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Lorenzo Licitra: “Un sorriso può cambiare anche una giornata” – Intervista esclusiva

Eli Hallo è il brano che segna il ritorno in radio di Lorenzo Licitra, vincitore di X-Factor 2017. In coppia con Anggun, Lorenzo Licitra ci regala la prima tappa di un percorso personale e artistico più maturo che arriva dopo anni di ricerca e sperimentazione, senza mai perdere il sorriso.
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Lorenzo Licitra, il vincitore di X-Factor 2017, è tornato in radio con il suo primo singolo inedito, Eli Hallo. Scritto dallo stesso Lorenzo Licitra con Giovanni Segreti Bruno, Eli Hallo fonde l’inconfondibile timbro del giovane cantautore siciliano con la voce incantata di Anggun, la principessa indonesiana che tutti ricordano per una hit immortale come Snow in the Sahara.

Ma quello che più ci rende felici è che Eli Hallo rappresenti una tappa artistica importante per Lorenzo Licitra. La prima, a essere precisi, di un percorso che lo ha visto in questi anni ricercare, sperimentare e capire quale percorso intraprendere e seguire. E no, Lorenzo Licitra non è scomparso dopo aver battuto i Maneskin, classificatisi alle sue spalle, a X-Factor: ha scelto solo di maturare prima di presentare la sua essenza artistica al pubblico.

La consapevolezza, prima di tutto personale, raggiunta ha fatto sì che ritornasse in lui l’entusiasmo e la voglia di rimettersi in gioco con una canzone come Eli Hallo, che guarda al pop nella sua delicatezza e intensità. Emozione, sensibilità, talento, delicatezza, finezza e potenza vocale rendono Eli Hallo un pezzo unico, in cui si sente il grande cuore dei due artisti. Ma anche un pezzo necessario sia per il racconto che fa a livello testuale sia per lo scopo benefico che l’accompagna.

Sì, perché Eli Hallo ha anche un valore benefico: farà da supporto alla nuova campagna a sostegno della dodicesima edizione del Festival del Cinema Nuovo. Per chi non lo sapesse, si tratta del concorso internazionale di cortometraggi interpretati da disabili di comunità, centri diurni o residenziali e associazioni di volontariato, promosso dall’Associazione Romeo Della Bella in collaborazione con Mediafriends. Un festival che mostra, festeggia e premia la bellezza della diversità che il cantautore, da sempre sensibile a queste tematiche, è felice di sostenere. E il perché ce lo spiega lo stesso Lorenzo Licitra nel corso di quest’intervista esclusiva.

Ciò che di Lorenzo Licitra colpisce e che il testo scritto non può restituire è il sorriso. Sorride molto nel corso di quest’intervista in cui ci racconta come proprio il sorriso e la musica siano state le chiavi per affrontare anche i momenti più delicati e intimi della sua vita. Ed è con il sorriso che vogliamo riabbracciare il suo ritorno in musica, regalandogli in parte quelle emozioni che la sua voce e ora le sue abilità di autore suscitano in noi.

Lorenzo Licitra.
Lorenzo Licitra.

Intervista esclusiva a Lorenzo Licitra

Eli Hallo è il tuo primo brano inedito. Cosa aveva in più rispetto agli altri che ti hanno proposto in passato?

Eli Hallo è la prima canzone che parla di me e di una storia che ho realmente vissuto. Ma, soprattutto, è il primo esperimento in cui ho messo davvero del mio sia a livello melodico sia a livello testuale. È il primo brano di una nuova veste che voglio portare al pubblico: quella del cantautorato e, quindi, della scrittura e del racconto più personale rispetto a un passato da interprete. Faccio parte della schiera di coloro che ama raccontare la verità e che non desidera essere incollato a qualcosa che non lo rappresenta. Per me, tutto deve essere collegato e deve avere un tempo giusto. La lunga attesa è stata dettata da tanti altri fattori, primo di tutti il desiderio di ricercare le sonorità ma anche il linguaggio giusti, più consoni al mio io.

La ricerca e la sperimentazione ti hanno portato a un incontro magico: quello con Anggun, la principessa che, proveniente dall’Oriente, ci ha sempre affascinato e incantato con il suo modo di cantare e di presentarsi.

Anggun ti strega, in un senso chiaramente in positivo. Ha insita in sé una magia. Sa stare davanti alle telecamere con padronanza e umanamente è davvero un’amica. L’ho conosciuta tre anni fa a Jakarta, in Indonesia, a un concerto dedicato a Luciano Pavarotti. In quell’occasione, abbiamo avuto la possibilità di sperimentare la fusione delle nostre voci on stage e abbiamo realizzato come fossero particolare i nostri timbri vocali insieme.

Quando il progetto di Eli Hallo ha preso forma, considerando che conteneva una parte in francese e Anggun oggi vive a Parigi, l’ho invitata ad ascoltare la canzone mandandole un messaggio. Mi ha risposto in maniera quasi istantanea: “Sono pazza di questa canzone, voglio andare subito in studio a registrarla. Io ci sono!”.

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Eli Hallo è chiaramente l’apripista di qualcosa che arriverà dopo. Che direzione ha preso il tuo percorso artistico?

Sono due anni in cui sperimento con la scrittura. Eli Hallo è il precursore di quelli che sono tanti altri brani che stanno nel cassetto ma che sono sempre di forma pop. Quindi, se c’è un po’ di dubbio nell’aria sul ragazzo che canta l’opera e poi anche il pop, fughiamolo subito. La direzione che ho sempre voluto sin da quando ho partecipato a X-Factor e ho avuto voce in capito è chiaramente quella più moderna del pop, lo sento maggiormente nelle mie corde ed è su quel percorso che proseguirò.

Che tipo di approccio alla scrittura è stato il tuo? Appartieni alle fila di coloro per cui scrivere è terapeutico?

Si, assolutamente sì. L’approccio iniziale è stato un po’ strano. C’è stata sempre un po’ di paura nel sedersi e nel dover scrivere necessariamente una canzone. Mi sono accorto che, ogni volta che me lo imponevo, non veniva fuori nulla e che sbagliavo. L’approccio giusto è quello più naturale e inconsapevole, inconsapevole quasi: è il trovare il modo giusto per trasferire in musica quello che vuoi raccontare, una storia piuttosto che il vissuto quotidiano. Era una formula del tutto nuova per me ma che ho iniziato ad attuare, ripeto, in maniera quasi naturale. Ho imparato che non c’è una regola per scrivere. Ed è per me molto bello: è qualcosa di nuovo che sto sperimentando e che funziona.

Eli Hallo ha anche un intento nobilissimo. Affiancherà e darà supporto alla nuova campagna del Festival del Cinema Nuovo, che si occupa dell’inserimento in comunità di ragazzi disabili.

Sono sempre stato abbastanza sensibile al tema. Ho avuto un cugino disabile e la sua recente scomparsa mi ha molto colpito. Quando qualche mese fa è arrivata la richiesta da parte di Mediafriends di un brano che facesse da colonna sonora al Festival del Cinema Nuovo, non ho avuto dubbi. Eli Hallo era quello perfetto perché a livello testuale si adatta allo scopo della manifestazione: parla dell’amicizia e del coinvolgimento in comunità, tra le altre cose. Ed Eli Hallo offre al Festival un supporto che, oltre a essere musicale, è anche di cuore.

Eli Hallo racconta sì di amicizia ma ci sono dei versi in cui ho potuto ravvisare anche parte della tua esistenza dopo X-Factor. “Tu lasciali fare, sorridi” mi ha fatto pensare alle tante parole che si sono scritte sul tuo conto. La stampa è stata brava nel chiedersi che fine avesse fatto colui che aveva vinto il talent lasciandosi alle spalle i Maneskin. Mentre il gruppo di Damiano conquistava le classifiche, tutti parlavano della tua “scomparsa”. Ti hanno fatto star male determinate dinamiche?

In realtà, mi hanno fatto sempre sorridere. Anche perché i riscontri concreti che avevo raccontavano tutt’altra storia. Ho lavorato moltissimo all’estero e non sono mai stato fermo, non c’è mi stato un momento di pausa. Così come mi ha fatto sorridere tutta le polemiche e i falsi contrasti con i Maneskin: sono sempre stato molto amico dei ragazzi. Abbiamo un rapporto molto sereno e spesso abbiamo scherzato insieme su questa finta rivalità che la stampa ha imbastito. Abbiamo sempre lasciato correre e fatto parlare i giornali. Noi preferiamo parlare di musica e a quella dare spazio.

Sono contento che non ti abbia causato dolore. Spesso quando scriviamo non ci rendiamo conto dei danni che possiamo provocare se dall’altro lato c’è qualcuno che non è in grado di sopportare il peso delle parole.

A me fa piacere che da parte di un giornalista arrivino queste parole. Perché è umanamente bello.

Abbiamo citato X-Factor e non potrebbe essere diversamente. Cosa ti ha lasciato, al di là della vittoria? È un’esperienza che ripeteresti?

La rifarei a occhi chiusi. A distanza di cinque anni, quando capita di rivedere per caso un video di allora, mi chiedo se è successo davvero, se è realmente andata così. Resta ancora l’incredulità di ciò che ho vissuto: è stata un’esperienza così bella, così forte che è impossibile dimenticarla. Sono tuttora uno dei fan più sfegatati di X-Factor: non posso non esserlo.

Non fai dunque parte della categoria di coloro che sputano nel piatto dopo averci mangiato.

Non potrei mai. Grazie al programma, sono entrato a con contatto con dei professionisti unici. Mi ha dato una possibilità molto grande. È chiaro poi che, come ogni grande occasione della vita, va gestita, capita e maturata: dipende chiaramente dal percorso individuale di ognuno di noi. Io sono soddisfatto al 100%.

Anggun e Lorenzo Licitra.
Anggun e Lorenzo Licitra.

Eli Hallo parla di quanto importante sia il sostegno da parte dell’altro. Può essere un sostegno amicale, familiare e, se vogliamo, sentimentale. Quanto è stato per te importante sentirti supportato da chi ti circondava?

Amo avere poca gente accanto. Ma quella che mi è vicino è davvero gente di supporto vero. Per me è importantissimo e fondamentale avere chi mi supporta realmente: sono loro la mia risorsa più grande, guai se non ci fossero. Sono loro che mi fanno alzare al mattino e sorridere in maniera diversa al mondo.

I tuoi genitori, come te del resto, sono di Ragusa, nel profondo sud della Sicilia. Ti sono sempre stati vicini?

Sono sempre in prima linea e al mio fianco. Non vivono più in Sicilia: tre anni si sono trasferiti al Nord per starmi più vicini. All’epoca, vivevo a Milano mentre oggi mi sono spostato a Roma. Ma sono sempre stati felici delle mie scelte. Siamo sempre stati una famiglia molto unita, loro mi seguono spesso e sono orgogliosissimo del loro sostegno. È uno di quelli fondamentali di cui parlavo prima.

E come hanno reagito quando hai detto loro che volevi fare il cantante?

Benissimo, in realtà. Mamma non voleva che facessi il suo mestiere. Lei ha un’azienda che si occupa di trasporti mentre papà è farmacista. Sin da piccolino, mi vedevano imitare i cantanti e i loro gesti: per me, qualsiasi cosa diventava un microfono! Non hanno mai tentato di farmi cambiare idea: vedevano che mi divertivo e assecondavano le mie richieste man mano che crescevo.

Ricordi ancora qual è stata la prima canzone che hai intonato da bambino e che t’è venuta bene?

44 gatti. Una roba elementare che poi ha dato il là a tutto.

Tu vivi oggi una relazione serena con il tuo compagno. Ma come hai vissuto il momento in cui hai dovuto relazionarti per la prima volta con il tuo orientamento sessuale e prenderne consapevolezza?

La risposta è molto facile e semplicissima: la musica mi ha davvero salvato. Mi ha fatto capire come vivere il tutto e mi dato anche la forza giusta per poter affrontare quelli che era i passi importanti da fare, come l’accettarsi o l’inserirsi in un contesto che tante volte facile non è. Mi ha spronato a oltrepassare quell’imbarazzo e quella paura che era ed è lecita, umana. E tuttora la musica è un po’ la corazza che mi permette di stare sereno.

Dalla vittoria di X-Factor in poi, hai anche potuto relazionarti con uno dei più grandi artisti della musica italiana, Renato Zero. Com’è stato vivere dall’interno quel mondo a cui guardavi da bambino?

Interpreto due brani, da lui scritti, nel suo ultimo lavoro discografico. Per me è stato un privilegio essere al fianco di un mostro sacro come Renato Zero ma anche di tante altre personalità che ho avuto la fortuna di conoscere. Ma anche di far sentire loro la mia voce. Ti rendi conto anche dell’umanità che questi grandi artisti hanno e che si portano dietro nonostante la notorietà e il successo. Di Renato, ad esempio, mi colpisce come sia ancora attento ai minimi dettagli: è uno di quegli artisti alla vecchia maniera. Riesce a regalarti la sua creatività a 360 gradi.

In questi anni di attesa di Eli Hallo, ti sei divertito anche a fare il doppiatore per un lungometraggio animato, Smallfoot. Non sei mai stato tentato dal voler ripetere l’esperienza?

Mi piacerebbe tantissimo: tornerei tranquillamente in studio a doppiare tutto ciò che è possibile doppiare. Dovrei però fare un po’ di training prima: è stato bellissimo ma chiaramente quello del doppiatore non è il mio mestiere. Mi sono prestato all’esperienza ma, non avendo mai studiato da doppiatore, mi ha richiesto po’ di fatica, devo ammetterlo. Ma non nego che mi ha divertito e mi ha incuriosito molto: è un mondo interessantissimo quello del doppiaggio. Perché no?

Se dovessi immaginare tu stesso un articolo su Lorenzo Licitra, cosa vorresti che si scrivesse?

Sicuramente vorrei che si parlasse di chi è Lorenzo nel quotidiano, del rapporto che ha con chi incontra piuttosto che di quello che mi piace trasmettere. Amo quando si è sereni, quando si hanno rapporti in pace. Amo sorridere alle persone e pensare all’effetto che un sorriso può dare. Un sorriso talvolta può cambiare anche una giornata: sarebbe un bello spunto di partenza.

https://www.instagram.com/p/Ch2XY5FNhAs/

Che rapporti hai con i social?

Ho dovuto imparare a usare i social perché ne facevo un uso diverso prima di X-Factor. Li uso per comunicare e per sostenere il lavoro che sto facendo. Certo, sono un attimo strumento ma sono aiutato costantemente: sono una frana per certe cose. Non mi sento abbastanza social, anzi… purtroppo!

Hai mai avuto contatti ravvicinati con gli haters?

È capitato soprattutto all’inizio ma ho sempre risposto con il sorriso. Mi fa sorridere che la gente perda davvero del tempo a dire la sua su cose che poi non cambiano il mondo. Mi incuriosisce come a volte si accendano dinamiche che poi scadono su aspetti spiacevoli. Personalmente non mi è mai successo ma ci capita di vedere sui social artisti, colleghi e amici che combattono contro tutto ciò quotidianamente. L’invito che solitamente faccio è quello di essere un po’ più superficiali e di non dedicare troppo tempo a ciò.

Quali possono essere invece per te le cose che cambiano il mondo?

In Eli Hallo si parla anche di abbracci, di umanità, di un’intimità che è bella e che purtroppo si è persa. Dopo due anni così strani per tutti noi, tante cose sono passate in secondo piano e tutto viene visto in maniera diversa. È cambiato il sistema dei valori ma dovremmo cercare di recuperare quelli di sempre, quelli che mancano e che dovrebbero ritornare: il contatto vero, l’esserci per l’altro e la non superficialità nel gestire i rapporti, troppo spesso sacrificati in nome dei troppi impegni…

Possono sembrare stupidi, imbarazzanti, passati. In realtà, no: sono il segreto per non star male domani, per non creare un mondo di sole apparenze e strano. Io sono felice di vivere in un mondo bello, in cui ho accanto gente che amo e che mi ama. L’esercizio quotidiano è trovare di nuovo quei valori di una volta e donarli con il sorriso a chi è accanto.

Quand’è l’ultima volta che hai sorriso sinceramente oggi?

Stamattina, nella sala prove di danza. Non sono un ballerino ma amo fare un po’ di danza perché mi aiuta a livello di ginnastica. E da quel gran ballerino che sono su uno scalino ho fatto una scivolata di quelle imbarazzanti, da grasse risate.

E l’ultima cosa che ti ha ferito?

Senza entrare nel vivo dell’argomento, non amo quando c’è dell’incomprensione, quando non ci si rispetta e si parte per la tangente a prescindere, convinti di quello che si ha in testa. Mi fa molto male perché così facendo si costruiscono dei muri che ci allontanano. Per me è fondamentale il dialogo, il parlare, l’ammettere talvolta che si sta anche su livelli diversi.

La copertina di Eli Hallo, brano co-prodotto da Joseba Label s.r.l. e Lorenzo Licitra.
La copertina di Eli Hallo, brano co-prodotto da Joseba Label s.r.l. e Lorenzo Licitra.
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