Matrimonio a tutti costi e Michelle Carpente promettono la possibilità di sposarsi con meno di cinque mila euro. Sembra un’utopia, eppure l’impresa è possibile senza dover rinunciare all’idea del proprio sogno. Ma cos’è Matrimonio a tutti i costi?
Ve lo diciamo subito: è il nuovo format in onda al pomeriggio su Real Time a partire da sabato 30 luglio. In ogni puntata di Matrimonio a tutti costi, una coppia estremamente motivata a sposarsi deve fare i conti con un ostacolo a prima vista insormontabile: ha a disposizione solo 5000 euro, per l’appunto, una cifra che molto spesso non basta nemmeno a comprare l’abito da sposa dei propri sogni.
Ma, poiché nulla è impossibile, la conduttrice e destination wedding planner Michelle Carpente cercherà in Matrimonio a tutti i costi di aiutare le coppie consigliando loro come poter risparmiare in base alle priorità degli sposi per le categorie relative ad abito, catering, location, fiori, fedi, musica ed intrattenimento. L’unica voce che non è inclusa in Matrimonio a tutti i costi è quella relativa al viaggio di nozze. Su questa difficilmente si tende a risparmiare perché si tratta di una vera e propria “favola”, quella che segna ufficialmente l’inizio di una nuova vita insieme, con un itinerario che, seppur organizzato fin nei minimi dettagli, non rinuncia all’autenticità.
Matrimonio a tutti i costi: Promo in esclusiva
Abbiamo colto l’occasione del lancio di Matrimonio a tutti i costi, di cui avete visto il promo in esclusiva, per intervistare Michelle Carpente. Attrice e conduttrice sempre sul RealTime del programma Matrimonio a sorpresa, Michelle è una maestra nell’organizzare matrimoni. Il suo nome è uno dei più noti del settore in Italia e con lei abbiamo deciso di parlare di un argomento spesso taciuto: la crisi che il Covid ha generato nel settore del wedding. Ma non solo.
Ne abbiamo approfittato anche per rispondere a una domanda che da sempre tutti ci poniamo: chi è e che cosa fa un wedding planner. E per scoprire che Michelle Carpente, l’ideatrice dei “matrimoni a casa” durante il lockdown, ha in serbo un’altra grande e rivoluzionaria sorpresa dopo Matrimonio a tutti i costi.
Intervista esclusiva a Michelle Carpente, conduttrice di Matrimonio a tutti i costi.
Parto subito da un’osservazione. Mi fa piacere che ci sia finalmente un programma come Matrimonio a tutti i costi in cui si parla dell’organizzazione dei matrimoni. Quello dei matrimoni è uno dei settori che ha pagato cara la pandemia, riportando perdite per milioni e milioni di euro, senza che qualcuno se ne sia preoccupato particolarmente.
Come non si parla abbastanza della difficoltà di ricominciare. La crisi nel settore dei matrimoni è stata fortissima ma con la ripresa si sta lavorando malissimo a causa del troppo lavoro. Ogni categoria coinvolta si ritrova ad affrontare un carico di lavoro enorme, è veramente complicato gestire l’accavallamento che si è creato.
Da dove nasce l’idea di Matrimonio a tutti i costi? È un reality di fatto in cui in ogni puntata due futuri sposi organizzano il loro matrimonio avendo a disposizione solo cinquemila euro. Una cifra, se ci pensiamo bene, irrisoria dal momento che spesso il solo abito da sposa la supera. È tua l’idea?
L’idea è mia e dell’autore Gianluca Potenziani, con cui l’hanno scorso avevo già realizzato un altro format andato in onda su Real Time, Matrimonio a sorpresa. È frutto della pandemia. Le coppie che avevano progettato di sposarsi nel 2020 e che quindi nel 2019 sognavano il loro matrimonio da sogno si sono ritrovate con la pandemia a dover rivedere l’ordine delle loro priorità. Molte di loro si sono chieste se veramente volessero spendere una cifra esorbitante per un matrimonio classico, uno di quelli tradizionali che sono tipici della nostra cultura. Si sono risposti che forse era meglio spendere quei soldi per un viaggio o per una casa.
Da professionista del settore ho chiaramente le capacità e l’esperienza di poter consigliera a cosa dedicare più budget e su quale categoria di cose risparmiare. “Come? Una wedding planner che dà consigli su come spendere meno?”: lo so, può essere visto come un controsenso e può attirare delle critiche, ma non tutti vogliono sposarsi in pompa magna. Tra l’altro, è una cosa che faccio da sempre: do consigli sia a chi ha un budget enorme da disporre sia a chi ne ha poco.
Sfatiamo così subito un luogo comune: il wedding planner non è colui che fa lievitare i costi.
Esatto, è un cliché sbagliato. Il wedding planner non gonfia i costi. L’obiettivo del wedding planner è quello di capire che tipo di matrimonio una coppia desidera. Se la coppia vuole un matrimonio in pompa magna, quel matrimonio richiede il massimo del professionismo in ogni suo aspetto: un professionista top per i fiori, uno per le foto, uno per il trucco e così via… Diversamente, se la coppia vuole un matrimonio che somigli a una festa con meno budget da spendere, quel matrimonio sarà una festa. Nel caso del programma, si tratta di matrimoni quasi tutti fai da te, in cui utilizzeremo ciò che abbiamo a disposizione senza nulla togliere ai professionisti.
I matrimoni fai da te permettono anche di stimolare la fantasia del wedding planner e dei collaboratori a cui si appoggia.
Assolutamente sì. Per dirvi, io ho fatto affidamento per il programma a delle fioriste professioniste che si sono messe in gioco allo stesso modo in cui mi metto in gioco io per dare creatività e consigli alle coppie. Abbiamo messo al servizio tutta la nostra professionalità per far sì che anche le coppie che hanno scelto di non spendere molti soldi avessero comunque un matrimonio dignitoso.
Il matrimonio fai da te è chiaro che è diverso da quello in pompa magna a cui siamo legati noi italiani tanto che in un primo momento il titolo del programma avrebbe dovuto essere Unwedding per sottolineare come raccontassimo di matrimoni non matrimoni. Ma poi ci siam detti: dove sta scritto che il matrimonio è solo quello da mille e una notte? Può anche essere diverso: siamo tutti diversi ed è giusto che ognuno possa avere la tipologia di matrimonio che si addice maggiormente a quella che poi è la storia della coppia.
Anche perché il wedding planner deve conoscere la coppia, capirne i desideri e concretizzarne aspettative, lavorando quasi di psicologia.
In base a chi hai davanti, devi capire anche che tipologia di lavoro ti si presenta. Il lavoro del wedding planner non è sempre lo stesso, non è uno stampo che si ripete di volta in volta. Ci sono situazioni in cui il wedding planner deve solo coordinare l’evento così come ci sono situazioni in cui deve accompagnare la coppia dal primo all’ultimo momento.
Avete realizzato quattro puntate di Matrimonio a tutti i costi. Come vi siete mossi nella scelta delle coppie?
Le quattro coppie scelte sono tra loro molto diverse perché volevamo rappresentare vari tipi di target. Abbiamo una coppia sui 50/55 anni alle seconde nozze, una coppia molto giovane, una coppia giovane con figli e una coppia che fa un destination wedding, cioè un matrimonio fuori dalla città in cui vive.
Qual è stato il momento più complicato e quello più divertente da gestire?
La cosa più complicata è stata dover organizzare quattro matrimoni così differenti nell’arco di pochissimo tempo. Abbiamo fatto i casting a marzo e girato le puntate a maggio: dall’oggi al domani le coppie hanno saputo che dovevano sposarsi entro cinque settimane. Immaginate il momento di panico per loro ma anche per me: al di là dei matrimoni da organizzare, da produttrice esecutiva del programma avevo sulle spalle anche la gestione di tutta troupe.
Il momento più divertente è, invece, legato a uno dei matrimoni, al momento del taglio della torta. Mi guardavo intorno e cercavo le fioriste perché dovevamo allestire il tavolo della torta con i fiori. Stavamo girando su una terrazza condominiale, la location scelta per il ricevimento sempre nell’ottica del risparmio. Non trovandole, le ho chiamate al telefono: erano scese per andare a prendere qualcosa da mangiare ma da una mezz’oretta circa erano rimaste bloccate nell’ascensore. Per liberarle, abbiamo dovuto chiamare i pompieri! Gestire invitati e pompieri non è stato facilissimo: ogni matrimonio, alla fine, ha sempre il suo inconveniente. Serve sempre un po’ di sangue freddo e problem solving per portarlo a casa, in un modo o nell’altro.
Immagino che il sangue freddo sia una di quelle skills di cui un wedding planner non può fare a meno, soprattutto quando si ha a che fare con le richieste più assurde.
È vero: arrivano le richieste più assurde, anche se non sono così tante. La cosa più difficile è un’altra: in Italia non si capisce bene quale sia il ruolo del wedding planner perché è una figura che in qualche modo non appartiene alla nostra tradizione. Il wedding planner viene visto ancora come chi prende le decisioni per gli sposi al posto degli sposi: non è esattamente così. Il wedding planner è semmai colui che dà dei consigli, mette a disposizione la sua esperienza su tutta una serie di questioni e che guida gli sposi nelle loro scelte.
So bene però che le decisioni che vengo prese quando due sposi consultano un wedding planner nella maggior parte dei casi verranno rimesse in discussione perché la coppia si confronterà con mamme, zie, nonne, amiche… finisce così che la maggior parte delle volte in Italia il matrimonio si trasforma in qualcosa per compiacere più gli altri che se stessi.
Quindi, nell’ottica comune, il wedding planner ha usurpato il posto della mamma della sposa.
E in realtà no. La questione è molto diversa. La mamma, la zia o l’amica che si è sposata un anno prima possono dare dei consigli soggettivi sull’abito, sul cibo o su altro. Il wedding planner invece ha una visione completa e oggettiva su tutto quello che sarà l’evento. Cambiare un singolo aspetto della pianificazione di un matrimonio scatena un effetto domino su tutto quanto, una reazione che a catena che ha più di una conseguenza.
Chi non sceglie di affidarsi a un wedding planner si ritrova spesso a pentirsi amaramente di non averlo fatto perché a pochi giorni dal matrimonio si ritrova sempre con una miriade di cose da fare. È vero che il risparmio è tantissimo ma devi essere disposto a fare tu anche le cose più pratiche, dalle bomboniere ai tavoli da sistemare. Il matrimonio fai da te è impegnativo, devi sapere gestire l’inconveniente anche il giorno dello stesso matrimonio, devi essere disposto a rimboccarti le maniche: è una scelta che comporta tanta fatica e tanto stress. Potrebbe anche non essere catastrofico ma sarebbe pur sempre impegnativo.
Cosa si può fare con i 5000 euro di Matrimonio a tutti i costi?
Abbiamo cercato di coprire un po’ tutte le categorie o perlomeno quelle principali, escluso il viaggio di nozze. Fiori, abito e catering, in primo luogo, sono quelle che intaccano di più sui costi. Per il catering in Italia si spende quasi sempre troppo: è nostra abitudine sederci a tavola la mattina e alzarci a notte fonda per fiondarti subito dopo sul buffet dei dolci. Ovviamente, tutto questo ha un costo ed è giusto che sia così.
Chi ha un budget ridotto deve essere disposto a scendere a compromessi e a ipotizzare soluzioni diverse per il catering. In una delle puntate, una coppia aveva deciso di sposarsi in un bosco, un posto anche scomodo da un punto di vista logistico per ipotizzare il trasporto del catering. Il catering non è solo cibo. Il cibo è poca cosa: ci sono le cucine, i tavoli di appoggio, le tovaglie, le posate, i bicchieri, le sedie, il tavolo degli sposi e così via da portare. Quando un catering si muove ha dei costi importanti, senza menzionare poi quelli delle persone che vi lavorano, dalla cucina alla sala.
Per ovviare il problema, ho proposto i food truck, un qualcosa che va molto di moda e che ha restituito l’idea di festa di paese. Il food truck ha dei costi minori perché è già predisposto con tutto quello che serve, dal cibo ai tovaglioli. Non è assolutamente gratis, chiaramente, ma ha dei costi minori rispetto alla macchina catering.
Quanta creatività sempre per fare il lavoro di wedding planner?
Tantissima. Credo di dovere la mia creatività al mio lavoro di attrice. L’ho spostata dalla recitazione ai matrimoni: anziché riversarla sui personaggi da recitare, l’ho portata in un nuovo ambito. Per fare i wedding planner bisogna essere creativi ma occorre prima di tutto conoscere la materia, sapere quali sono i costi, avere consapevolezza delle tendenze, capire quali sono i giusti fornitori e così via. Per chi non mastica nulla di tutto ciò, quello del wedding planner è un lavoro complesso oltre che impensabile.
È un lavoro che non si improvvisa, anche se c’è molta gente che da un giorno all’altro si professa wedding planner.
Sono gli stessi che dopo il primo matrimonio smettono, gettano la spugna. Credo che dipenda dall’immagine sbagliata che passa soprattutto per i social media: la wedding planner viene visto come colei che si presenta al matrimonio con la piega fatta e sistema i tovaglioli sui tavoli. Non è così. Esistono due tipologie di wedding planner. La prima è il manager, cioè colui che il giorno del matrimonio ha un suo team operativo in azione e controlla che tutto vada bene. La seconda è invece chi ama sporcarsi le mani.
Io appartengo alla seconda categoria e spesso mi devo anche frenare. Mi piace proprio star lì a dare una mano: ho il mio staff ma mi vedete costantemente in movimento con le scarpe da ginnastica fino al minuto prima in cui arrivano gli ospiti. Arrivo a casa a fine serata, dopo anche 18 ore di lavoro, che i piedi vorrei buttarli!
Non riesci proprio a star ferma?
Il mio problema è che mi piace proprio lavorare. Mi piace vedere realizzati i progetti per i quali ho lavorato per tanto tempo. Sono sincera: non nego che avverto un po’ di stanchezza. L’essere creativi è stancante: arriva un momento in cui la testa di blocca e ha bisogno di pensare ad altro e di evadere. Purtroppo, però, attraversiamo un momento in cui come categoria di settore non possiamo fermarci. Non possiamo permetterci di andare in vacanza e concederci un attimo di tranquillità e di pausa.
E lo si deve al sovraccarico di lavoro generato soprattutto dalla pandemia, come dicevamo prima. Che cosa ha comportato la pandemia nel settore?
La pandemia è stata devastante per ogni settore del wedding. Il nostro è un settore che vive di programmazione e in Italia è molto stagionale, è sempre stato così. Ci siamo ritrovati dopo due anni di fermo anche con grossi problemi contrattuali: non c’è un albo che regola il settore e ogni artigiano, ogni impresa si muove secondo coscienza e secondo quello che meglio crede, su consiglio dei propri avvocati, anche quando si tratta di fare dei contratti. Questo ha comportato che, quando i clienti ci ponevano delle domande, non sapevamo che risposte dare. Io so oggi quanto costa il mio servizio di wedding planner ma cosa succede se un matrimonio viene posticipato di sei mesi, un anno o due anni, com’è accaduto? Come devo regolarmi? Ti devo far pagare quello che avevamo pattuito all’origine? Non devo tenere conto dei costi che sono cambiati?
Pensiamo ai fiorai. I fiori costavano tanto anche prima ma adesso sono costosissimi, i prezzi sono alle stelle. I fiorai hanno fatto dei preventivi che sono rimasti bloccati a due anni fa. E per di più si ritrovano, sembra quasi paradossale, senza più risorse per la manodopera: molte persone hanno cambiato frattempo lavoro perché non potevano permettersi di star ferme o hanno rivisto le proprie priorità.
Durante la pandemia, noi del settore ci confrontavamo, avevamo voglia di collaborare e lavorare insieme. Adesso, purtroppo, molto meno.
Avete ricevuto aiuti dallo Stato?
Dire di no è sbagliato. Ci sono stati degli aiuti relativi al calo di fatturato ma non sono stati abbastanza considerando che siamo stati totalmente fermi. Ma proprio perché in Italia non c’è un albo o comunque qualsiasi altra forma di rappresentazione della categoria che dia voce a un’unica domanda. Il settore del wedding ha sicuramente bisogno di sostegno e del suo riconoscimento. Ha bisogno di linee guida, di doveri a cui attenersi e di diritti a cui far appello.
Oggi ci sono tantissimi programmi in televisione che parlano o mostrano matrimoni. A cosa pensi che sia dovuta tutta questa attenzione?
È vero che l’offerta dei programmi sui matrimoni è tanta ma è diversa e inferiore a quella di qualche hanno fa: sarebbe fuori luogo visto il periodo storico che viviamo. Tendenzialmente, sono programmi che fanno sognare. Il nostro, Matrimonio a tutti i costi, cerca di dare invece una risposta a quei sogni che spesso rimangono lì appesi creando a volte anche molta frustrazione. Abbiamo pensato a tutte quelle coppie che avrebbero voluto avere quei matrimoni da sogno che vedevano in tv o sui social ma che poi dovevano fare i conti con quello che avevano in tasca.
Matrimonio a tutti i costi ha anche una forte valenza sociologica. Le giovani generazioni di oggi sono quelle che stanno meno delle precedenti. Spesso non si sposano perché non hanno garanzie per il futuro, dalla casa al lavoro, e preferiscono destinare i loro soldi ad altro. Voi dimostrare che anche con poco ci si può sposare: basta semplicemente crederci e volerlo.
Assolutamente sì, senza nulla togliere a chi invece ne ha le possibilità e vuole organizzare un matrimonio classico.
Hai citato la tua esperienza di attrice. Mai stata tentata dalla voglia di ritornare sul set?
In realtà, non ho mai smesso di recitare. Rispetto al passato, scelgo bene prima i progetti a cui prendere parte o partecipare: accetto solo quelli che mi possano dare qualcosa a livello umano o emozionale. Quando ho cominciato a far l’attrice era un “devo fare tutto” perché avevo bisogno anche di sostenermi. Nel momento in cui, però, non mi sono più divertita, ho smesso. I lavori spesso erano sottopagati per non parlare dei ruoli che, come a ogni donna, mi venivano offerti: non sempre erano ben strutturati o ben scritti. E questo mi ha fatto perdere un po’ l’emozione nel fare quello che in Italia è una vocazione: recitare.
So che comunque l’esperienza di Matrimonio a tutti i costi non sarà qualcosa che si fermerà solo al programma televisivo.
Insieme alla società con cui ho prodotto Matrimonio a tutti i costi, la SmartWed Srl, stiamo lavorando a una piattaforma digitale che permetterà di digitalizzare tutto il planning di un matrimonio con lo scopo di rendere l’organizzazione più smart possibile. Darà agli sposi la possibilità di scegliere le opzioni che vogliono con prontezza di preventivo. Nel momento in cui sceglieranno qualcosa, sapranno già quanto costa con il supporto di un wedding planner che li guiderà in tutto il processo. Sarà un supporto sì digitale ma non è un robot: è una persona in carne e ossa che sarà presente il giorno del matrimonio. Speriamo in questo modo di rendere tutta l’organizzazione di un matrimonio fluida. È un progetto a cui tengo molto: saremo on line molto presto.