Mike è una delle serie tv che Disney+ lancia l’8 settembre in occasione del Disney+ Day. Composta da otto episodi, Mike esplora la frenetica e controversa storia di Mike Tyson, pugile che proprio di recente ha fatto sapere di non aver mai approvato la serie tv e di non essere stato contattato dai realizzatori.
La serie tv racconta i tumultuosi alti e bassi della carriera pugilistica e della vita personale di Tyson, da atleta amato in tutto il mondo a emarginato e viceversa. Concentrandosi su Mike Tyson, la serie esamina questioni legate alla razza e alla classe in America, la fama e il potere dei media, la misoginia, il divario sociale, la promessa del sogno americano e, infine, il ruolo dell’opinione pubblica nel plasmare la storia di Mike.
Creata da Steven Rogers e diretta da Craig Gillespie (lo stesso team dietro al film Tonya), Mike è interpretata da Trevante Rhodes e Russell Hornsby, con guest star come Harvey Keitel, Laura Harrier, Li Eubanks, Olunike Adeliyi e B.J. Minor.
Alle origini del mito
La vita di Mike Tyson, al centro della serie tv Disney+ Mike, è di per sé un film. Tyson è stato il pugile più giovane a vincere un titolo nella categoria pesi massimi. Ma è anche noto per aver staccato con un morso una parte dell’orecchio del rivale Evander Holyfield durante un incontro. Ed è tristemente famoso per aver trascorso in carcere quasi tre anni a causa di una condanna per stupro. Per non parlare poi delle sue vicende sentimentali e delle sue relazioni burrascose, una delle quali con la top model Naomi Campbell.
Gran parte di ciò viene ora ripercorso dalla serie tv Disney+, in cui Mike Tyson ha il volto dell’attore Trevante Rhodes, apprezzato in film come Moonlight. L’incredibile storia di Tyson, fatta di episodi cupi e discutibili ma anche di gloria e determinazione, viene raccontata al passato con il protagonista che riflette sulla sua vita.
Tutto inizia con la sua travagliata infanzia nella New York degli anni Settanta. Qui, a Brooklyn, il piccolo Mike è vittima di bullismo a causa del suo peso, della sua voce e del suo essere balbuziente. Sperimenta anche sulla sua pelle l’esperienza delle violenze domestiche e l’estrema povertà quando per puro caso si salva da una vita destinata alla criminalità.
È infatti l’incontro con un allenatore di boxe che porta Mike, oramai adolescente, su un nuovo percorso. Si tratta di Cus D’Amato (Harvey Keitel), un veterano del mondo degli incontri di pugilato. Scopritore di importantissimi talenti e manager di pugili come Muhammad Alì e José Torres, D’Amato per Mike diventa una sorta di padre adottivo, oltre che manager e allenatore.
Figlio d'America
Tuttavia, la vita di Mike Tyson andando avanti procede tra alti e bassi, dentro e fuori dal ring. E la serie tv Disney+ Mike cerca di esaminare a cosa si debbano sia la sua spinta verso il suo successo sia le sue battaglie personali contro quei demoni interiori che continuano a tormentarlo. “Mike Tyson è un uomo dalla personalità molto complessa e la sua vita è fatta di mille sfumature”, ha commentato Russel Hornsby, l’attore che nella serie interpreta Don King, promoter di incontri di boxe. “Non possiamo etichettarlo come un mostro. È semmai un uomo che ha dovuto fare a lungo i conti con la complessità della sua esistenza e della sua interiorità”.
A gravare sulle vicende di Mike Tyson, come ben descritto dalla serie tv Disney+, è sicuramente il contesto in cui è nato e cresciuto. Tyson è infatti figlio del razzismo, della segregazione e della povertà che vivevano gran parte delle persone nere negli Stati Uniti in quegli anni. Tant’è che lo stesso Tyson ha fatto di tutto per offrire una caricatura di se stesso che si avvicinasse, per modo di fare ma anche di parlare e presentarsi, a ciò che gli americani si aspettavano da un nero. “Solo così sarebbe stato accettato dall’intera nazione”, ha sottolineato ancora Hornsby.
Per una strana coincidenza, Hornsby per la seconda volta si ritrova a interpretare il ruolo di un promoter. Lo aveva già fatto nel film Creed II del 2018, dove vestiva i panni di Buddy Marcelle, colui che organizzava l’incontro tra Creed e Drago. “A differenza di Buddy, Don è un personaggio realmente esistito. Aveva lavorato anche con Alì ed era un maestro del marketing. Per lui, la boxe è puro intrattenimento e come tale deve portare soldi in cassa”, ha concluso l’attore.