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LP: “In che anno vivi per poter giudicare come mi vesto?” – Intervista esclusiva

In Italia per prendere parte al No Borders Music Festival, la cantautrice statunitense LP si racconta a TheWom.it in un’intervista esclusiva. Musica, natura, sostenibilità, rispetto, salute mentale, intelligenza artificiale, diversity e inclusion sono gli argomenti su cui si espone, con la paura di non temere il giudizio. La stessa che l’accompagna da sempre.
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I numeri di LP, cantautrice statunitense con origini italiane, farebbero impallidire chiunque: multiplatino con oltre tre miliardi di stream, più di un milione di visualizzazioni al giorno, oltre sette milioni di ascoltatori mensili in tutto il mondo e quasi due milioni di follower su Instagram. Un risultato ragguardevole e invidiale che LP ha raggiunto in poco meno di dieci anni, da quando nel giugno del 2014 ha pubblicato il suo primo album di debutto, Forever for Now.

Da allora la parabola di LP è stata solo ascendente. E il merito è di canzoni come Lost on You, Girls Go Wild, Recovery e Golden, tutti brani segnati da testi profondi che rivelano quanto unici siano la sua sensibilità, il suo stile e la sua voce. Artista senza limiti di cui a settembre è atteso il settimo album, Love Lines, LP in questi giorni è in Italia per esibirsi il 20 luglio ai Laghi di Fusine nel contesto del No Borders Music Festival.

Cominciato lo scorso 1° luglio, il No Borders Music Festival si concluderà il prossimo 30 luglio con il concerto di Benjamin Clementine. Ma tanti sono stati e saranno gli artisti della line up: Jack Johnson (01 luglio), Baustelle (02 luglio), Ben Harper & The Innocents Criminals (15 luglio), Mannarino (16 luglio), Skunk Anansie & FVG Orchestra (22 luglio), Mika (23 luglio) e Stefano Bollani & Trilok Gurtu (29 luglio).

Per LP quella del No Borders Music Festival rappresenta una prima volta. Ma non stupisce la sua presenza. La rassegna ha come obiettivo quello di proporre musica senza confini, là dove il senza confini diventa automaticamente senza barriere di ogni tipo: linguistiche, etniche, sociali, geografiche e persino identitarie. Non dimentichiamo che LP è un’attivista della comunità LGBTQIA+ ed è proprio su questo aspetto che abbiamo voluto concentrare la straordinaria intervista in esclusiva che ci ha concesso.

Con LP è facile parlare e discutere di Diversity & Inclusion, parole chiavi di TheWom.it ma anche del suo percorso sin da quando ha capito che vestirsi da donna non la rappresentava o che i pronomi “she/her” non erano adatti a lei.

La cantautrice LP.
La cantautrice LP.

Intervista esclusiva a LP

Cominciamo con una nota di colore. Chiunque lo sa: il tuo nome è Laura Pergolizzi. I genitori di tua madre erano di Napoli e tuo nonno paterno di Palermo. Hai mai visitato Napoli o Palermo?

Si sono stata sia a Napoli che a Palermo e ho suonato in entrambe le città.

Cosa è rimasto in te di quelle origini italiane? C’è qualcosa della nostra cultura e del nostro modo di vivere in cui ti riconosci?

Si, mi riconosco in tanti aspetti della cultura italiana, come la gestualità o la passione che penso sia una cosa molto importante per voi. Penso che gli italiani, in generale, siano un popolo molto passionale.

Cosa ti ha spinta ad accettare a prender parte al No Borders Music Festival? E che tipo di concerto porterai live nelle montagne del Tarvisano?

Mi piace molto l’idea di esibirmi in mezzo alla natura. Farò un concerto acustico: sarà uno show molto intimo e personale in una dimensione più raccolta e mi piace l’idea di far vivere ai miei fan un’esperienza diversa dal solito. Sarà molto divertente e non vedo l’ora.

Natura, sostenibilità e rispetto sono le tre parole chiave del No Borders Music Festival. Che valore e che peso dà LP a ognuna di esse?

Capisco perfettamente i principi base del No Borders Music Festival e quelli di natura, sostenibilità e rispetto sono tre concetti in cui personalmente mi rispecchio molto. 

In generale credo che ognuno di noi, a un certo punto, senta il bisogno di tornare in contatto con la natura per ritrovare se stesso e “ricaricarsi”, e questa connessione ha un enorme impatto sul nostro benessere sia mentale che fisico. Non so tu, ma a volte io mi sento quasi disgustata da quanto tempo mi ritrovo col telefono in mano: è come se incidesse negativamente sulla mia forza d’animo. Invece tornare a essere immersi nella natura ci aiuta a ritrovare noi stessi.

Sono contenta di far parte di questo festival e penso che ci sia il bisogno di altre iniziative come questa: sono esperienze uniche che uniscono musica, natura e anima.

Credo che ognuno di noi, a un certo punto, senta il bisogno di tornare in contatto con la natura per ritrovare se stesso e “ricaricarsi”.

LP

Mi soffermerei maggiormente sulla parola rispetto. Ti sei definita in un’intervista a Elle gender-neutral per evitare che la gente abbia di te un’idea molto limitata. Hai visto cambiare nel corso degli anni il rispetto nei tuoi confronti?

Si, penso di aver sempre dato e preteso molto rispetto indifferentemente da parte di tutti.

Il mondo si sta evolvendo e noi di conseguenza. Se ci pensi, a oggi ci sono molte più opzioni rispetto a un tempo: ad esempio, puoi scegliere che pronome utilizzare, puoi scegliere la neutralità di genere, e trovo che sia giusto.  

Io sono sempre stata etichettata con i pronomi SHE/HER, ma non sono mai riuscita a sentirli adatti a me. Allo stesso tempo, però, non ho mai cercato di essere dalla parte opposta. Questa al momento è la situazione e vieni identificato solamente in uno di questi due modi. Ci sono luoghi in cui il rispetto per la “Diversity” sta crescendo evolvendosi sempre di più, e sempre più persone accettano questa idea, ma questo è un altro discorso…

Come dicevo, io personalmente mi sento rispettata il più delle volte, ma allo stesso tempo credo che le persone queer debbano prendere consapevolezza di loro stessi, in modo da ottenere rispetto, lo stesso che loro danno a tutti gli altri.

Visto che affrontiamo la questione, dammi una tua definizione di inclusività. Viviamo davvero in un mondo inclusivo?

Alcuni di noi sì, vivono in un mondo inclusivo, altri purtroppo ancora no. Dobbiamo continuare ad insistere e lottare, così come hanno fatto le persone prima di noi. L’inclusività infatti è un obbiettivo da raggiungere, non ci viene concessa automaticamente. Mi rendo conto però che alcune persone si uniscono alla causa solo per una questione di visibilità, e questi per me sono dei dinosauri: non capiscono che il cambiamento è inevitabile e il mondo si sta evolvendo, che piaccia o meno.

Puoi provare a fermarlo (il cambiamento), ma c’è sempre stato e ci sarà sempre. Le persone sono solo spaventate, e penso che non si sia niente di meno attraente di una persona intimorita e ottusa.

Io sono sempre stata etichettata con i pronomi SHE/HER, ma non sono mai riuscita a sentirli adatti a me. Allo stesso tempo, però, non ho mai cercato di essere dalla parte opposta.

LP

Di te si dice che sei un’icona della comunità LGBTQIA+. Ti da una certa responsabilità essere etichettata in questo modo?

Si, sono un personaggio pubblico e faccio parte della comunità LGBTQIA+, mi espongo e dico sempre quello che penso, ma non la vivo come una responsabilità.

A proposito di cambiamenti, torni in Italia in un momento storico in cui la discussione sui diritti civili della comunità LGBTQIA+ è a un punto morto. Non si fanno passi avanti ma di sicuro se ne fanno molti indietro. Come vedi la nostra situazione? Te lo chiedo perché hai chiaramente origini italiane e di sicuro seguirai con particolare attenzione ciò che accade nel nostro Paese.

È triste pensare a come l’Italia sia un paese così retrogrado sui diritti civili della comunità LGBTQIA+. Penso che gli omosessuali esistessero anche ai tempi dell’Impero Romano, quindi fa abbastanza storcere il naso non riuscire ad accettare l’omosessualità nel 2023. È triste, no? Continuo e continuerò a non capire come l’orientamento sessuale delle persone possa essere argomento di discussione.

C’è stato qualcuno in passato, in ambito discografico, che ha provato a cambiare il tuo aspetto o ti ha invitata a tacere sulla tua sessualità?

In maniera molto velata mi è stato chiesto in passato di indossare dei vestiti (da donna). Anche mia mamma da piccola me lo chiedeva, ma mi sono sempre rifiutata e ho sempre riso in faccia a tutti quanti, perché semplicemente l’ho sempre trovata una richiesta stupida. Ho sempre visto altre persone indossare vestiti ed essere bellissime, ma semplicemente non era il mio stile. Ho sempre preferito che le persone si preoccupassero della mia musica o di cose che veramente contano, non di cosa indossassi. In che anno vivi per poter giudicare come mi vesto?

Mi è stato chiesto in passato di indossare dei vestiti (da donna). L’ho sempre trovata una richiesta stupida.

LP

Cosa significa per te vivere nel 2023? Ti spaventano il futuro e tutte le discussioni intorno all’Intelligenza Artificiale?

Quello che mi preoccupa è che oggi si possa insegnare a una macchina a fare lo stesso lavoro di una persona.

Ma anche in questo caso, si tratta di un cambiamento, di un’evoluzione tecnologica.

Nonostante i vari problemi, mi sono sempre sentita fortunata a vivere in quest’epoca così avanzata. Le persone si adatteranno inevitabilmente a quanto la tecnologia entrerà ancora di più nelle nostre vite: l’intelligenza artificiale adesso può sembrare un’incognita, ma tra qualche anno sono sicura che i bambini la ameranno!

Non so darti un giudizio definitivo, ma penso che sarà uno strumento molto utile in futuro. Comunque, penso che a oggi ci siano questioni più rilevanti di cui occuparsi.

Qual è la tua più grande ansia o preoccupazione?

L’avvelenamento di questa generazione. Purtroppo c’è tanto odio che è stato e che tutt’ora viene tramandato. È disgustoso e non ha niente a che vedere con l’essere civili.

Lost on you”… lost in italiano vuol dire perdersi anche metaforicamente, non ragionare, non star bene mentalmente. Quanta importanza dedichi alla tua salute mentale?

Avere una buona salute mentale e vivere bene vanno di pari passo. Quello della salute mentale non è un argomento per nulla scontato o da ignorare, anzi.

Ci sono molti artisti che stanno affrontando questo argomento, cercando di essere solidali con chi ne soffre: in questo modo le persone si identificano, e prendono consapevolezza del fatto che tutti possono soffrire di problematiche legate alla salute mentale.

Ancora una volta penso che la visibilità sia la chiave per portare alla luce qualsiasi tipo di argomento, questo incluso, e che sia molto d’aiuto.

Siamo tutti in attesa del tuo nuovo album. In che direzione ci porterà?

Non lo so, penso che dipenderà da voi (ride,ndr). Cerco sempre di raccontare emozioni e sentimenti reali: per me una canzone è una sorta di conversazione con qualcuno. Ogni verso di ogni brano deve essere autentico e trasmettere qualcosa o sulla mia vita o sulla vita in generale.

Chi è LP nel momento in cui si spengono i microfoni e i riflettori?

LP è una persona che cerca un po’ di spazio per sé, ma che allo stesso tempo non rinuncia trascorrere il proprio tempo con amici o amanti. È strano per me essere a casa un giorno e in viaggio quello successivo, semplicemente cerco di vivere la mia vita a pieno e continuare a far girare la ruota della creatività.

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Mi rendo conto però che alcune persone si uniscono alla causa solo per una questione di visibilità, e questi per me sono dei dinosauri: non capiscono che il cambiamento è inevitabile e il mondo si sta evolvendo, che piaccia o meno.

LP
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