Dal 16 al 19 giugno, durante il Pride Month, si svolge a Milano il Mix Festival 2022, la kermesse internazionale del cinema lgbtqia+ e della cultura queer giunta al suo 36mo anno. A contrassegnare il festival sono il tema della ripartenza e la voglia di ritrovarsi e stare insieme dopo due anni inevitabilmente segnati dalla pandemia.
Considerato il più importante e seguito festival italiano dedicato alla cinematografia lgbtqia+, il Mix Festival 2022 propone oltre 50 titoli in gara, 36 anteprime della miglior cinematografia internazionale queer, numerosi incontri e diversi eventi speciali. Uno di questi è ad esempio il premio More Love, assegnato a Mina Welby, la moglie di Piergiorgio e co-presidente dell’Associazione Luca Coscioni, da anni impegnata a difendere i diritti di chi soffre e la libertà di scelta sul fine vita.
L’intersezionalità è una delle chiavi scelte da anni dal Mix Festival 2022, come hanno avuto anche modo di ribadire i tre Paolo Armelli, Andrea Ferrari e Debora Guma, mantenendo uno sguardo ampio nei confronti dei problemi del mondo. Il Mix Festival tiene conto delle vite e dei diritti di tutti, per tutti i generi, le origini e le minoranze.
Tra gli ospiti di spicco del Mix Festival 2022 figurano l’attrice comica Luciana Littizzetto, che verrà insignita durante la cerimonia inaugurale del 16 giugno del titolo di Queen of Comedy, e la cantante Arisa (madrina anche del Padova Pride), che nel corso della serata di chiusura riceverà il titolo di Queen of Music. Per tutti gli altri eventi, rimandiamo al sito ufficiale del Mix Festival 2022.
L’importanza di un festival cinematografico lgbtqia+
Il Mix Festival 2022 è uno dei più rilevanti festival cinematografici queer a livello europeo, quasi al pari del Flare inglese. Ma ha senso oggi un festival di cinematografia esclusivamente lgbtqia+? La risposta è ovviamente sì, se qualcuno nutrisse dei dubbi.
L’importanza è dettata da una serie di fattori. Pensate, ad esempio, come ancora oggi esistano paesi al mondo in cui i film, anche i blockbuster, vengono censurati o addirittura banditi a causa di un semplice bacio gay o di un’allusione nella trama. Lo stesso Lightyear, prodotto dal colosso Disney, rischia di non arrivare nelle sale arabe, figuriamoci cosa possa accadere a un piccolo film indipendente. L’omofobia è talmente dilagante che parlare di certi spaccati della realtà non è mai troppo.
I film a tematica lgbtqia+ forniscono inoltre un metro di confronto per tutta la comunità. Così come accade per ogni minoranza, il cinema mainstream non sempre offre una rappresentazione veritiera della realtà. E ancor meno delle problematiche che la comunità queer deve affrontare. Nonostante cambino le latitudini o le situazioni narrate, i film queer fungono da specchio in cui riflettersi. E offrono un’inedita possibilità di confronto con chi affronta problematiche e lotte che spesso vengono vissute in solitaria.
Non dimentichiamo, poi, come l'industria cinematografica abbia sempre relegato ai margini il cinema queer. Solo negli ultimi anni abbiamo assistito allo sdoganamento di certi titoli che però non restituivano un quadro a 360° della comunità. Al cinema sono arrivate le commedie drammatiche di Ozpetek è vero ma sono state aiutate da un cast di attori spesso noti (ed eterosessuali). Ma, tranne qualche rara eccezione (pensiamo ai film di François Ozon o Sebastian Lelio), il lavoro da fare è ancora molto. Non si può affidare solo alle piattaforme streaming o alla pirateria il compito di diffondere la vasta produzione lgbtqia+.
Sembra un dettaglio ovvio ma non lo è: il cinema lgbtqia+ unisce le stesse lettere dell’acronimo. E le avvicina le une alle altre quelle che hanno finito per essere delle etichette tra gli etichettati. Non sempre il mondo L comunica con quello G e ancor meno con quello B o T. Esistono quasi delle barriere invisibili o delle stigmatizzazioni che necessitano di cadere. Grazie ai film queer ,è possibile tentare di avvicinare le varie comunità. E instaurare tra loro un dialogo che tenga a mente non le categorie ma i temi: amore, sessualità, identità di genere e così via.
Infine, i film queer permettono anche a un pubblico binario di capire cosa sia nel concreto il mondo lgbtqia+. Sono tanti, forse troppo, i pregiudizi e le immagini falsate. Come abbiamo avuto modo di chiarire anche nella nostra intervista all’attore Lorenzo Balducci, gay non vuol dire necessariamente allegro. Oltre il favoloso e il glitter, ci sono realtà di sofferenza, dolore, abominio e privazione. Realtà che nulla hanno a che vedere con l’idea di Vizietto che purtroppo oggi ancora domina in certe culture, compresa forse anche la nostra.
I film
Nucleo centrale del programma del Mix Festival 2022 sono i tre concorsi internazionali dedicati a lungometraggi, cortometraggi e documentari. Tra i titoli più attesi, le anteprime italiane di:
- Framing Agnes di Chase Joynt, documentario vincitore del NEXT Innovator Award and NEXT Audience Award al Sundance Film Festival;
- Cut! dello spagnolo Marc Ferrer. Si tratta di un giallo a sfondo queer che omaggia il cinema di genere italiano e in particolare di Dario Argento. Al suo interno c'è anche un omaggio canoro a Daria Nicolodi;
- All Our Fears di Lukasz Ronduda e Lukasz Gutt. Il film polacco vincitore dell’ultimo Polish Film Festival, affronta il problema tra religione e omosessualità in un Paese fortemente cattolico e omofobo;
- Shall I Compare You to a Summer's Day?, un ibrido sperimentale tra teatro e fiction del regista egiziano Mohammad Shawky Hassan, presentato in anteprima mondiale nella sezione Forum dell’ultima Berlinale;
- Nico della tedesca Eline Gehring, un’opera a favore della diversità sotto ogni punto di vista e contro tutti gli stereotipi;
- Porpora, documentario di Roberto Cannavò in cui Porpora Marcasciano, la leader del MIT (Movimento Identità Trans) rivive la sua formazione politica e umana assieme a Vittorio, testimone delle nuove generazioni.
Ancora grande cinema per i due eventi speciali fuori concorso.
In occasione dei 100 anni dalla nascita di Pierpaolo Pasolini, il Mix Festival 2022 gli rende omaggio con la proiezione di Pierpaolo Pasolini e la ragione di un sogno. Realizzato dall'amica, collega e musa ispiratrice Laura Betti, è stato presentato fuori concorso alla Mostra del cinema di Venezia nel 2001 prima di essere dimenticato.
In anteprima europea sarà invece presentato – sabato 18 giugno, ore 22, Casa degli Artisti - l’ultimo film del pluripremiato regista canadese Bruce LaBruce, The Affairs of Lidia, suo primo lungometraggio per la Erika Lust Cinema, casa di produzione che lavora nel mondo del porno etico, consapevole e inclusivo. Ambientato nel capriccioso mondo della moda, è interpretato da attrici e attori celebri nel panorama del porno mondiale. E offre una riflessione farsesca sulla coppia, sull'infedeltà e sulle possibilità dischiuse dal poliamore. In sala a introdurre la proiezione Sara Brown della Lust Cinema.