Rai 3 trasmette la sera del 10 settembre in prima visione tv il film Maledetta primavera. Diretto da Elisa Amoruso, il film di Rai 3 Maledetta primavera ci porta nel 1989, quando Nina, una ragazzina di undici anni, si trova a fare i conti con una famiglia caotica e un trasferimento improvviso dalla città al quartiere di periferia. La nuova scuola, gestita dalle suore, e la mancanza di amici aggravano il suo senso di solitudine. Tuttavia, l'incontro con Sirley, una ragazza di tredici anni proveniente dalla Guyana francese, cambierà tutto. Sirley, affascinante e misteriosa, trascina Nina in un mondo nuovo, fatto di ribellione e scoperta.
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Maledetta primavera è una storia di crescita, dove il desiderio gioca un ruolo centrale nel passaggio dall'infanzia all'adolescenza. Prodotto da Bibi Film con Rai Cinema, è interpretato da Emma Fasano e Manon Bresch nei panni delle due protagoniste. Con loro, Micaela Ramazzotti, Giampaolo Morelli, Federico Ielapi, Fabrizia Sacchi e Claudio Bigagli.
La trama del film
Tratto dal romanzo Sirley di Elisa Amoruso e sceneggiato dalla stessa con Paola Randi ed Eleonora Cimpanelli, il film di Rai 3 Maledetta primavera ci trasporta nel 1989. Nina (Emma Fasano) ha undici anni e una famiglia incasinata, il padre e la madre litigano sempre, Lorenzo ‐ suo fratello minore ‐, quando si arrabbia, diventa un pericolo.
Dal centro di Roma si ritrova catapultata in un quartiere di periferia, fatto di palazzoni, ragazzi sui motorini e prati bruciati. Anche la scuola è diversa, non ci sono le maestre ma le suore, non ha neanche un amico. Ma un incontro improvviso stravolge tutto, come una tempesta: ha tredici anni, abita nel palazzo di fronte, è mulatta e balla la lambada.
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Il suo nome è Sirley (Manon Bresch), viene dalla Guyana francese, in Sud‐America, e ha un sogno ambizioso: interpretare la Madonna nella processione di quartiere. Sirley è una creatura strana, con un passato difficile, piena di fascino e di mistero. Non le importa delle regole, non ha paura di nessuno, e l’unico modo che ha per interagire con le persone è quello di aggredirle o di sedurle. Nina ne è attratta e spaventata, eppure Sirley fa qualcosa che nessuno finora ha fatto davvero: le dà attenzione e a modo suo, la fa sentire speciale. La coinvolge in un mondo nuovo, e rapidamente quest’amicizia così anomala la assorbe totalmente.
Maledetta primavera è il racconto di come il desiderio plasma e trasforma l’infanzia in adolescenza. Una storia di crescita e di solitudini. Una storia d’amore vista con gli occhi di una bambina che cerca il suo posto nel mondo.
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I ricordi della regista
“L’idea di scrivere questo film è nata durante un incontro con i miei produttori Angelo e Matilde Barbagallo. Io gli avevo portato un’altra sceneggiatura, ma loro volevano farmi scrivere una storia dall’inizio”, ha raccontato la regista Elisa Amoruso a proposito di Maledetta primavera, il film in onda su Rai 3.
“Mi ritrovai a raccontare di questo trasloco che avevo fatto quando avevo undici anni in periferia e di mio padre che aveva portato a casa, a sorpresa, un tavolo da biliardo. In quel periodo, io mi sentivo spesso invisibile in una famiglia incasinata e il vuoto di questa periferia amplificava la mia sensazione di smarrimento, tipica di quell’età inquieta della pre‐adolescenza”.
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“Insieme abbiamo capito che lì dentro c’era una storia, intima e sincera, al punto che durante il processo di scrittura ho sentito il bisogno di scriverla in una forma libera, come un flusso di coscienza e da questo manoscritto è nato il romanzo che si intitola Sirley, edito da Fandangolibri”.
“Sirley ha preso vita, in parte nella mia memoria e in parte nella mia immaginazione, ma nella realtà era una ragazzina sudamericana, che era stata adottata da genitori italiani e viveva nel palazzo di fronte, in quel comprensorio di palazzoni tutti uguali, così alti che mi parevano sfiorare l’estremità del cielo. Era nata fra noi un’amicizia strana, una simbiosi totale, che mi aveva fatto scoprire il desiderio e forse l’amore”.
“La storia è ambientata negli anni Novanta, un’epoca che in Italia è dominata dalla cultura pop; nel film questo elemento è raccontato attraverso il personaggio del padre, che vende macchine fotografiche a Porta Portese, il più grande mercato dell’usato di Roma”.
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“Nina, la protagonista, ha tredici anni e cerca di essere importante per qualcuno, perché suo padre è un giullare, divertente, ma poco affidabile e fa impazzire la madre; suo fratello è un bambino irrequieto fin dalla nascita, pericoloso per se stesso e per gli altri; sua madre è incinta di un terzo figlio e forse si è innamorata dell’uomo sbagliato, perché la fa arrabbiare tutti i giorni, anche se poi la fa ridere”.
“Quando incontra Sirley, questa ragazza mulatta, bellissima e sensuale, Nina viene attirata in un mondo nuovo. Da qui nasce il suo conflitto perché comincia a provare sentimenti che non conosceva, le sue azioni sono guidate dal desiderio crescente di passare sempre più tempo con lei. Smette di essere la bambina responsabile che è sempre stata ed esplora un lato di sé che ignorava, che è legato all’istinto e la porta a compiere azioni che non credeva di essere in grado di fare”.
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“Nella sceneggiatura l’amicizia tra le due ragazzine inizia con la rottura di una statua della Madonna. Ho voluto sottolineare questo elemento nel film perché ricordo la religione come qualcosa che ha attraversato tutta la mia infanzia: andavo in una scuola di suore e la chiesa era l’unico centro di aggregazione del quartiere. Tuttavia, nel film la religione è utilizzata per raccontare il vuoto di un ambiente sociale, non viene affrontato direttamente il tema del sacro o della spiritualità”.
“Il centro del film sono le relazioni familiari e la scoperta dell’amore, al di fuori della famiglia, come un tabù: nel momento in cui viene scoperto, le due ragazze vengono divise. L’intimità tra le due ragazze l’ho sempre immaginata come me la ricordo, una sorta di momento magico in cui il tempo sembra essersi fermato; d’un tratto si sente solo il contatto tra due corpi che si toccano e il suono ipnotizzante degli irrigatori che riecheggiano nel cortile”.
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