Dopo il successo della serie tv Netflix Inside Man, David Tennant è il protagonista di Litvinenko, nuovo progetto in quattro puntate destinato a far discutere. A far da sfondo alla nuova serie è la vera storia dell’indagine della polizia sull’avvelenamento dell’ex spia russa Alexander Litvinenko.
Chiunque di noi ha ben impressa nella mente l’immagine di “Sasha” Litvinenko, disertore russo, in un punto di morte in un letto d’ospedale londinese dopo essere stato avvelenato. Tanto che è bastata la prima foto della serie tv Litvinenko diffusa qualche tempo per riaccendere una discussione che non si è mai del tutto sopita.
La trama della serie tv Litvinenko
La serie tv Litvinenko comincia nel novembre del 2006. Alexander ‘Sacha’ Litvinenko, un ex ufficiale del KGB, giace morente in un ospedale di Londra, avvelenato da una misteriosa sostanza radioattiva. L’ispettore Brent Hyatt e il sergente Jim Dawson vengono convocati all’University College Hospital di Londra per interrogarlo.
Marina, la moglie di Litvinenko, parla agli investigatori dello scetticismo dei medici sulla storia del marito, anche se il deterioramento delle condizioni della salute è sotto gli occhi di tutti. Nei successi tre giorni, Hyatt e Dawson riescono a interrogare Litvinenko. Seppur con sofferenza, l’ex spia russa non ha dubbi. Il suo racconto è meticoloso, crede di sapere chi lo ha ucciso e punto il dito sul mandante del suo omicidio: il presidente russo, Vladimir Putin.
La morte di Litvinenko pochi giorni dopo fa scattare un’indagine su un attacco chimico nelle strade di Londra dando il via a un’indagine di dieci anni tra Gran Bretagna e Russia per trovare il colpevole.
Tra omicidio e indagine
È opinione diffusa che sia stato il presidente russo Vladimir Putin ad aver ordinato la morte dell’ex ufficiale del KGB Litvinenko, scioccando il mondo intero con il suo assassinio nel novembre 2006. Il quarantaquattrenne Litvinenko, a cui era stato concesso asilo politico nel Regno Unito nel 2001, a stato avvelenato in un hotel di Londra con una dose di polonio radioattivo 210, una delle sostanze più letali in circolazione, fatta scivolare in una tazza di tè.
Ed è da questo evento storico che parte la serie tv inglese Litvinenko per ricostruire una delle indagini più complesse e pericolose della Metropolitan Police. Prodotta da ITV Studios e scritta da George Kay, Litvinenko non è altro che la storia di come gli agenti di Scotland Yard abbiano lavorato alacremente per risalire alla verità e individuare il responsabile dell’avvelenamento. Tuttavia, alla ricerca dell’avvelenatore (e della verità sul mandante), la serie tv Litvinenko contrappone il racconto del coraggio di Litvinenko stesso, della dignità con cui la vedova Marina ha combattuto per far sì che il nome del killer fosse reso pubblico e del coinvolgimento della Russia nell’assassinio.
A far da consulenti alla serie tv Litvinenko sono stati gli ex agenti che si sono occupati del caso (Clive Timmons e Brent Hyatt), l’avvocato Ben Emerson (esperto di diritto pubblico internazionale e diritti umani) e la famiglia di Litvinenko.
L’impegno di Scotland Yard
Prima di morire, come si racconta anche nella serie tv, Litvinenko è riuscito a dare alla polizia indizi e dettagli cruciali sugli eventi che hanno portato al suo avvelenamento. Gli interrogatori sono tutti avvenuti al suo capezzale. Ed è durante uno di questi che gli è stata scattata quella foto che è diventata virale in pochi minuti in tutto il mondo. “Ricordo ancora l’immagine di Litvinenko in ospedale”, ha confermato l’attore David Tennant. “Sembrava tutto così poco credibile, quasi come in un film di James Bond. Non sembrava che stesse accadendo realmente: per tutti noi era quasi finzione”.
Le indagini per la ricerca del colpevole sono cominciate quando Litvinenko era ancora in vita. Ma ciò è dipeso solo dalla tenacia di tre investigatori: Jim Dawson (Barry Sloane), Brent Hyatt (Neil Maskell) e Clive Timmons (Mark Bonnar). “Stavano svolgendo le loro indagini pressati dall’inesorabile scorrere del tempo e dal countdown che avrebbe portato alla morte di Litvinenko”, ha aggiunto Tennant. “Litvinenko era l’unico testimone del suo stesso omicidio e gli agenti hanno dovuto lavorare a partire dalle sue parole. In questa storia, ci sono tanti elementi che non tornano ma ce ne sono anche altri indiscutibili: la portata globale di quanto avvenuto e la tragedia vissuta da Litvinenko ma soprattutto da sua moglie Marina, la cui vita è cambiata per sempre”.
La forza di una donna
Marina Litvinenko nella serie tv ha il volto di Margarita Levieva, attrice nata in Russia. Oltre che della morte del marito, Litvinenko racconta anche della sua drammatica tenacia per portare avanti il suo desiderio di giustizia. Uno dei momenti più toccanti per lei si è raggiunto quando, subito dopo la morte del marito, l’amico Alexander Goldfarb ha letto le ultime parole di Sasha. “Sasha gliele ha dettate prima di morire e in quelle parole ha espressamente accusato Putin di essere responsabile del suo avvelenamento”, ha sottolineato Levieva.
Già nel 2007, Marina ha ottenuto una prima risposta alle sue lotte. Grazie ai filmati delle telecamere a circuito chiuso dell’hotel, la polizia è riuscita a individuare il responsabile materiale dell’avvelenamento. Le prove raccolte hanno portato all’ex spia russa Alexander Lugovoy ma la Russia ne ha vietato l’estradizione nel Regno Unito per essere processato.
Dopo aver lottato per 16 anni, Marina ha trovato nuova speranza di veder fatta giustizia quando la Corte europea dei diritti dell’uomo ha dichiarato la Russia responsabile della morte di Litvinenko. Proprio per questo, la donna spera che la serie tv Litvinenko possa essere da ulteriore monito sui pericoli del regime di Putin: “Il mio più grande desiderio è vivere più a lungo di Putin solo per vederlo un giorno processato per i suoi crimini di guerra e l’assassinio di mio marito”, ha dichiarato alla stampa.