Tra i film presentati al Festival di Locarno nella sezione Piazza Grande spicca Mexico ’86, con protagonista una straordinaria e irriconoscibile Bérénice Béjo. Diretto da César Diaz, il film Mexico ’86 ci comincia quando, nel 1976, Maria, un'attivista ribelle guatemalteca impegnata nella lotta contro la dittatura militare corrotta, è costretta a fuggire in Messico a causa di minacce di morte, lasciando suo figlio Marco in Guatemala. Dieci anni dopo, quando Marco si ricongiunge con lei, Maria si trova di fronte a un dilemma doloroso: scegliere tra i suoi doveri di madre e il suo impegno nel movimento rivoluzionario.
A porre le basi del film Mexico ’86 è la vera storia del regista Diaz, come lui stesso ricorda: “Sono nato nel 1978, durante la guerra civile in Guatemala. Mia madre era coinvolta nella lotta contro la dittatura e dovette andare in esilio in Messico quando avevo 3 anni. Lo fece per la propria sicurezza, ma anche per continuare la lotta. Io rimasi in Guatemala con mia nonna. Per questo non sono mai stato il figlio di mia madre. Ero il figlio di mia nonna e vedevo mia madre come un'amica, come una sorella. Non ho mai dubitato del suo amore per me, ma avevo bisogno della sua presenza. Semplicemente, non poteva darmela”.
La vera storia del regista
César Diaz, il regista del film Mexico '86 è nato nel 1978 durante la guerra civile in Guatemala. Sua madre era coinvolta nella lotta contro la dittatura e, per motivi di sicurezza, dovette fuggire in esilio in Messico quando il regista aveva solo tre anni. Egli rimase in Guatemala con la nonna, che divenne la sua figura materna, mentre la madre continuava la sua lotta da lontano. La separazione ha segnato profondamente il piccolo César, che ha sempre percepito sua madre più come un'amica o una sorella, pur non dubitando mai del suo amore.
Durante gli anni '80 e '90, i figli degli attivisti venivano spesso inviati in rifugi noti come "alveari" in Nicaragua o Cuba, dove erano protetti e istruiti sui principi rivoluzionari. Il regista rischiava di essere mandato in uno di questi istituti, ma la nonna si oppose, decidendo di tenerlo con sé. Questi bambini vedevano raramente i loro genitori e crescevano estraniati dalle loro famiglie di origine.
Quando finalmente César si ricongiunse con la madre in Messico a undici anni, lei viveva ancora una vita clandestina. Il loro ricongiungimento fu difficile a causa della lunga separazione e delle priorità politiche della madre, che mettevano sempre la lotta rivoluzionaria davanti ai doveri familiari.
L'impegno della madre e dei suoi compagni derivava dalla loro visione di un futuro migliore, una speranza genuina per un cambiamento sociale profondo. Erano convinti di poter costruire un nuovo paese basato su uguaglianza e giustizia. Tuttavia, oggi il regista esprime la sua tristezza nel constatare che questo sogno non si è mai realizzato, e che le cause della guerra civile - povertà, esclusione sociale e razzismo - sono ancora presenti e persino più accentuate.
Nonostante ciò, Diaz ritiene che gli sforzi e i sacrifici dei rivoluzionari non siano stati vani. La necessità di giustizia sociale e cambiamento è ancora forte. La sfida odierna è trovare i mezzi per realizzare queste alte speranze di cambiamento sociale.
La lotta politica di una madre
Lavorare al film Mexico ’86 ha permesso al regista César Diaz di confrontarsi con la lotta politica e armata di sua madre, esplorando la contraddizione tra il desiderio di trasformare la società e il ruolo di madre. Gli attivisti, pur dedicandosi a creare un futuro migliore per i loro figli, spesso non riuscivano a svolgere i loro ruoli genitoriali. Il film mette in discussione la struttura della relazione madre-figlio e analizza i danni causati dall'assenza e dalla difficoltà di recuperare il tempo perduto.
Ora padre, Diaz non riesce a immaginare di doversi separare dai propri figli, e con questo film vuole esplorare il dolore e la separazione vissuti da sua madre. Il film non è una narrazione autobiografica, ma utilizza le emozioni del regista per esplorare il viaggio di una madre e di un figlio, e ciò che imparano su se stessi e l'uno sull'altro.
L’anno dei mondiali
Il film Mexico ’86 è ambientato nel 1986, anno dei Mondiali di calcio in Messico, che offre un interessante contrasto tra l'atmosfera festosa e le difficoltà dei rivoluzionari in esilio. Il 1986 è anche un anno cruciale per il Guatemala, con l'introduzione di una legge di amnistia che permetteva ai combattenti della resistenza di arrendersi senza punizione, a condizione di collaborare con il governo. Molti militanti stanchi della lotta tornarono in Guatemala, ma successivamente il governo manipolò questi militanti riformati per colpire ancora più duramente la resistenza.
Mexico ’86 è un film intimo e teso, che esplora i numerosi ostacoli affrontati dalla lotta armata in esilio e la complessa relazione tra Maria e Marco. Il film indaga il terribile dilemma di Maria, che cerca di essere onesta e coerente con se stessa senza rinunciare all'amore per suo figlio. Il regista si interroga sul costo delle scelte fatte da sua madre e i suoi compagni, e se oggi siamo pronti a pagare un prezzo così alto per cambiare la società.