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Love Gets a Room: Un film per la Giornata della Memoria

film Giornata della Memoria
In occasione della Giornata della Memoria, vi presentiamo il film Love Gets a Room di Rodrigo Cortés, un dramma ispirato a una storia realmente accaduta a Varsavia nel 1942, dove l’arte e il teatro permettevano di sopravvivere all’interno del Ghetto.

Love Gets a Room è l’ultimo film del regista Rodrigo Cortés e racconta una storia che ben si sposa con la Giornata della Memoria. Trae spunto da un episodio realmente accaduto nella Polonia degli anni Quaranta, quando un gruppo di attori ebrei, in una fredda notte d’inverno, rappresentano un’opera teatrale di Jerzy Jurandot (un drammaturgo e compositore ebreo polacco) mentre la loro esistenza è scossa da una questione di vita o di morte.

Nutrito il cast di attori. Accanto ai protagonisti Clara Rugaard, Mark Ryder e Ferdia Walsh-Peelo, troviamo anche la nostra Valentina Bellé nei panni di Ada, un’attrice dedita totalmente al suo lavoro.

La trama del film Love Gets a Room

Il film Love Gets a Room, utile per riflettere sul valore della Giornata della Memoria, ci porta nel gennaio del 1942 quando oltre quattrocentomila ebrei provenienti da tutta la Polonia vengono confinati dai nazisti in un piccolo ghetto al centro della città di Varsavia. Nessuno può entrare o uscire dal perimetro del ghetto mentre al di là del recinto la vita continua. Dentro al ghetto, si muore di malattia, fame e freddo. Stefcia è una di quelle giovani donne che, tra tanta desolazione, cerca di aggrapparsi a qualcosa per resistere, al suo mestiere di attrice.

Stefcia porta speranza ai suoi compatrioti al Teatro Fémina, il più frequentato del ghetto sia dagli ebrei (a cui sono riservati i posti peggiori) sia dai funzionari nazisti, dai membri del consiglia ebraico e dai poliziotti del ghetto. Una sera, l’attrice scopre che Patryck, il giovane attore e autore dell’opera che sta per essere rappresentata (Love Gets a Room, appunto), non è ancora arrivato a teatro mentre è già presente il resto del cast: Zylbermann (un veterano dal viso simpatico ma dal passato nebuloso), Irene (un’attrice matura ma dal carattere duro), Ada (professionale ed esigente), Niusia (con un fidanzato nella Resistenza), Edmund (l’ottimista innamorato di Stefcia) e Sara (la sorellina di Edmund, dolce e fragile).

Finalmente Patryck arriva, a pochi secondi dall’andare in scena, alterato e sudato. Non dice da dove arriva e ormai nel ghetto nessuno fa più domande del necessario. Lo spettacolo ha inizio e l’opera mette in scena l’incontro di due giovani coppie nel ghetto costrette a condividere una stanza per un errore burocratico. Gli spettatori ridono e applaudono, sono commossi dai canti e dai balli ma dietro le quinte va in scena un dramma che nessuno può immaginare.

Patryck rivela infatti a Stefcia che ha corrotto alcune guardie e che potrà, insieme a un’altra persona, varcare il perimetro del ghetto quella stessa sera, dopo lo spettacolo. Gli chiede di accompagnarlo ma lei gli ricorda che oramai non stanno più insieme. Quando Edmund scopre cosa sta accadendo, incoraggia Stefcia a scappare per salvarsi ma lei non vuol andar via senza di lui…

Il poster spagnolo del film Love Gets a Room.
Il poster spagnolo del film Love Gets a Room.

La vera storia dietro al film

Love Gets a Room, l’opera teatrale di Patryk Jurandot presentata in anteprima al Teatro Fémina nel ghetto di Varsavia il 16 gennaio 1942, andò in scena per quattro settimane, cinque mesi prima dell’inizio delle deportazioni. Delle 400 mila persone che vivevano nel ghetto, solo 50 mila sopravvissero alla fine della guerra.

Il film di Rodrigo Cortés Love Gets a Room, recuperabile online per la Giornata della Memoria, parte dunque dalla storia realmente accaduta per aiutarci a riflettere su come arte e vita spesso si intreccino in maniera tanto assurda quanto tragica.

Il 16 novembre 1940, tutti gli ebrei di Varsavia e decine di migliaia di profughi da tutta la Polonia furono confinati in un ghetto al centro della capitale e tagliati fuori dal mondo con la costruzione di un muro. La vita all’interno del ghetto era una costante e brutale lotta contro la fame e le epidemie. L’attività economica era scarsa e per lo più clandestina e illegale.

Tuttavia, l’alto muro di mattoni non riuscì a fermare in alcun modo la diffusione di cultura e arte. Autori, scienziati e artisti non solo non interruppero la loro attività ma cercarono un modo per esprimere attraverso il loro lavoro la tragedia che li aveva sconvolti. Nel ghetto, c’erano biblioteche clandestine, andavano in scena spettacoli teatrali e c’era persino un’orchestra sinfonica. Lo studio e le arti divennero sia un rifugio per quell’orribile realtà sia un modo per sperare in tempi migliori.

Ed è in questo contesto che andò in scena la commedia musical Milosc szuka mieszkania (letteralmente Love Gets a Room) per la prima volta al Teatro Fémina del Ghetto di Varsavia il 16 gennaio 1942, a oltre un anno dalla deportazione. A scriverla era stato Jerzy Jurandot, un drammaturgo e compositore ebreo polacco. Le condizioni dentro il teatro erano ovviamente cupe come nel resto del ghetto: il palcoscenico era illuminato da lampade a carburo e si cercava di combattere il freddo con termosifoni di ferro che producevano più fumo che calore. Alcuni degli attori si esibirono con la febbre addosso ma a fine spettacolo gli spettatori risero e piansero di fronte a una storia che mostrava come la vita fosse degna di essere sempre vissuta.

Il film Love Gets a Room, ideale per la Giornata della Memoria, descrive quasi in tempo reale cosa accadde la sera della prima. E lo fa attraverso tre differenti livelli narrativi: la dura realtà degli attori del ghetto, la realtà più benevola dei personaggi che portano in scena e ciò che gli spettatori vedono in teatro dai loro posti.

Love Gets a Room: Le foto del film

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