persone diventano personaggi e, grazie agli attori, questi personaggi diventano nuovamente persone. E queste persone, vive e presenti davanti alla telecamera, consentono al passato chiuso dentro noi di non mummificarsi e di ridiventare presente. Solo la finzione può strappare i ricordi alla nostalgia”.

Nel film Les Amandiers, si ricorda inoltre come i giovani di quel periodo vivessero nel periodo in cui l’Aids provocava migliaia di morti. “Eros e Thanatos convivevano. Volevo raccontare la vitalità dei giovani e allo stesso tempo la tragedia. Il film è caratterizzato da queste due forze uguali e contrarie: vita e morte”.

Una scena di Les Amandiers.
Una scena di Les Amandiers.

Panico a Needle Park

Les Amandiers, il nuovo film di Valeria Bruni Tedeschi trae ispirazione da un titolo inaspettato del cinema americano degli anni Settanta, Panico a Needle Park di Jerry Schatzberg.

“Mi sono ispirata a molti film ma in particolare a quello di Schatzberg. L’ho mostrato ai miei attori durante le prove per mostrare loro la naturalezza della recitazione di Al Pacino e Kitty Winn. Volevo anche che conoscessero la gioventù di quel periodo e che capissero, soprattutto Nadia e Sofiane, il legame tra amore e droga. La droga è come il terzo incomodo in una relazione sentimentale. L’unica differenza tra il mio film e quello di Schtzberg è che i miei protagonisti, Etienne e Stella, hanno la passione per il teatro e la recitazione mentre quelli di Pacino e Winn non hanno altra passione se non quella che li unisce”.

Les Amandiers: Le foto del film

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